Egli dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò.
Luca 15:20
Il Padre stesso vi ama.
Giovanni 16:27
Peter
terminò così la lettura della parabola del figlio ribelle del Vangelo di Luca,
ma nei giorni seguenti non riuscì a liberarsi da quel racconto. Gli venivano in
mente ricordi che aveva cercato di cancellare, l’amore sincero dei suoi
genitori, le loro tante attenzioni per lui, le sue disubbidienze… Ma cosa lo
aveva spinto ad abbandonare la sua famiglia? Certamente era stato un colpo di
testa, una decisione non riflettuta, una reazione assurda. Ma tutta la sua
famiglia era rimasta sconvolta. Che follia! Lui adesso era costretto ad
esibirsi in strada per sbarcare miseramente il lunario…
Un
giorno pensò di andare a trovare quel cristiano che gli aveva dato il libretto,
il Nuovo Testamento. La conversazione si avviò rapidamente.
–
La storia di quel figlio ribelle è la mia – disse subito – e ne ho vergogna.
–
Forse non sai – rispose il cristiano – che quella è la storia di ogni uomo,
anche la mia. Il padre della parabola è Dio, il nostro Creatore. Rileggiamo
insieme la seconda parte del racconto.
Peter
scoprì allora che la via del ritorno per lui era sempre aperta, non solo verso
i genitori ma soprattutto verso Dio. La
confessione sincera del suo passato lo condusse a Gesù, che divenne il suo
Salvatore, il suo Liberatore. Aveva fatto la stessa esperienza del figlio
ribelle della parabola, e Dio lo aveva accolto così com’era, senza rimproveri.
Tornò a casa e chiese perdono ai suoi genitori che lo accolsero senza rancore.
A tanti raccontò la sua storia, a tanti parlò del Signore e del Suo grande
amore.