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lunedì 29 luglio 2024

Voi non volete

<Siamo sulla riva di un oceano, gridando nella notte e verso il vuoto. Ogni tanto ci risponde una voce da fori della notte, ma è la voce di qualcuno che sta annegando e tosto il silenzio si richiude su di lui>. 

Parole ben tristi. Il filosofo Russel che ha scritto queste poche righe confessa di non essere cristiano per questo può parlare di grida “verso il vuoto” e di morte “senza speranza”. Eppure aveva udito più volte il messaggio dell'Evangelo.

Molti uomini hanno un cuore così incredulo e chiuso alle cose di Dio che considerano sia il cielo che l'inferno come delle inezie. Si parli loro della gloria del cielo o si annuncino i tormenti eterni, reagiscono come fossero addormentati. Le parole di avvertimento sono come palle lanciate contro un muro: rimbalzano verso coloro che le pronunciano. Toccate le loro piaghe morali, resteranno insensibili. Parlate loro di peccato e vi sorrideranno divertiti. La terra tremerebbe più facilmente di loro.

Sono tristi, vuoti, senza speranza.  Meritano proprio il rimprovero: “eppure non volete venire a me  per aver la vita!” Giov. 5:40.

Verrà un giorno in cui saranno colti da uno spavento indescrivibile. Dovranno rendere conto di tutti i loro peccati. Hanno rifiutato il perdono, hanno chiuso gli orecchi dinanzi al messaggio di perdono. Il Signore è venuto, Lui era il principe della pace (Isaia 9:5), ha bussato alle loro porte ma non hanno voluto aprire. Ora non resta che il giudizio. Hanno fatto liberamente questa scelta. Avranno l'eternità per misurare tutta la loro follia. Il pensiero stesso di questo rifiuto sarà il loro tormento, perché comprenderanno di aver fatto una perdita irreparabile. Il pensiero di essere loro stessi gli artefici della loro infelicità ne aumenterà l'angoscia.