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giovedì 4 luglio 2024

04 luglio - Diamo delle Bibbie!

Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con mansuetudine e rispetto.

1 Pietro 3:15

 

La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio… essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.

Ebrei 4:12

 

Diamo delle Bibbie!


Per uno stage, al termine degli studi, Alice ha trascorso tre mesi nel nostro paesino. Ho avuto così l’occasione di apprezzarne la serietà e la gentilezza. Prima della sua partenza, è venuta a salutarci e ho pensato di offrirle una Bibbia, in ricordo del suo soggiorno tra noi. Rimase muta, sconcertata, alquanto a disagio… Più tardi spiegò la sua reazione. Il mio regalo l’aveva sorpresa, perché toccava le sue convinzioni profonde, personali.

La lettura della Bibbia, infatti, non può lasciare indifferente un lettore sincero. Essa rivela quello che c’è in noi di più segreto, così come la luce svela gli angoli oscuri di un locale buio. Mette a nudo il nostro cuore e illumina le motivazioni intime. Non adula l’uomo; anzi, lo dichiara peccatore e perduto. Ma il suo messaggio non si ferma lì. La Bibbia ci fa vedere anche che Dio ama ogni uomo, e l’ha dimostrato dando suo Figlio Gesù Cristo per regolare definitivamente il problema del peccato, con la sua morte sulla croce. Così Dio può offrire il perdono a quelli che credono in quel sacrificio e dà al cuore pace e gioia eterne.

Non temiamo di dare delle Bibbie. Dio ha dichiarato: “Così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l’ho mandata” (Isaia 55:11). Non dobbiamo quindi aver vergogna del Vangelo, “perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Romani 1:16).


mercoledì 3 luglio 2024

03 luglio - L'Evangelo: un corpo estraneo alla società?

Uno della folla gli disse: "Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità". Ma Gesù gli rispose: "Uomo, chi mi ha costituito su di voi giudice o spartitore?"

Luca 12:13-14

 

L'Evangelo: un corpo estraneo alla società?

Uno degli errori più diffusi è pensare che l'Evangelo abbia come scopo il cambiamento della società. Certo, se tutti lo accettassero, automaticamente la società migliorerebbe in modo radicale. Ma così non è. E poiché la società non migliora, si pensa che l'Evangelo abbia fallito la sua missione, e che non serva a nulla in questo mondo di affari, teso solo all'incremento della produzione e del profitto, agitato da conflitti, competizioni esasperate, rivendicazioni turbolente.

L'Evangelo non trova posto in questo groviglio di interessi e ambizioni. È come un corpo estraneo in un complesso di ingranaggi. Li fa stridere, li inceppa. Così viene respinto. Pensate: esso dice che "non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita" (Luca 12:15). Invita a "cercare il regno di Dio e la sua giustizia" (Matteo 6:33). Parla dell'uomo come di uno sviato, lontano da Dio, che soffre a causa del peccato e di tutte le sue conseguenze. Sì, l'uomo del terzo millennio, pur così fiero dei suoi progressi tecnologici e culturali, è un infelice, un disadattato.

Questo perché, dal punto di vista morale, gli uomini non sono affatto cambiati. La società non migliora perché quelli che la compongono non migliorano. Peraltro, l'Evangelo non si propone di migliorare gli uomini, ma di farli ripartire da zero, di farli "nascere di nuovo" (Giovanni 3:1-5). Tutto questo era vero per coloro ai quali Gesù si rivolgeva nel suo tempo, ma non è meno vero per la nostra generazione attuale.


martedì 2 luglio 2024

Salmo 19

“I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani” v.1.

I cieli raccontano la gloria di Dio. La natura è un libro straordinario da leggere. Contiene vari capitoli, uno di questi è il cielo. Esso è il più glorioso nella sua grandezza e estensione e racconta, testimonia di Dio. L'estensione di questa testimonianza è immensa, benché le stelle riempiano il firmamento le distanze fra loro sono talmente grandi da essere misurate in milioni di chilometri. Se il creato è così immenso quanto più immenso sarà colui che lo ha creato. Il salmista dichiara: I cieli raccontano (o stanno raccontando) che meglio esprime la loro testimonianza continua.

Nel giardino dell'Eden non era necessario, ma dopo la caduta, Satana riuscì a allontanare dalle menti e dai cuori delle sue creature la centralità di Dio. Ora si rendeva necessario che ci fosse una testimonianza della sua gloria. La creazione è una testimonianza, sia i Romani 1 che questo salmo ce lo dicono. 

Ci sono prove nella creazione che tutto è di Dio. Romani 1 ci dice che l'uomo è del tutto privo di scuse riguardo a questa testimonianza, eppure tutto ciò è stato ignorato. Il Signore Gesù ci ricorda in Giovanni 5:17, "Il Padre lavora fino ad ora, e io lavoro", immediatamente  iniziò a lavorare per il recupero della Sua creatura. Quindi, se riceviamo  il “racconto” di ogni "giorno"  è Dio che inizia a lavorare per il completo recupero del creatura.  Quest'opera non è completa fino a quando Dio non ha riguadagnato quel posto di cui è stato privato dall'usurpatore.

“Un giorno rivolge parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra. Non hanno favella, né parole; la loro voce non si ode, ma il loro suono si diffonde per tutta la terra, i loro accenti giungono fino all'estremità del mondo. Là, Dio ha posto una tenda per il sole, ed esso è simile a uno sposo che esce dalla sua camera nuziale; gioisce come un prode lieto di percorrere la sua via. Egli esce da una estremità dei cieli, e il suo giro arriva fino all'altra estremità; nulla sfugge al suo calore " (v.2-6).

Passando brevemente al riferimento alla creazione, la testimonianza è universale, va a tutte le nazioni su questa terra, tutte dipendono dalla stessa azione del sole, proprio come dipendiamo da Dio per ogni cosa. In riferimento a quella testimonianza il versetto 2 ci dice  chiaramente che c'è una comunicazione in questo, è un riferimento al fatto che qualcosa viene trasmesso. Il “sermone” delle stelle si diffonde per tutta la terra e il suo messaggio fino all'estremità del mondo. Nella sua applicazione universale di questa testimonianza della creazione, non c'è voce udibile come c'era con i profeti, ma tuttavia c'è la testimonianza si diffonde. Anche il sole rende la sua testimonianza e splende in ogni direzione e nulla sfugge al suo calore.

" La legge del SIGNORE è perfetta, essa ristora l'anima; la testimonianza del SIGNORE è veritiera, rende saggio il semplice” ver. 7.

Dalla testimonianza della creazione fisica ci rivolgiamo improvvisamente al lato morale delle cose, poiché immediatamente dice: "La legge del Signore è perfetta". Questo è un secondo libro quello della rivelazione. Queste due cose dovrebbero colpire la nostra attenzione. Il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me. Fa questi due libri c'è tuttavia una sostanziale differenza. La creazione rivela un Dio grande, immenso, potente ma la legge ci presenta Dio le cui parole sono: perfette e ristorano l'anima e la sua testimonianza è vera e poi gli attribuisce quattro proprietà giuste, che rallegrano il cuore, limpide ed illumina gli occhi. Quindi abbiamo la perfezione di tale legge di Dio e la testimonianza di quella legge che è certa. 

"I precetti del SIGNORE sono giusti, rallegrano il cuore; il comandamento del SIGNORE è limpido, illumina gli occhi.  Il timore del SIGNORE è puro, sussiste per sempre; i giudizi del SIGNORE sono verità, tutti quanti sono giusti sono più desiderabili dell'oro, anzi, più di molto oro finissimo; sono più dolci del miele, anzi, di quello che stilla dai favi"  v.8-10. 

Qui il salmista parla della Legge del Signore non solo come la legge data a Mosè ma in un modo più ampio come solo la Parola di Dio può avere. La definisce: testimonianza del Signore, i precetti del Signore, il comandamento del Signore, il timore del Signore e i giudizi del Signore. I loro valore non è paragonabile a quello dell'oro o al miele che stilla spontaneo e si riferisce al meglio della natura di questo mondo possa dare, ma niente di tutto ciò è paragonabile alle cose di Dio. 

"Anche il tuo servo è da essi ammaestrato; v'è gran ricompensa a osservarli" (V.11).

Queste parole sono di grande attualità in un mondo come questo. Questo mondo è nelle tenebre e senza le Scritture e lo Spirito Santo non potremmo attraversare questo mondo con successo perché è un labirinto, un labirinto intricato dentro al quale ogni uomo si perde, quindi abbiamo bisogno della guida e dei suggerimenti della Scrittura. Facciamo attenzione a tutto ciò che essa ci dice perché è per la buona riuscita del nostro cammino affinché non ci smarriamo. E' nell'osservanza della Sua Parola che il credente trova la realizzazione della sua vita e riesce a realizzare quanto le benedizioni di Dio siano grandi.

"Chi conosce i suoi errori? Purificami da quelli che mi sono occulti" (V.12).

Nel cristianesimo tutto deve essere vissuto come una liberazione dalla schiavitù in 'Adamo'.  La nostra vita per la quale viviamo volta a togliere tutto ciò che ci aveva dominato quando camminavamo dietro il principe di questo mondo. Un tempo siamo stati inconsapevoli del nostro stato di peccato ma ora dobbiamo vivere ricercando tramite i suoi insegnamenti tutto ciò che può ostacolare il nostro nuovo cammino.

"Trattieni inoltre il tuo servo dai peccati volontari, e fa' che non prendano il sopravvento su di me; allora sarò integro e puro da grandi trasgressioni" (V.13).

Non siamo nel buio, e se viviamo alla luce del Signore non saremo guidati da quelle cose presuntuose. Qui oltre ai peccati volontari menziona anche le “trasgressioni deliberate” o peccati volontari. Se ciascuno di noi sarà in grado di sfuggire alla loro influenza allora sarà integro e puro dinanzi a Dio in quanto che avrà permesso alla Sua Parola di vivere realmente nel suo cuore.

"Siano gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza, o SIGNORE, mia Rocca e mio redentore!" (V.14).

Questo ci porterebbe alle parole del Signore Gesù in Matteo 15, "Non ciò che entra nella bocca contamina l'uomo; ma ciò che esce dalla bocca, contamina l'uomo". Non esistono cose per il cristiano come i cibi puri e impuri come c'erano per gli ebrei. Giacomo ci parla anche dell'abilità dell'uomo di domare ogni sorta di animali, leoni, cavalli, uccelli, ma poi dice  che " la lingua non la può domare" (3: 8). La lingua è l'espressione di ciò che risiede veramente nel nostro cuore. Qui invece il cuore è ripieno delle cose grandi di Dio e di conseguenza la sua bocca esprime cose gradite davanti al Signore. Questo termine “gradite” è solitamente usato nella Scrittura in relazione all'offerta di sacrifici sull'altare. Il profumo che saliva a Dio era gradito perché gli ricordava l'opera di Cristo. Così le parole della nostra bocca devono fare altrettanto.

02 luglio - Gli appuntamenti del Signore

Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.

Matteo 18:20

 

Gesù è il capo della chiesa; … affinché in ogni cosa abbia il primato.

Colossesi 1:18

 

Gli appuntamenti del Signore


Dopo la sua risurrezione, il Signore Gesù raduna intorno a sé i suoi discepoli in Galilea, provincia disprezzata dagli intellettuali e dai notabili giudei. Così lo vediamo uscire dal sistema religioso giudaico e diventare il centro di riunione dei credenti: lui, il Messia respinto, crocifisso e, infine, risuscitato.

Gli undici discepoli sono presenti all’appuntamento e ricevono dal Signore una nuova missione, insieme alla sua promessa di essere tutti i giorni con loro, fino alla fine.

L’Evangelo di Giovanni riferisce che prima di allora, la domenica della sua risurrezione, il Signore si era presentato tra i discepoli, nella camera alta a Gerusalemme, mentre le porte erano chiuse, e aveva detto loro: “Pace a voi” (Giovanni 20:19).

Oggi il Signore Gesù riunisce i suoi riscattati senza imporre loro una religione a base di dogmi, di riti e di regole. La sua persona e la sua opera hanno sufficiente attrattiva per concentrare su di Lui i loro affetti e i loro pensieri. Chiede in cambio il loro amore. Per certo quest’amore si esprime, individualmente, con una vita che gli sia veramente consacrata; egli è la sorgente del loro amore per tutti i fratelli e sorelle in Cristo; ma è anche il motivo per cui ci raduniamo con gioia intorno a lui, per ascoltarlo, pregarlo e, ogni domenica, lodarlo ed adorarlo.


lunedì 1 luglio 2024

Bene e male

Tutta la storia dell'uomo è iniziata con il giardino dell'Eden e vi era un problema che solo Dio poteva risolvere. L'uomo pensava di poterlo fare e questo era il suggerimento del serpente. Dei due alberi, di uno se ne poteva mangiare il frutto, l'albero della vita era disponibile, ma l'altro, l'albero della conoscenza del bene e del male, gli fu negato, non era necessario per lui, poiché tutto era stato dichiarato buono da Dio. Tuttavia, arrivò il nemico e l'uomo fu attratto subito del suo suggerimento, credettero di più alle parole del serpente che a quelle di Dio, anche se l'evidenza era lì ed era tutto era buono. Nel prendere l'albero della conoscenza del bene e del male, l'uomo ha pensato che fosse in grado da solo di fare questo passo e cioè: gestire il problema del bene e del male. 

Viviamo in un tempo, dopo seimila anni, sempre in lotta, pieni di fallimenti e frustrazioni, anche se c'è un grande progresso nella scienza, però il problema è rimasto, la questione morale del bene e il male rimane ancora irrisolta. Il fatto stesso che ne fossero privati, Dio disse: "Non ne mangerai", era un pensiero buono da parte di Dio che mostrava una corretta considerazione delle capacità dell'uomo. Rappresentava qualcosa di enorme per una “creatura” così piccola e ogni genitore premuroso non si aspetterebbe che un bambino possa gestire un peso così grande, quindi l'albero della conoscenza del bene e del male era al di là delle loro capacità. Se l'uomo non avesse preso il frutto di quell'albero sarebbe rimasto in un giardino perfetto fatto apposta per lui. Questo era un segno dell'amore di Dio. Dal momento in cui l'uomo, nella disobbedienza, ha mangiato il frutto di questo albero, è stato privato dell'accesso all'albero della vita, e da quel momento ha tentato di gestire quel problema e non è mai stato in grado di farlo. 

“Veramente il mio popolo è stolto, non mi conosce; sono figli insensati, non hanno intelligenza; sono saggi per fare il male, ma il bene non lo sanno fare” Geremia 4:22.

Il problema è oggi più grande che mai, ma è proprio in una tale situazione che Dio mostra la sua risorsa più grande. Paolo si riferisce ad esso in questo modo: "Cristo potenza di Dio e saggezza di Dio" (1 Cor.1: 24), in Lui sono le benedizioni. La croce è il completo rovesciamento di Satana. Era già stato annunciato: "la progenie della donna ti schiaccerà la testa". Aveva in vista "l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo". 

Adesso tutto è cambiato perché: “siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo” Efesini 2:10.

01 luglio - Non conservare il tesoro solo per sé

Sono pronto ad annunziare il vangelo anche a voi… Non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.
Romani 1:15-16
 
Come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare?
Romani 10:14
 
Non conservare il tesoro solo per sé
 
Il volontariato è diffuso in parecchi ambienti della nostra società. Per esempio, negli istituti di riposo per la vecchiaia troviamo spesso dei volontari che aiutano gli anziani. Persino certi artisti facoltosi, noti al grande pubblico, accettano di esibirsi per beneficenza o per sostenere delle organizzazioni a carattere umanitario… E così via.
È indubbiamente una buona cosa condividere o mettere in comune dei beni, delle conoscenze o delle capacità personali. C’è poi un campo in cui non si deve conservare egoisticamente quello che si possiede: è quello della fede. Infatti il nostro Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità” (1 Timoteo 2:4) e, quindi, che tutti i veri credenti spargano il messaggio del vangelo.
Amici credenti, ci rallegriamo che Gesù, il Figlio di Dio, ci abbia amati e abbia dato se stesso per noi (Efesini 5:2). Come potremmo tenere questa felicità per noi stessi senza tentare di condividerla con quelli che frequentiamo?
“Questo è giorno di buone notizie”; non tacciamo! (leggere 2 Re 7).