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lunedì 4 marzo 2024

La manna

"Io sono il pane della vita. I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono" (Giovanni 6: 48-49).


Le circostanze difficili manifestano la debolezza e i bisogni dell'uomo; ma sono di grande benedizione quando il Signore interviene per procurare ciò che manca, secondo le ricchezze del suo grande amore.

Quando gli Israeliti furono entrati nel deserto, si trovarono senza cibo. Impararono così a conoscere la loro propria miseria, e la povertà e il vuoto del mondo; ma proprio in quel momento l'abbondanza delle ricchezze di Dio fu resa visibile come mai lo era stata prima. Quando si nutrivano coi porri e con le cipolle dell’Egitto, o prima di affrontare il deserto, non conoscevano l'Eterno come Colui che fa piovere il pane dal cielo. “L'uomo mangiò del pane dei potenti; Egli mandò loro del cibo a sazietà” (Esodo 16: 4; Salmo 78: 25).

 Anche ora vi è una grande benedizione ad imparare che il mondo è un deserto, che le nostre povere anime sono affamate in un luogo che non ha nulla per nutrirle; ma questo vuol anche dire che ci troviamo proprio nel luogo dove Dio fa scendere per noi il pane dal cielo! 

Gesù disse loro: "In verità vi dico che non Mosé vi ha dato il pane che vien dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo. Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo e dà vita al mondo... Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà mai sete" (Giovanni 6: 32-35). Gli Israeliti non potevano far nulla per produrre la manna. L'uomo non aveva in questo nessuna parte. La manna cadeva dal cielo senza il contributo umano, così come la pioggia o la rugiada. L'Eterno aveva detto: "Vi farò piovere del pane dal cielo". Solo Lui poteva farlo; e oggi come allora noi non abbiamo niente da fare per produrre del cibo per l'anima nostra; Dio lo dà, e lo dà gratuitamente. "Il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo".

Cristo è il vero cibo per la nostra anima. Dio lo ha dato, noi lo abbiamo ricevuto e accolto nel nostro cuore e nella nostra vita. E’ un pane che sazia per l’eternità, che dà una vita che non finisce mai. Ma è anche di Lui che, giorno per giorno, dobbiamo nutrirci per avere quelle energie spirituali che ci permettano di proseguire il cammino e il combattimento della fede. Dobbiamo raccogliere questa manna ogni giorno, nella misura che ci è necessaria e che le anime nostre sono in grado di assimilare. Raccoglierla e “mangiarla” così com’è, nella sua purezza apprezzandone tutto il sapore e il valore nutritivo. 

Gli Israeliti, dopo un po’ di tempo, si erano stancati della manna: “Ora l’anima nostra è inaridita; non c’è più nulla! Gli occhi nostri non vedono altro che questa manna” (Numeri 11:6). Poi arrivarono ad esserne nauseati: “L’anima nostra è nauseata da questo cibo tanto leggero” (Numeri 21:8). Così, per rompere la monotonia del gusto, il popolo “la riduceva in farina con le macine o la pestava nel mortaio, la faceva cuocere in pentole o ne faceva delle focacce”. Che follia! Che follia la nostra quando perdiamo il gusto delle cose di Dio, il gusto di Cristo e della sua Parola! Vuol dire che il mondo ci ha presi, che “come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia” così le nostre menti “si sono corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purità rispetto a Cristo” (2 Corinzi 11:3).

Cristo è il pane della vita. Noi che ora lo sappiamo, possiamo chiedergli con consapevolezza e convinzione quello che i Giudei gli chiedevano per un puro interesse materiale: “Signore, dacci sempre di codesto pane!” (Giov. 6:34).