L’inizio di questa lettera è meraviglioso. Ci mette davanti ai nostri occhi la gloria di Cristo, il quale, come Figlio di Dio, fu esaltato al di sopra degli angeli, e come uomo divenne un po' inferiore agli angeli, e per la sua obbedienza ricevette un nome più eccellente di loro. Chi può essere paragonato a Lui? Mosè e Aronne, gli uomini dell'antico patto, non possono reggere il confronto con Lui. In Lui, Dio stesso è apparso sulla terra e ha rivelato i pensieri del suo cuore, non attraverso i suoi servi, ma con la sua stessa voce.
“Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti” Ebrei 1,1.
Il principale intento dello scrittore è quello di mostrare l'assoluta superiorità del vangelo che è stato rivelato in Cristo, questo rispetto alla rivelazione parziale e incompleta data tramite i profeti. Non potevano, i profeti, dare una rivelazione così chiara e completa come quella che che il Figlio stesso ha dato. Entrambe le rivelazioni ebbero la stessa origine divina ma adesso Dio rivela pienamente se stesso in modo che l'uomo lo possa conoscere e avvicinarsi a Lui. Le varie profezie, periodiche e parziali, sono ora adombrate dalla perfetta e definitiva rivelazione di Dio tramite il Figlio.
Dio aveva parlato molte volte, in differenti modi e in molteplici maniere ma le rivelazioni profetiche erano frammentarie. Aveva parlato tramite sogni, visioni e profeti, qui ci è detto “anticamente” questo perché Malachia, l'ultimo nell'elenco dei profeti, era morto da più di 400 anni. Tale rivelazione venne data ai padri, cioè il popolo ebreo, perché a loro erano stati affidati gli oracoli di Dio.
La persona e la gloria del Figlio vengono portati a testimoniare di questa superiorità.
“in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi” ver.2.
La definitiva e completa rivelazione di Dio è giunta a noi per mezzo del Figlio (letteralmente in Figlio) questo per sottolineare la suprema grandezza di colui che è venuto a rivelarcela.
I profeti erano stati solo dei canali che comunicavano la Parola da parte di Dio ma Cristo era la Parola stessa e la Sua rivelazione è unica.
“Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere” Giov. 1:18.
Il Signore Gesù dichiarò: “Chi ha visto me, ha visto il Padre” Giov. 14:9. Cristo non parlò solamente per conto di Dio ma in qualità di Dio. L'antica rivelazione è dunque inferiore alla nuova, essa era stata data tramite uomini mortali e soggetti al peccato e non possedevano ne l'autorità ne la dignità del Figlio e per mettere in ancor più in risalto l'infinità superiorità del Figlio, lo scrittore lo presenta come “L'erede di tutte le cose”. L'universo stesso gli appartiene ed è per mezzo di Lui che Dio ha creato i mondi.
“Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi” ver.3.
Cristo è la perfetta rappresentazione del Padre. Tutte le perfezioni divine sono presenti in Lui. Questo non si può dire di nessun altro. Ecco perché vediamo Dio in Lui in tutto ciò che dice e fa. In Lui si vede la gloria di Dio; In Lui si esprime la natura di Dio, tanto che Egli può dire: “Chi vede me vede colui che mi ha mandato” (12,45). Giovanni dice: La vita eterna che era presso il Padre ci è rivelata. E Paolo dice: Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito, il capo di tutta la creazione. Di conseguenza, Egli sostiene tutte le cose con la parola della Sua potenza. E' Lui che sostiene ogni cosa, non vi è nulla di statico, è Cristo che con la Sua onnipotenza sostiene tutte le cose. L'universo stesso si muove con ordine proprio perché sostenuto dal Signore. Tutta la creazione trova il Lui il proprio sostegno. Se vediamo del disordine e della rovina la vediamo solo in questo mondo che è soggetto all'uomo. Egli è presentato come: “ lo splendore della sua gloria e impronta della sua essenza” .
Ma la gloria successiva è la più stupefacente “dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi” Il creatore e il governatore dell'universo si è fatto carico dei peccati. Per creare l'universo non dovette fare altro che parlare, ma per togliere i peccati una volta e per sempre Egli dovette morire sulla croce del Golgota. E' straordinario l'amore di Dio, guardando a Cristo che sceglie di abbassarsi, divenendo il mezzo di salvezza per tutti gli uomini e ora possiamo contemplare la Sua esaltazione quale Signore seduto su di un trono “alla destra della Maestà nei luoghi altissimi”, posizione di onore e privilegio datagli da Dio che lo ha sommamente esaltato (Isaia 52:13). Questa gloria è stupefacente; una gloria divina, ma rivelata nel figliolo dell'uomo.
“Così è diventato di tanto superiore agli angeli, di quanto il nome che ha ereditato è più eccellente del loro” ver.4.
Lo scrittore della lettera mostra ora che il Signore Gesù sta al di sopra degli angeli, delle creature celesti definite: “potenti e forti” Salmo 103:20. Queste creature potenti e forti sono chiamate ad obbedire cioè ad essere sottomesse alla Sua voce e questo lo fa per mostrare la superiorità della rivelazione cristiana rispetto a quella ebraica. Gli angeli avevano avuto un considerevole ruolo in quest'ultima, era quindi necessario che una comparazione degli angeli con il Figlio fosse fatta. Dio si è avvalso spesso del ministero degli angeli nei suoi rapporti con il popolo di Israele e con i suoi padri. Gli ebrei avevano "ricevuto la legge promulgata dagli angeli" e se ne vantavano (Atti 7:53; Eb 2:2 ; Gal 3:19); e apparizioni di esseri angelici furono frequenti nell'arco della storia del popolo di Dio.
Prima della Sua elevazione Egli era stato fatto a motivo dell'incarnazione, un poco inferiore agli angeli ma con la sua resurrezione, Dio, lo ha esaltato e posto sul trono nella gloria altissima.