“Non sapete quel che succederà domani! Che cos'è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce” Giac. 4:14.
La nostra vita è così come Giacomo la descrive: “un vapore che appare per un istante e poi svanisce”. E' vero. Quando si è giovani, “l'alba” della nostra esistenza è appena iniziata, abbiamo un avvenire davanti, siamo pieni di entusiasmo e abbiamo sete di scoperte. Sembra che il tempo non passi mai, ma negli anni successivi si mette a volare, inesorabile e “la sera” sopraggiunge cogliendoci quasi di sorpresa e spesso trovandoci impreparati.
In generale nessuno accoglie con entusiasmo l'idea di invecchiare; la Parola di Dio descrive la vecchiaia come: “i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: Io non ci ho più alcun piacere” Eccl. 12:3.
Sono gli anni del deterioramento del proprio corpo. Dei malanni, delle forze che diminuiscono poco a poco. Soprattutto sono quelli che preludono il momento nel quale lasceremo il nostro corpo mortale alla terra mentre lo spirito salirà a Dio che lo ha dato (Eccl. 12:9).
Ricordo che molti anni fa un ricco imprenditore che abitava in una splendida villa proprio difronte a casa mia venne a mancare. Era noto oltre per le sue ricchezze anche per la sua vita piena di imbrogli e di affari poco “trasparenti”. Nonostante ciò il suo nome spiccava in prima fila nei consigli d'amministrazione delle più importanti società locali pubbliche e private.
Una signora, parlando con mia madre, della sua morte affermava: Se n'è andato rapidamente lasciando tutto dietro di se: le sue case, le sue ricchezze, i suoi onori.
Mia madre rispose: No, non ha lasciato tutto. Ciò che proprio avrebbe voluto lasciare ha dovuto portarlo con sé.
- Che cosa vuoi dire? Cosa avrà mai dovuto portare via?-
- I suoi peccati-
Sappiamo che fra gli uomini, sia la questione del peccato che quella della morte non siano argomenti graditi. La cosa strana è che “la religione”, volendo mitigare queste paure, è andata loro incontro con insegnamenti tali da lasciare ancora speranza come se dopo la morte ci fossero delle possibilità di salvezza per il peccatore. Ma la Bibbia fa tabula rasa di queste false speranze. Il Signore stesso dichiarerà: “affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra il potere di perdonare i peccati” Luca 5:24.
E' scritto proprio così: “sulla terra”, ovvero, durante la nostra vita.
“Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” Romani 10:9. Dove potremmo “confessare” e “credere” se non sulla terra?