1.1.2 I propositi di Dio
Non temiamo di approfondire un tale soggetto. Non si può
avere una giusta visione di tutto ciò che è in rapporto con la Chiesa se non si
presta attenzione a quello che le Scritture rivelano del disegno di Dio verso
di essa, per la Sua gloria.
La Chiesa è nei consigli eterni di Dio destinata a condividere la gloria di Cristo, che è divenuto il Figlio dell’uomo per morire per noi, che è risuscitato dai morti, ed ora è seduto alla destra di Dio nel cielo. Ben presto «secondo il mistero della sua volontà» Dio riunirà in uno tutte le cose in Cristo, «tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra» (Efesini 1:10).
La Chiesa sarà associata a questo Re. Gli è data perché Egli sia capo di tutte le cose e perché gli sia unita come il suo stesso corpo, «il compimento (o la pienezza) di Colui che porta a compimento ogni cosa in tutti» (Efesini 1:23). Per un tale avvenire essa è stata formata!
1.1.3 La sua precisa posizione
Da quanto considerato si comprende la particolare posizione
assegnata quaggiù alla Chiesa. Il credente, benché nel mondo, non è del mondo,
perché Cristo non lo è (Giovanni 17:14).
La «chiamata fuori» dalla comunità ebraica di Gerusalemme la troviamo descritta in Atti 2:47 e Atti 5:14; quella di Atti 18:7 e Atti 19:9 fa uscire i credenti dal giudaesimo in generale; quanto alla separazione dei pagani, era ovvia (Galati 1:4; 1 Corinzi 12:2).
In 1 Corinzi 10:32 troviamo la più netta distinzione possibile: «Non siate motivo di intoppo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio». I Giudei erano il popolo terreno di Dio, in procinto di essere rigettati, i Greci rappresentavano il rimanente degli uomini; la «Chiesa di Dio» è formata da coloro che non sono più né Giudei né Greci, ma «uno in Cristo Gesù» (Galati 3:28).
1.1.4 La sua composizione
La Chiesa è formata unicamente da coloro che posseggono la
vita nuova di Cristo, la vita di Dio. «Noi tutti abbiamo ricevuto il battesimo
di un unico Spirito per formare un unico corpo, e Giudei e Greci, e schiavi e
liberi, e tutti siamo stati abbeverati di un unico Spirito» (1 Corinzi 12:13).
Questi «noi» sono evidentemente, con l’apostolo, coloro ai quali si indirizza
la sua epistola, cioè i santificati in Cristo Gesù, «chiamati ad essere santi»
(1 Cor. 1:2). Essi appartengono a Cristo, Egli è il «Signore loro e nostro». Li
ha acquistati a Dio per mezzo del suo sangue e il suo Spirito dimora in loro.
Essi «sono di Cristo» (Galati 3:29). Sono tutti accettati da Dio come figli. La
loro posizione davanti a Lui è la stessa di Cristo; potrebbe Dio accettare qualcuno
che non sia «in Cristo»?
Tutti i credenti senza distinzione fanno parte per sempre della Chiesa: la loro posizione relativa alla salvezza è sicura. Quando, però, dei non credenti si vantano di far parte della Chiesa cristiana, o quando una «chiesa» che si nomina cristiana annovera tra i suoi membri e associa alla sua vita persone palesemente inconvertite, la responsabilità è molto grave. Non sono i riti o le formalità esteriori, come il battesimo, che salvano, ma la fede personale in Gesù Cristo. Lo Spirito Santo mette il suo sigillo su questa fede e la manifesta.
La Chiesa è formata da tutti i credenti, dal giorno della discesa dello Spirito Santo alla Pentecoste, fino alla venuta del Signore. Questo insieme, completo, Cristo lo presenterà a se stesso come Chiesa gloriosa, senza macchia, né ruga, né alcuna cosa simile (Efesi 5:27). Sino a quel glorioso momento, gli insegnamenti dati dalla Parola riguardano la Chiesa sulla terra, formata dai credenti viventi e di cui Cristo si prende cura (v. 26), cioè la Chiesa come insieme dei credenti esistenti sulla terra nello stesso momento. Non possono conoscersi tutti, ma Dio conosce tutti i suoi figli; essi sono tutti allo stesso titolo membri della sua Chiesa. L’unità proviene dal fatto che hanno tutti la stessa vita, quella di Cristo risuscitato.
(segue)