In quei giorni egli (Gesù) andò sul monte a pregare, e passò la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli.
Luca
6:12-13
La
scelta dei dodici apostoli
Il
Signore Gesù lascia le folle per entrare in intimità col Padre per mezzo della
preghiera. Doveva anche intercedere per quegli uomini che avrebbe scelto e a
cui avrebbe affidato dei compiti importanti, come la predicazione e la capacità
di scacciare i demòni (Marco 3:14-15).
Il
Signore che prega il Padre, pur possedendo tutta la sapienza e la potenza
divine, è un esempio meraviglioso e ci fa capire che anche noi dobbiamo pregare Dio prima di qualunque scelta,
specialmente per le scelte importanti e decisive. Se ha pregato Lui, a maggior
ragione dovremmo farlo noi.
Dopo la
notte trascorsa in comunione col Padre, Gesù, con autorità, chiama i Suoi
discepoli, e fra questi sceglie i dodici apostoli. Ci può sorprendere la scelta
di Giuda, ma anche in quel caso il Signore aveva i Suoi motivi. Al momento
della chiamata, Giuda non era un traditore; lo è diventato dopo, per interesse
personale, fino al punto che Satana entrò in lui (Giovanni 13:27).
Ci sono
due nomi da cui possiamo trarre un insegnamento prezioso: Matteo, il pubblicano
(Matteo 9:9), e Simone lo Zelota (Luca 6:15). Rappresentano due estremi della
vita sociale. Il primo riscuoteva le tasse al servizio dei Romani, il secondo
faceva parte di un partito estremista, nemico acerrimo dei Romani. Quando il
Signore li chiama, questi due uomini si
amano e collaborano in pace nel servizio del loro unico Maestro. Questo non
dice nulla ai nostri cuori circa i rapporti con i nostri fratelli?