“Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli”.
Matteo 5:3
Beato chi ha cura del povero! Nel giorno della sventura il SIGNORE lo
libererà.
Salmo 41:1
Le Beatitudini, insegnate dal Signore Gesù nel Vangelo di Matteo (cap.
5) ci fanno pensare ai tanti credenti dell’Antico Testamento che sono definiti beati. Sono delle promesse che il
Signore ha fatto ai discepoli, ma sono valide per tutti quelli che mettono la
loro fiducia in Lui.
Queste promesse di
beatitudine ci sorprendono e forse ci sconcertano. Come si può essere felici
quando si è malati, o nel lutto, o perseguitati perché si pratica la giustizia?
Gesù, che è stato l’esempio perfetto di tutto ciò, comprende le nostre sofferenze.
Non disprezza le nostre lacrime, ma ci promette una felicità duratura,
addirittura eterna, perché ci fa realizzare già fin d’ora qualcosa del cielo.
“Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli”. Questa promessa del regno dei cieli non è
annunciata a quelli che si credono importanti o che sono orgogliosi e
soddisfatti di se stessi, ma agli umili, a quelli che non hanno nulla da far
valere, né tante buone intenzioni, né particolari atti generosi. Vengono a Dio
con le mani vuote, per accogliere mediante la fede il Suo perdono ed entrare
così nel Suo regno.
Questo “regno di Dio” indica una realtà
inaugurata dalla venuta di Gesù; si manifesta dove non dominano più la
rivalità, la gelosia, ma dove regnano giustizia, pace, gioia (Romani
14:17). Esso si realizza in primo luogo nel nostro cuore, quando riconosciamo
la signoria di Cristo e la Sua autorità sulla nostra vita.
(il seguito nei prossimi 7 lunedì)