Dio della mia salvezza, io grido giorno e notte davanti a te. Giunga fino a te la mia preghiera; porgi orecchio al mio grido, perché l’anima mia è sazia di mali.
Salmo 88:1-3
Dire tutto a Dio
Nella Bibbia i Salmi occupano un ruolo
importante. In quei poemi e in quei canti troviamo tutte le sfaccettature della
vita del credente: la gioia d’essere perdonati, la gioia di meditare la Parola,
la lode verso Dio, la riconoscenza per le Sue liberazioni… Ma molti Salmi
esprimono anche la sofferenza, il disorientamento di colui che è attanagliato
dalle prove, dalla malattia, dalle ferite dell’anima…
Nel Salmo 88, l’autore grida al Dio
della sua salvezza. Si sente come prigioniero (v. 8), separato dai suoi amici
(v. 18), vicino alla morte (v. 3), colpito da Dio e dal Suo castigo, respinto
dalla Sua presenza (v. 14).
Amici credenti, non è che dobbiamo
prendere questo Salmo come modello di preghiera ma, in certe situazioni, nelle
nostre preghiere, ci potrebbe aiutare ad esporre al Signore il nostro dolore,
la nostra fiducia, i nostri bisogni e la nostra riconoscenza con un
atteggiamento vero ed umile. La fede non è mai un rifugio immaginario, ma una
realtà nella nostra vita, sia nei momenti luminosi sia in quelli più cupi. Possiamo dire tutto al Signore, i
nostri dubbi e i nostri problemi, le cose che ci fanno soffrire e che pesano
sui nostri cuori.
Scartare dalla preghiera certi aspetti
dolorosi della nostra vita vuol dire sottrarli alla bontà sovrana di Dio. Dio è
il fondamento della nostra esistenza ed è anche il nostro unico punto di
riferimento; è presente ed attento a tutto ciò che attraversiamo e vuole ridarci
fiducia se siamo scoraggiati.