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venerdì 24 gennaio 2025

24 gennaio - Morire ed essere con Gesù

Siamo pieni di fiducia e preferiamo partire dal corpo e abitare con il Signore.

2 Corinzi 5:8

 

Ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio.

Filippesi 1:23

 

 

Da ciò che la Parola di Dio ci rivela, possiamo dire che dopo la morte il credente è in uno stato di felicità cosciente. La sua anima aspetta ancora la risurrezione del corpo, è vero, ma è cosciente e felice alla presenza del Signore.

Questa era la certezza dell’apostolo Paolo. Egli scriveva che quando “partiamo (o siamo assenti) dal corpo”, “abitiamo (o siamo presenti) con il Signore”. Quand’era sulla croce, il Signore non disse al malfattore pentito, crocifisso al Suo fianco, che avrebbe dovuto aspettare il Suo regno per essere con Lui; anzi, gli disse: “Oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:43).

Prima di morire sotto i colpi pietra delle pietre, Stefano ha pregato: “Signore Gesù, accogli il mio spirito” (Atti 7:59). Lui sapeva che sarebbe andato subito in cielo dove aveva appena visto “la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra” (v. 55-56). Per il credente, dice ancora Paolo, la morte è un “guadagno” perché essere col Signore è “molto meglio”.

La speranza del credente è il ritorno del Signore; allora, i morti in Cristo risusciteranno e quelli ancora in vita saranno chiamati all’incontro con Lui (1 Tessalonicesi 4:16-17). “Tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d'occhio” (1 Corinzi 15:51-52). In questa attesa, noi “gemiamo – scrive l’apostolo Paolo – desiderando intensamente di essere rivestiti della nostra abitazione celeste” (2 Corinzi 5:2). Ma prima che questo si realizzi il credente morte può morire, ma è come se si addormentasse (Giovanni 11:11); il suo corpo diventa inerte, ma è pronto per il “risveglio” per essere, per sempre, alla presenza del suo Signore!