Il mondo contemporaneo è decisamente mal disposto verso la predicazione. Le parole sono state in gran parte sostituite dalle immagini e i libri dallo schermo. Perciò la predicazione viene considerata una forma obsoleta di comunicazione che qualcuno ha definito: “l'eco rimasto di un passato lontano”.
Chi vuole ormai ascoltare dei sermoni?
La gente è attirata dalla televisione, ostile all'autorità e sospettosa delle parole. Di conseguenza in alcune comunità cristiane, la Parola di Dio viene relegata ad un ruolo di secondo piano, cercando altre forme di interesse.
Il Signore Gesù, citando un passo del Deuteronomio, aveva detto: “Sta scritto: Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” Matteo 4:4. Se questo è vero di ogni uomo tanto più è vero per la chiesa. La chiesa vive, cresce e prospera grazie alla Parola di Dio senza la quale langue e perisce.
Predicare è come tessere. Ci sono i due fattori dell'ordito e della trama. C'è l'elemento fisso e inalterabile, l'ordito, che per noi è la Parola di Dio, e c'è poi la trama per mezzo della quale si può formare un disegno sulla stoffa e questo è variabile. Sta al “predicatore” con gli esempi o con il modo caratteristico di parlare di dare forma al disegno ma questo avviene sempre sull'ordito che è “fisso”.
Il predicatore, quando si appresta a farlo, ha dei limiti ben precisi . Non è affatto libero di inventare o di scegliere la sostanza del messaggio, ma deve stare ben attento ad avere prima ascoltato quello che lo Spirito vuole comunicare alla chiesa.
Spero che siamo d'accordo sul fatto che tutta la predicazione cristiana sia predicazione biblica. Non lo facciamo per presentare delle nostre teorie o per compiacere a chi ci ascolta ma la predicazione è essenzialmente un'esposizione della Parola di Dio e proprio come chi fabbrica tessuti; collega il testo al contesto in modo tale da essere sia fedele al testo biblico sia sensibile al contesto moderno nel quale viviamo.