“Benedici, anima mia, il SIGNORE; e tutto quello ch'è in me, benedica il suo santo nome.Benedici, anima mia, il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità” Sl 103:1-2.
I salmi rispecchiano le emozioni del nostro cuore dinanzi alla grazia di Dio e l'invito che il salmista rivolge a se stesso è quello di non dimenticare nessuno dei suoi benefici. Un promemoria necessario perché spesso tendiamo a dimenticare e...dimentichiamo di ringraziare. Poi inizia una lista delle benedizioni ricevute ricevute da Davide e che costituiscono per lui un lungo elenco di argomenti di lode. Egli sceglie alcune delle “perle” più preziose che ci sono state donate dall'amore divino. Perdona le tue colpe (perdona è al presente), salva la tua vita dalla fossa, ti corona di bontà e compassioni ecc.
“Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; egli è il mio salvatore e il mio Dio” Sl 42:5.
Spesso la nostra “anima”, qui vista come sede dei sentimenti (il nostro cuore), si fa inquieta, ma la fede guarda in alto e sfida la tensione del cuore oppresso. La fede si confronta con le sue paure, la sua speranza discute con i suoi dolori. Davide rimprovera Davide ad uscire fuori dal suo scoraggiamento. Ignorare lo stato del nostro cuore non è una buona medicina. Perché ti abbatti, perché ti agiti? Perché così spesso il mio cuore è agitato? Le giustificazioni non sono sufficienti a giustificare questo scoraggiamento. Cos'è che ti affligge?
“Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; egli è il mio salvatore e il mio Dio” Sl 43:5.
Ancora una volta il salmista parla con se stesso, esortandosi ad uscire dal suo stato di preoccupazione, apprensione. Perché la mia serenità se ne andata? Perché dentro di me c'è come un mare in tempesta? Si preoccupa del suo scoraggiamento, quasi meravigliato di questo suo stato e si esorta a sperare in Dio.
Anche il Signore in giov. 12. dirà ai suoi discepoli il vostro cuore non sia turbato. Un invito a non lasciarsi prendere dalla tristezza e dalle preoccupazioni.
“Il SIGNORE è la mia parte, io dico, perciò spererò in lui. Il SIGNORE è buono con quelli che sperano in lui, con chi lo cerca” Lam 3:24-25.
Questa volta è Geremia a dialogare con il proprio cuore, se guarda da una parte non vede altro che preoccupazioni, ma dall'altra vede la fedeltà di Dio, la sua grazia e le sue compassioni.
“Il mio cuore mi dice da parte tua: Cercate il mio volto!” Sl 27:8.
Da notare che l'esortazione è al plurale, rivolto cioè a tutti i credenti. Davanti alle preoccupazioni che cercano di insidiare il nostro cuore, risuona questo invito. Dove tutte le altre voci falliscono, la voce del Signore rimane l'unica sorgente e l'unico ristoro.