“Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abraamo e gli disse: Abraamo! Egli rispose: Eccomi. E Dio disse: Prendi ora tuo figlio, il tuo unico, colui che ami, Isacco, e va' nel paese di Moria, e offrilo là in olocausto sopra uno dei monti che ti dirò” Genesi 22:1.
Sappiamo tutti che questa scena è un'immagine della croce.
In questo capitolo compaiono due straordinari simboli che prefigurano il Cristo.
Isacco è il primo. Il figlio unico, amato dal padre e desideroso di fare la sua volontà.
I due camminarono insieme fino all'altare.
Il montone è il secondo. Una vittima innocente che muore al posto di un altro, il suo sangue sparso.
Ma ci sono anche delle distinzioni da fare, Isacco si è semplicemente sottomesso al padre, il Signore si è presentato spontaneamente dicendo “Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà” (Ebrei 10:9), e ancora, Isacco non sapeva quello che su padre avrebbe fatto, del Signore ci è detto: “Gesù, ben sapendo tutto quel che stava per accadergli, uscì” (Giovanni 18:4). Infine, in questa scena vi fu un grido che fermò la mano di Abraamo, nessuna voce si fece udire al Golgota perché ciò non era possibile.
“bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna” Giovanni 3:14-15.