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martedì 2 luglio 2024

Salmo 19

“I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani” v.1.

I cieli raccontano la gloria di Dio. La natura è un libro straordinario da leggere. Contiene vari capitoli, uno di questi è il cielo. Esso è il più glorioso nella sua grandezza e estensione e racconta, testimonia di Dio. L'estensione di questa testimonianza è immensa, benché le stelle riempiano il firmamento le distanze fra loro sono talmente grandi da essere misurate in milioni di chilometri. Se il creato è così immenso quanto più immenso sarà colui che lo ha creato. Il salmista dichiara: I cieli raccontano (o stanno raccontando) che meglio esprime la loro testimonianza continua.

Nel giardino dell'Eden non era necessario, ma dopo la caduta, Satana riuscì a allontanare dalle menti e dai cuori delle sue creature la centralità di Dio. Ora si rendeva necessario che ci fosse una testimonianza della sua gloria. La creazione è una testimonianza, sia i Romani 1 che questo salmo ce lo dicono. 

Ci sono prove nella creazione che tutto è di Dio. Romani 1 ci dice che l'uomo è del tutto privo di scuse riguardo a questa testimonianza, eppure tutto ciò è stato ignorato. Il Signore Gesù ci ricorda in Giovanni 5:17, "Il Padre lavora fino ad ora, e io lavoro", immediatamente  iniziò a lavorare per il recupero della Sua creatura. Quindi, se riceviamo  il “racconto” di ogni "giorno"  è Dio che inizia a lavorare per il completo recupero del creatura.  Quest'opera non è completa fino a quando Dio non ha riguadagnato quel posto di cui è stato privato dall'usurpatore.

“Un giorno rivolge parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra. Non hanno favella, né parole; la loro voce non si ode, ma il loro suono si diffonde per tutta la terra, i loro accenti giungono fino all'estremità del mondo. Là, Dio ha posto una tenda per il sole, ed esso è simile a uno sposo che esce dalla sua camera nuziale; gioisce come un prode lieto di percorrere la sua via. Egli esce da una estremità dei cieli, e il suo giro arriva fino all'altra estremità; nulla sfugge al suo calore " (v.2-6).

Passando brevemente al riferimento alla creazione, la testimonianza è universale, va a tutte le nazioni su questa terra, tutte dipendono dalla stessa azione del sole, proprio come dipendiamo da Dio per ogni cosa. In riferimento a quella testimonianza il versetto 2 ci dice  chiaramente che c'è una comunicazione in questo, è un riferimento al fatto che qualcosa viene trasmesso. Il “sermone” delle stelle si diffonde per tutta la terra e il suo messaggio fino all'estremità del mondo. Nella sua applicazione universale di questa testimonianza della creazione, non c'è voce udibile come c'era con i profeti, ma tuttavia c'è la testimonianza si diffonde. Anche il sole rende la sua testimonianza e splende in ogni direzione e nulla sfugge al suo calore.

" La legge del SIGNORE è perfetta, essa ristora l'anima; la testimonianza del SIGNORE è veritiera, rende saggio il semplice” ver. 7.

Dalla testimonianza della creazione fisica ci rivolgiamo improvvisamente al lato morale delle cose, poiché immediatamente dice: "La legge del Signore è perfetta". Questo è un secondo libro quello della rivelazione. Queste due cose dovrebbero colpire la nostra attenzione. Il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me. Fa questi due libri c'è tuttavia una sostanziale differenza. La creazione rivela un Dio grande, immenso, potente ma la legge ci presenta Dio le cui parole sono: perfette e ristorano l'anima e la sua testimonianza è vera e poi gli attribuisce quattro proprietà giuste, che rallegrano il cuore, limpide ed illumina gli occhi. Quindi abbiamo la perfezione di tale legge di Dio e la testimonianza di quella legge che è certa. 

"I precetti del SIGNORE sono giusti, rallegrano il cuore; il comandamento del SIGNORE è limpido, illumina gli occhi.  Il timore del SIGNORE è puro, sussiste per sempre; i giudizi del SIGNORE sono verità, tutti quanti sono giusti sono più desiderabili dell'oro, anzi, più di molto oro finissimo; sono più dolci del miele, anzi, di quello che stilla dai favi"  v.8-10. 

Qui il salmista parla della Legge del Signore non solo come la legge data a Mosè ma in un modo più ampio come solo la Parola di Dio può avere. La definisce: testimonianza del Signore, i precetti del Signore, il comandamento del Signore, il timore del Signore e i giudizi del Signore. I loro valore non è paragonabile a quello dell'oro o al miele che stilla spontaneo e si riferisce al meglio della natura di questo mondo possa dare, ma niente di tutto ciò è paragonabile alle cose di Dio. 

"Anche il tuo servo è da essi ammaestrato; v'è gran ricompensa a osservarli" (V.11).

Queste parole sono di grande attualità in un mondo come questo. Questo mondo è nelle tenebre e senza le Scritture e lo Spirito Santo non potremmo attraversare questo mondo con successo perché è un labirinto, un labirinto intricato dentro al quale ogni uomo si perde, quindi abbiamo bisogno della guida e dei suggerimenti della Scrittura. Facciamo attenzione a tutto ciò che essa ci dice perché è per la buona riuscita del nostro cammino affinché non ci smarriamo. E' nell'osservanza della Sua Parola che il credente trova la realizzazione della sua vita e riesce a realizzare quanto le benedizioni di Dio siano grandi.

"Chi conosce i suoi errori? Purificami da quelli che mi sono occulti" (V.12).

Nel cristianesimo tutto deve essere vissuto come una liberazione dalla schiavitù in 'Adamo'.  La nostra vita per la quale viviamo volta a togliere tutto ciò che ci aveva dominato quando camminavamo dietro il principe di questo mondo. Un tempo siamo stati inconsapevoli del nostro stato di peccato ma ora dobbiamo vivere ricercando tramite i suoi insegnamenti tutto ciò che può ostacolare il nostro nuovo cammino.

"Trattieni inoltre il tuo servo dai peccati volontari, e fa' che non prendano il sopravvento su di me; allora sarò integro e puro da grandi trasgressioni" (V.13).

Non siamo nel buio, e se viviamo alla luce del Signore non saremo guidati da quelle cose presuntuose. Qui oltre ai peccati volontari menziona anche le “trasgressioni deliberate” o peccati volontari. Se ciascuno di noi sarà in grado di sfuggire alla loro influenza allora sarà integro e puro dinanzi a Dio in quanto che avrà permesso alla Sua Parola di vivere realmente nel suo cuore.

"Siano gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza, o SIGNORE, mia Rocca e mio redentore!" (V.14).

Questo ci porterebbe alle parole del Signore Gesù in Matteo 15, "Non ciò che entra nella bocca contamina l'uomo; ma ciò che esce dalla bocca, contamina l'uomo". Non esistono cose per il cristiano come i cibi puri e impuri come c'erano per gli ebrei. Giacomo ci parla anche dell'abilità dell'uomo di domare ogni sorta di animali, leoni, cavalli, uccelli, ma poi dice  che " la lingua non la può domare" (3: 8). La lingua è l'espressione di ciò che risiede veramente nel nostro cuore. Qui invece il cuore è ripieno delle cose grandi di Dio e di conseguenza la sua bocca esprime cose gradite davanti al Signore. Questo termine “gradite” è solitamente usato nella Scrittura in relazione all'offerta di sacrifici sull'altare. Il profumo che saliva a Dio era gradito perché gli ricordava l'opera di Cristo. Così le parole della nostra bocca devono fare altrettanto.