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giovedì 22 agosto 2024

Evangelo secondo Marco - Capitolo 1:40-45

LA GUARIGIONE DI UN LEBBROSO

 

Venne a lui un lebbroso e, buttandosi in ginocchio, lo pregò dicendo: Se vuoi, tu puoi purificarmi! Gesù, impietositosi, stese la mano, lo toccò e gli disse: Lo voglio; sii purificato! E subito la lebbra sparì da lui, e fu purificato. Gesù lo congedò subito, dopo averlo ammonito severamente, e gli disse: Guarda di non dire nulla a nessuno, ma va', mostrati al sacerdote, offri per la tua purificazione quel che Mosè ha prescritto; questo serva loro di testimonianza. Ma quello, appena partito, si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare apertamente in città; ma se ne stava fuori in luoghi deserti, e da ogni parte la gente accorreva a lui”  (1:40-45).

La guarigione del lebbroso in questo capitolo, e quella del paralitico all'inizio del capitolo 2,  mostrano che il Signore non è venuto solo per guarire i malati e liberare dal diavolo, ma anche per affrontare la bassa condizione morale del popolo di Israele che era contaminato dal peccato e del tutto impotente.

La lebbra, malattia comune in Israele, aveva ricevuto particolare attenzione nella Legge di Mosè; infatti troviamo  molte “istruzioni” e cerimonie a suo riguardo (ad esempio Lev. 13 e 14). Da questi brani è facile  capire che essa è un'immagine particolare del peccato, nel senso che contamina il peccatore, lo esclude dalla presenza di Dio e dai privilegi della comunione con Lui.

In questo caso, guarendo il lebbroso, il Signore mostra che è venuto per purificare il peccatore dai suoi peccati. È Lui il mediatore che si interpone tra Dio e il peccatore, rendendolo idoneo alla presenza di Dio.

Marco descrive in modo molto vivido come il lebbroso si rivolga al Signore Gesù e Gli chieda di essere guarito. Essendo lebbroso, normalmente non avrebbe dovuto avvicinarsi a persone sane. Ma riconosce nella presenza del Signore Gesù  l'unica occasione per poter essere guarito. La sua richiesta esprime piena fiducia nel potere e nella capacità del Signore di aiutarlo, sembra però dubitare della Sua volontà di fare questo per lui.

La risposta e le azioni del Signore dissipano ogni dubbio nel cuore del lebbroso: il Signore non solo ha il potere e la capacità di guarire, ma vuole farlo. Egli prova compassione quando vede il lebbroso nel suo stato di  peccato e nella sua angoscia, e non lo respinge. Non sarebbe stato necessario toccare il lebbroso per guarirlo ma il Signore, che è al di sopra di ogni possibilità di contaminazione, lo tocca nella Sua compassione e nella Sua potenza. Subito la lebbra scompare e l'uomo è completamente purificato: quando il Signore interviene compie l'opera in modo completo.

Anche oggi la Sua volontà è che tutte le persone siano salvate (1 Tim 2:4; 2 Pt 3:9), e salva tutti coloro che riconoscono di essere “completamente lebbrosi”, si pentono e si rivolgono a Lui con fede. Questo è ciò che tutti i veri credenti hanno sperimentato(Efesini 2:4,5).

Più volte nei Vangeli è riportato che il Signore era «commosso interiormente». Anche il Samaritano si commosse vedendo l'uomo aggredito dai ladroni; questo è il giusto atteggiamento per poter aiutare credenti e non credenti, e  dovrebbe caratterizzare anche il nostro modo di agire

Le parole del Signore nei versetti 43 e 44 confermano il fatto che il servitore perfetto non cerca la propria gloria. Le Sue opere servirono a sostenere e rafforzare le Sue parole. Non era venuto per abolire la legge ma per adempierla e quindi mandò la persona guarita dal sacerdote affinché questa guarigione miracolosa fosse ufficialmente confermata, come previsto dalla legge. L’attenzione non doveva essere rivolta alle persone ma a Dio. L'uomo guarito divenne una testimonianza vivente che Dio, come una volta aveva purificato Naaman il Siro, ora aveva guarito quest'uomo proveniente dalla disprezzata Galilea. E questo Dio lo fece per mezzo del suo servo Gesù, che il popolo e i governanti rifiutarono di riconoscere. In questo modo l’opera di Dio, compiuta per mezzo del Signore Gesù, ha ricevuto la testimonianza del  sacerdote e della legge, poiché solo Dio può guarire la lebbra.

La persona guarita doveva andare immediatamente al tempio per offrire ciò che era prescritto. Questa è anche la parte di tutti coloro che si avvicinano alla fede oggi. Abbiamo accesso al santuario per avvicinarci a Dio come adoratori.

Quest’uomo però non fa quello che il Signore gli ha comandato: diffonde la notizia della sua guarigione. Ancora oggi nel cristianesimo fanno più notizia le cose che coinvolgono i nostri sensi che la persona del Signore, spesso messa in secondo piano.

Il Signore, non volendo attirare l'attenzione, si ritira nuovamente in luoghi solitari per stare in comunione con Suo Padre. Questo è ciò di cui abbiamo bisogno anche noi dopo ogni servizio: entrare nel silenzio davanti a Dio per ricevere nuova forza e riallinearci con Lui.