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venerdì 2 agosto 2024

I tre errori di Naaman

Naaman è capo dell'esercito dei Siri, un eroe coperto di gloria e di considerazione. E tuttavia qualcosa fa di questo grande personaggio il più infelice degli uomini. La sua bella uniforme poggia su di un corpo roso dalla lebbra.  Così come la malattia del peccato ha corrotto tutti gli uomini, anche i più illustri. 

Ora nella sua casa abita una fanciulla israelita, condotta in Siria come prigioniera di guerra, serviva la moglie del grande capo militare. Un giorno ella le disse: “Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che sta a Samaria! Egli lo libererebbe dalla sua lebbra!” 2 Re 5:3. Naaman si mise in cammino per ottenere la guarigione tanto desiderata, ma commise tre gravi errori.

1. Innanzi tutto andò dalla persona sbagliata. Senza dubbio credeva di fare bene recandosi dal re d'Israele con una lettera. Pensava forse che egli avrebbe interceduto presso il profeta o avrebbe ordinato lui di guarirlo.

2. In seguito Naaman vuole meritare e pagare la sua guarigione: porta un ricco dono: dieci talenti d'argento, seimila monete d'oro e dieci vesti di ricambio. Il profeta non fece nessun caso a tutto ciò. L'uomo sarà guarito secondo la perfetta grazia di Dio, oppure non lo sarà.

3. Infine Naaman contesta il mezzo di guarigione. Si aspettava di essere trattato con più onore. Immergersi sette volte nelle acque del Giordano gli sembra una cosa troppo facile e nello stesso tempo umiliante. Molte persone non riescono ad accettare che la salvezza sia interamente gratuita e non desiderano ubbidire a la voce che gli invita a fare un gesto di fede così semplice, anche perché questo atto comprende lo spogliarsi dei nostri vecchi abiti “E, voltatosi, se n'andava infuriato. Ma i suoi servitori si avvicinarono a lui e gli dissero: Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una cosa difficile, tu non l'avresti fatta? Quanto più ora che egli ti ha detto: Lavati, e sarai guarito?” v. 12-13. I servitori più saggi di lui, gli consigliarono di ubbidire semplicemente alla parola di Eliseo.

“In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” Atti 4:12.

Molti trovano la salvezza troppo semplice. L'istruzione data a Naaman è la stessa di quella del Signore al cieco nato: “Va, lavati” (Giov. 9:7). Dio chiede una cosa molto semplice: Chiede di riconoscersi bisognoso e contaminato, morto nei propri falli (Ef. 2:1,5) e solo allora può agire in grazia verso l'uomo.