“Che farò? Manderò il mio diletto Figlio; forse a lui porteranno rispetto”.
Luca 20:13
La
bontà di Dio ti spinge al ravvedimento.
Romani 2:4
“Che farò?”
Attraverso
il padrone della vigna di cui parla la “parabola dei vignaiuoli”, è Dio stesso
che parla. È come se interrogasse Se stesso, come se si trovasse di fronte a un
dilemma. L’uomo, la Sua creatura, non vuole ascoltarlo e rifiuta di obbedire.
Ha mandato dei profeti al Suo antico popolo Israele, ma li hanno respinti e
uccisi. A più riprese e in molti modi ha parlato a tutte le generazioni, ma
nessuno ha voluto ascoltare. Allora ha detto:
Che farò?
Indubbiamente,
a Dio non mancano i mezzi per giudicare la disubbidienza degli uomini e punire
la loro ostinatezza a non ascoltarlo. Li potrebbe annientare con una sola
parola, ma non è ciò che vuole.
Così,
nel Suo amore infinito verso le sue creature dice: “Manderò il mio diletto
figlio” (Luca 20:13). E lo ha mandato. Dio ha dato Suo Figlio per noi. Ma cosa
ne hanno fatto gli uomini? Lo riassume Pietro in un suo discorso nel tempio:
“Voi rinnegaste il Santo, il Giusto, e chiedeste che vi fosse concesso un
omicida; e uccideste il Principe della vita” (Atti 3:4). Ma l’amore di Dio è
senza limiti e, secondo il linguaggio figurato della parabola, “darà la vigna
ad altri” (Luca 20:16), cioè la Sua
salvezza e il Suo perdono si sarebbero estesi a tutti gli uomini; e così è
avvenuto.
Quanti
motivi abbiamo per ringraziarlo ed adorarlo!