IL BATTESIMO DEL SIGNORE NEL GIORDANO
“In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu
battezzato da Giovanni nel Giordano. A un tratto, come Egli usciva dall'acqua,
vide aprirsi i cieli e lo Spirito scendere su di Lui come una colomba. Una voce
venne dai cieli: Tu sei il mio diletto Figlio; in Te mi sono compiaciuto”
(1:9-11).
Il Signore
viene qui presentato come “Gesù di Nazaret di Galilea”. Questo Lo mostra come
Colui che “ha spogliato se stesso” (Fil. 2:7),
poiché Nazareth era una città disprezzata (vedere
Giovanni 1:46) e la Galilea un’area altrettanto disprezzata. Si pensa che le
definizioni “popolo che cammina nelle tenebre” e “nell’ombra di morte” di Isaia 9,1 si riferiscano agli abitanti e al territorio
della Galilea (cfr Mt 4:15.16).
“Gesù il
Nazareno” era il nome
sprezzante dato al Signore dalle persone che Lo rifiutavano, eppure Egli portò
questo nome con Sé in cielo (Atti 22:8).
“Subito”
questa espressione, caratteristica del vangelo di Marco, viene usata per la
prima volta nel versetto 12. In senso figurato, un uomo di Nazaret doveva
sicuramente trascorrere del tempo nel Giordano perché aveva molti peccati da
confessare. Ma il Signore può uscire “subito” dal Giordano. Lui è puro e
interamente senza peccato.
I cieli si
aprono su questa scena: Dio non permette che ci sia confusione riguardo a chi
si aggiunge alle file dei battezzati e, dal cielo, dà una duplice testimonianza
riguardo all’“uomo di Nazareth”:
1. Dio, lo Spirito Santo, discende visibilmente sul Signore Gesù sotto forma
di colomba.
2. Si
ode la voce di Dio Padre che Lo identifica
come il Figlio prediletto.
In questo
duplice carattere, la testimonianza di Dio riguardo al Figlio corrisponde ai
requisiti della legge per una testimonianza valida e vera (Giovanni
8:17; Deuteronomio
19:15). Allo stesso tempo, la testimonianza dello scrittore Marco
riguardo al Signore Gesù (v. 1) viene confermata in una prospettiva divina.
Marco aveva parlato del Signore Gesù come del "Cristo", l'unto;
questa unzione avviene nel versetto 9 attraverso la venuta dello Spirito Santo
sul Signore (Luca 4:18; Atti
10:38). Marco parlò inoltre del Signore Gesù come del “Figlio di Dio” e Dio
Padre lo testimonia nel versetto 10.
L'evento del
versetto 10 ricorda molto l'oblazione di fior di farina descritta in Levitico 2:4, dove si afferma che doveva essere
"unta con olio" e dove si trova scritto: “ E' un sacrificio di odore
soave...è una cosa santissima” (9-10).
Nell'Antico
Testamento re, sacerdoti e profeti venivano ufficialmente insediati al loro
incarico mediante un'unzione con olio. E molte dichiarazioni mostravano che
anche il Messia promesso avrebbe avuto questa caratteristica dell' unzione (1 Sam 2:10; Sal 2:2;At 4:25-27; Sal 45:8;Is 11:1.2; 42 :1; 61:1; Dan
9:24,25). Queste profezie erano conosciute anche tra il popolo, perché il
Cristo era atteso come tale (Giovanni 1:41; 4:25, 29;
7:27, 31, 41, 42). Il Signore iniziò così il Suo ministero in completa conformità
con le Scritture.
Lo Spirito
Santo sotto forma di colomba simboleggia l'umiltà e la purezza come
caratteristiche speciali, in cui la potenza dello Spirito si sarebbe rivelata
nel Signore Gesù.
Solo qui in
Marco e in Luca 3:22 si trova l’espressione
diretta “Tu sei”. È il figlio prediletto
del Padre. Da Giovanni 17 sappiamo che l'amore tra il
Padre e il Figlio esisteva nell'eternità prima del tempo. E il Padre ora
testimonia questa impronta di eternità nel suo Figlio fattosi uomo (servo), che
avrebbe camminato in umiltà.