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sabato 10 agosto 2024

Evangelo secondo Marco - capitolo 1:1

L'AUTORE

 

Questo Vangelo è  stato scritto quasi certamente da Giovanni Marco. Sua madre Maria viveva a Gerusalemme (Atti 12:12). Era nipote o cugino di Barnaba, e fu preso da lui e dall'apostolo Paolo come servitore nel loro primo viaggio missionario (Atti 12:25; 13:5). Tuttavia, in Panfilia, Marco li lasciò  e tornò a Gerusalemme. Il suo comportamento portò alla separazione tra Paolo e Barnaba, poiché Barnaba volle portare Marco con sé nel secondo viaggio missionario (Atti 15:37–39) mentre  Paolo era contrario. Passarono diversi anni senza alcuna notizia di Maro. Considerando Filemone (24) e Colossesi (4:10),si può supporre che Marco sia stato completamente ristabilito, divenendo un utile collaboratore di Paolo, che rende di lui una bellissima testimonianza in 2 Timoteo (4:11). Anche l'apostolo Pietro riferisce di Marco e lo chiama suo “figlio” (1 Pt 5:13). Con ciò indica, probabilmente, un rapporto spirituale particolarmente stretto esistente tra lui e Marco. Marco, come Luca, non era un apostolo e non era un testimone oculare degli eventi avvenuti nei giorni in cui il Signore era sulla terra.

Questo servitore, che in precedenza aveva fallito ma che fu poi completamente ristabilito dalla grazia di Dio, viene utilizzato dallo Spirito Santo nella Sua saggezza per scrivere il vangelo che presenta il Signore come il perfetto servitore di Dio.

L’inizio del vangelo di Gesù Cristo, il Figlio di Dio” (1:1).

Come già detto Marco inizia il suo Vangelo in modo molto diretto e senza alcun riferimento alla nascita o alla genealogia del Signore, come fanno Matteo e Luca. Quando si tratta di descrivere un servitore, la parentela o la nascita non sono importanti. L'unica cosa che conta per un servitore è che svolga fedelmente il suo servizio.

Lo Spirito Santo veglia  per far capire che il Signore è stato ed è in ogni tempo il Figlio di Dio, nonostante la sua profonda umiliazione sulla terra. Troviamo questa verità menzionata  nel primo versetto del Vangelo e nel capitolo 15:39, alla fine del libro.

Forma quindi una specie di cornice attorno all'intero Vangelo.

È l’inizio del vangelo di “Gesù Cristo, il Figlio di Dio”. Il Signore si presenta in tutta la Sua dignità di uomo perfetto (Gesù Cristo) e di Dio (Figlio di Dio), che viene su questa terra “manifestato in carne” (1 Tim. 3:16). Porta il nome Gesù, che significa «il Signore è salvezza» (cfr nota a Mt. 1:21). Questo è il nome che Egli porta come uomo, l' unico nome “nel quale dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12). Ma è anche il Cristo, «l’Unto di Dio», l’uomo del consiglio di Dio.

Nel Suo Figlio, Dio inizia ad annunciare il Vangelo, la buona notizia (Eb. 1:2).

I due punti principali di questa buona notizia sono il pentimento e la fede, come mostrato nei versetti 14 e 15.

Ogni volta che leggiamo di un “inizio” nella Scrittura, possiamo aspettarci qualcosa di molto speciale. Funziona così, ad esempio:  in Genesi 1:1  in relazione alla creazione di Dio, in Giovanni 1:1 in relazione alla Parola eterna e qui all'inizio della descrizione del Signore nell'umiltà di servo sulla terra.