Sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre.
Luca 1:32
…affinché
nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio, nei cieli, sulla terra e sotto la
terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio
Padre.
Filippesi 2:10-11
Gesù
Ogni anno,
a Natale, Gesù è presentato nella cristianità come un lattante coricato in una
mangiatoia. Ma il cosiddetto presepe, più che altro, fa parte del
folclore dei nostri paesi occidentali, generalmente si ignora il senso della
sua venuta sulla terra. Gesù non è forse considerato come un bambinello che ci
intenerisce, nato duemila anni fa, e nulla più?
Il termine
“bambino Gesù” sottolinea il modo semplice con cui è nato, e questo fatto
c’interpella tutti, poiché il bambino che nasceva lì, fra l’indifferenza
generale, era nientemeno che il Figlio di Dio, colui che ha creato la terra e
tutto quello che contiene. Volendo visitare la sua creatura, ha scelto di farlo
nel modo più umile, e questo ci colpisce. Ma questo non deve farci dimenticare
chi egli è, né quello che l’angelo disse a sua madre, prima della sua nascita:
“Sarà grande”. Questa grandezza morale possiamo vederla negli Evangeli. Dio è
stato glorificato in tutto quello che Gesù ha fatto, dalla nascita alla morte,
e per due volte ha dichiarato: “Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi
sono compiaciuto” (Matteo 3:17 e 17:5). Infatti l’ha risuscitato e lo ha fatto
sedere alla sua destra, conferendogli per sempre quel posto d’autorità e di
gloria.
Gesù vive
in eterno e dovrà un giorno giudicare il mondo. Ognuno avrà a che fare con lui.
Oggi si presenta ancora come Salvatore; non lasciate passare questa fine
d’anno senza accettare Gesù, non come un bambino che intenerisce, ma come il
“grande Dio e Salvatore Gesù Cristo” (Tito 2:13).