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martedì 16 luglio 2024

La grandezza nel regno di Dio

“Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, si avvicinarono a lui, dicendogli: Maestro, desideriamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo. Egli disse loro: Che volete che io faccia per voi?. Essi gli dissero: Concedici di sedere uno alla tua destra e l'altro alla tua sinistra nella tua gloria” Marco 10:35-37.

Quando Giacomo e Giovanni, si confrontarono con il Signore Gesù, l'antitesi fra questi e loro era quasi totale: Lui era venuto per dare e per servire, loro volevano ricevere e comandare. Oggi noi siamo davanti alla stessa alternativa.

Innanzi tutto dobbiamo scegliere fra la realizzazione del nostro io o il suo annientamento. Giacomo e Giovanni dissero al Signore: “desideriamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”. La loro richiesta potrebbe figurare nella classifica delle peggiori preghiere mai verbalizzate, perché sarebbe difficile superare un così vistoso egocentrismo. Immaginavano che ci sarebbe stata una corsa alquanto profana al posto più importante del regno, quindi ritenevano prudente prenotarsi. La loro preghiera era un tentativo di piegare la volontà di Dio alla propria, mentre la vera preghiera equivale ad arrendere la propria volontà a quella di Dio.

In secondo luogo, c'è la scelta fra il potere e il servizio. Chiesero al Signore di poter sedere ai suoi due lati nel regno. Su cosa immaginavano di sedere? Sul pavimento? Su panche o sgabelli? No, si aspettavano di sedere su dei troni. Provenivano da una famiglia della classe media, che aveva dei servi. Forse ne sentivano la mancanza e desideravano riavere il potere di comandare. Il Signore, con molta pazienza, disse loro: “Voi sapete che quelli che sono reputati principi delle nazioni le signoreggiano e che i loro grandi le sottomettono al loro dominio. Ma non è così tra di voi; anzi, chiunque vorrà essere grande fra voi, sarà vostro servitore” V.42-43. La nuova comunità della quale Egli vuole essere il Signore é organizzata su un principio diverso: umiltà non autorità, servizio non potere.

In risposta alla domanda del Signore  essi avevano affermato: “Potete voi bere il calice che io bevo, o essere battezzati del battesimo del quale io sono battezzato? Essi gli dissero: Sì, lo possiamo. E Gesù disse loro: Voi certo berrete il calice che io bevo e sarete battezzati del battesimo del quale io sono battezzato; ma quanto al sedersi alla mia destra o alla mia sinistra, non sta a me concederlo, ma è per quelli a cui è stato preparato” v.38-40.

Forse immaginavano che Lui si riferisse ai lussi del banchetto messianico, mentre alludeva alla sofferenza e alla via della croce. Giacomo e Giovanni bramavano dunque l'onore, il potere, la sicurezza, mentre il Signore offriva rinuncia, servizio e sofferenza. Con le sue parole “ma non è così fra voi”, il Signore Gesù indicava che ci sono nel mondo due comunità distinte. Con due diverse gamme di valori; il simbolo dell'una è il trono, il simbolo dell'altra è la croce.