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martedì 30 settembre 2025

Voltarsi indietro

Il peccato dei sodomiti ha superato ogni limite. E Lot lo sa. Alla sera accoglie i due forestieri per metterli al sicuro e portano un messaggio, eccolo: “Noi distruggeremo questo luogo”. Chi conosce Dio sa che è un Dio di grazia, ma sa anche che la sua pazienza ha un limite. 

Lot avverte i suoi generi, e viene deriso. Proprio come capita a noi quando diciamo che quel tipo di peccato è per Dio un’abominazione e che il suo giudizio è imminente.

All’alba bisogna fuggire dalla città, e Lot “indugia”. Gli angeli devono letteralmente trascinarlo fuori, con la moglie e le due figlie. Due cose non devono fare: voltarsi indietro e fermarsi in un luogo della pianura, ma la moglie di Lot si volta indietro e diventa una statua di sale. 

Possiamo ben capire quanto sia difficile abbandonare la propria casa, i beni, i parenti. Ma la chiamata di Dio, se è recepita nel cuore, fa comprendere che le cose che Dio dà sono di gran lunga più eccellenti di quelle che si devono lasciare. Chi risponde alla chiamata di Dio diventa automaticamente forestiero nel mondo; e Lot che, pur essendo chiamato “straniero”, è diventato un abitante di Sodoma, ora deve riprendere la sua vera posizione di forestiero. La riprende, sì, ma a malincuore perché la visione delle cose di Dio si offusca quando si vive a troppo stretto contatto col peccato, in un ambiente che non si addice a un credente. Fino alla fine della sua vita Lot porterà, infatti, l’impronta negativa che il mondo ha lasciato sul suo cuore e sulla sua coscienza, e sarà incapace di ricostruirsi una scala di valori morali in armonia col pensiero di Dio.

La moglie di Lot non si rassegna a separarsi da Sodoma; ha troppi interessi in quella città. I suoi affetti e le sue ricchezze sono là. Non c’è la fede che fa apprezzare la liberazione dal giudizio e dà la pace al cuore e una piena soddisfazione. Il Signore la dà come esempio: “In quel giorno, chi sarà sulla terrazza e avrà le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così pure chi sarà nei campi non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot” (Luca 17:31).

Il popolo d’Israele ha fatto la stessa cosa. E’ uscito dall’Egitto, finalmente liberato dalla schiavitù, ma gli affetti non sono tutti per l’Eterno. Viaggiano verso il paese promesso, ma una parte dei loro interessi è rimasta in Egitto. La parola della predicazione non giova a nulla se non è “assimilata per fede” (Ebrei 4:2). Appena partiti da Elim, tutta la comunità dei figli d’Israele mormora contro Mosè e contro Aaronne nel deserto: “Fossimo pur morti nel paese d’Egitto, quando sedevamo intorno a pentole piene di carne e mangiavamo pane a sazietà!” Esodo 16:3. Possibile che avessero già dimenticato i loro affanni di quand’erano schiavi? Non era “grande” il grido che gli strappavano i loro oppressori? (Esodo 3:7). 


Israele si volta indietro e rimpiange quel mondo sul quale si è abbattuta la giusta ira di Dio. La manna scende dal cielo, arrivano le quaglie in gran quantità; ma Dio è scontento del suo popolo e la sua ira lo colpisce “con un grandissimo flagello” Num. 11:33.

Passano i secoli e Israele continua a peccare d’incredulità e di attaccamento a cose che dispiacciono all’Eterno. “Essi non ascoltarono, non prestarono orecchio, ma camminarono seguendo i consigli e la caparbietà del loro cuore malvagio, e invece di andare avanti si sono voltati indietro” (Ger. 7:24). “Voi... siete tornati indietro e avete profanato il mio nome” (Ger. 34:16). “Nessuno che abbia messo mano all’aratro e poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di Dio” Luca 9:57-62. Non è impossibile, “dopo aver fuggito le corruzioni del mondo mediante la conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo”, lasciarsi di nuovo “avviluppare in quelle e vincere”. E Pietro insegna che in questi casi l’ultima condizione diventa peggiore della prima (2 Pietro 2:20).

 

Ma anche i veri credenti, se non vegliano, possono in qualche modo tornare indietro, riaffezionarsi al mondo, riprendere consuetudini e atteggiamenti che alla conversione avevano giudicato o riabbracciare dottrine già ritenute contrarie alla Parola di Dio. Così i progressi fatti sono vanificati, e il premio è perso. “Badate a voi stessi affinché non perdiate il frutto delle opere compiute, ma riceviate piena ricompensa” (2 Giov. 8).


L’apostolo Paolo guardava avanti. Dietro a lui c’erano privilegi e vantaggi che un tempo considerava come un “guadagno”, ma che di fronte “all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù” erano diventati come “tanta spazzatura”. Se avesse guardato indietro, con nostalgia, alla sua razza, alla sua nobile discendenza, alla sua cultura religiosa, al suo zelo per la legge, alle sue tradizioni, il suo entusiasmo per il servizio del Signore si sarebbe smorzato fino a spegnersi del tutto. No; Paolo dimentica le cose che gli stanno dietro e si protende verso quelle che gli stanno davanti, così può dire: “Corro verso la meta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù” (Fil. 3:7-14).


Anche i progressi che possiamo aver fatto nel corso della nostra vita di fede, il servizio che possiamo aver svolto per il Signore o gli eventuali successi, se occupano nei nostri pensieri uno spazio troppo grande diventano un ostacolo e un freno. Il corridore che si volta indietro perde secondi preziosi che possono pregiudicare la sua vittoria.

Che il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo sia ambito da tutti noi che desideriamo servire il Signore in questi tempi difficili che precedono i suoi giudizi. Anche a noi è rivolta l’esortazione di Ebrei 10:35-36: “Non abbandonate la vostra franchezza che ha una grande ricompensa! Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso”.

30 settembre - Uccelli migratori

Anche la cicogna conosce nel cielo le sue stagioni; la tortora, la rondine e la gru osservano il tempo quando debbono venire.

Geremia 8:7

 

Chi ha preso le dimensioni dello spirito del SIGNORE o chi gli è stato consigliere per insegnargli qualcosa?

Isaia 40:13-14

 

Uccelli migratori

 

Quanta agitazione nel mondo delle rondini sul finire dell’estate! Tutte insieme sui fili elettrici si preparano per un grande viaggio: destinazione Africa dove troveranno abbondanza di insetti per nutrirsi. Che sfida, per questi uccelli di appena 20 grammi, percorrere talvolta anche fino a diecimila chilometri! E cosa ancora più stupefacente: chi dà loro il segnale della partenza? “L’impulso per la migrazione risponde a dei meccanismi complessi che non sono ancora stati chiariti”. Questa la constatazione degli osservatori malgrado le loro tecniche siano sempre in progresso; la questione rimane senza risposta.

Nella Bibbia Dio pone a Giobbe una domanda simile: “È la tua intelligenza che allo sparviere fa spiccare il volo e spiegare le ali (quando è il momento di migrare) verso il sud?” (Giobbe 39:26).

In quel momento Giobbe attraversava un momento di grande angoscia, aveva fatto a Dio molte domande. Senza dargli una risposta diretta, Dio, attira la sua attenzione su alcune particolarità sorprendenti del regno animale (Giobbe 39); gli fa “toccare con mano” la Sua potenza, la Sua sovranità; gli mostra le cure del Dio creatore verso le Sue creature. Giobbe, umilmente, si inchina riconoscendo i propri limiti: “Ecco, io sono troppo meschino” (lett.: “una creatura da niente” - Giobbe 40:4).

Ancora oggi, uomini e donne, ricercano le prove dell’esistenza di Dio. La natura con tutti i misteri e le meraviglie che racchiude, non è una risposta per chiunque voglia ascoltare?

lunedì 29 settembre 2025

Oppressi dal sonno

“Pietro e quelli che erano con lui erano oppressi dal sonno…” Luca 9:32.

I tre Evangeli sinottici riportano un episodio particolare della vita del Signore , dove Egli ha manifestato un anticipo della Sua gloria futura: la trasfigurazione.  Il Signore sale sul monte a pregare e in questa occasione porta con sé tre discepoli: Pietro, Giacomo e Giovanni.

Mentre il Signore prega l’aspetto del suo volto è mutato e la sua veste diventa di un candore sfolgorante. Il Vangelo di Marco aggiunge un particolare interessante “di un tal candore che nessun lavandaio sulla terra può dare”.  Ci sono Mosè ed Elia che appaiono in gloria e parlano con il Signore di quello che Egli avrebbe compiuto di lì a poco in Gerusalemme. 

In questo contesto il Vangelo di Luca inserisce un dettaglio: “Pietro e quelli che erano con lui erano oppressi dal sonno”, ma è subito aggiunto “quando si furono svegliati (o essendo rimasti svegli), videro la Sua gloria”. Che visione meravigliosa davanti ai loro occhi. Qualcosa di unico!

Contemplare il Signore, vedere la gloria della Sua persona produce un effetto nella vita di chi era presente.

Pietro, che ha assistito a questa scena, nella sua seconda lettera scriverà che ha fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore, non perché è andato dietro “a favole abilmente inventate”, ma perché testimone oculare della Sua maestà. Oltre a questo su quel monte ha potuto udire la voce del Padre, che veniva dalla magnifica gloria e che ha pronunciato delle parole solenni: “Questo è il mio diletto figlio; ascoltatelo”.

Se siamo stanchi, se siamo appesantiti dalle circostanze che stiamo vivendo, se i nostri cuori sono intorpiditi, destiamoci dal sonno! Attraversiamo un periodo oggettivamente difficile, per tutto ciò che da tempo sta condizionando le nostre vite. Inoltre, le influenze negative del mondo che ci circonda, le debolezze del nostro cuore rischiano di farci  perdere affezione  per il Signore, energia e sensibilità spirituale. Siamo ancora su questa terra, non abbiamo ancora davanti a noi una piena manifestazione della persona del Signore e del suo glorioso regno, ma Lui si vuole rivelare a noi.  Svegliamoci, risvegliamoci,  fissiamo lo sguardo verso di Lui! Contempliamo le  glorie che si possono scorgere nei Vangeli, ascoltiamo la Sua Parola. Tutto questo ci darà la forza per proseguire il cammino con zelo fino al giorno in cui lo vedremo “faccia a faccia”.

29 settembre - La crisi peggiore

Siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita.

Filippesi 2:15-16

 

La crisi peggiore

 

Il nostro mondo passa da una crisi all’altra. Non appena arriva la fine di un tunnel, ecco che ne arriva un altro: epidemie, persecuzioni di massa, inondazioni, riscaldamento climatico… La Bibbia ci insegna che il capo di questo mondo ha nome “Satana” (Giovanni 12:31). Perché, allora, essere sorpresi se un capo invisibile ma così reale, influenza abilmente i governanti, i consiglieri, i media, per far loro credere che ogni problema sia solo disordine materiale? In questo modo l’attenzione generale è focalizzata su questi avvenimenti e distolta da quello che è più grave e più importante: la crisi morale dell’umanità.

Il cristiano non si informa solo attraverso i media ma trae le sue informazioni dalla Bibbia. Essa lo informa sull’origine, la causa e le conseguenze di questa crisi morale. All’origine vi è il cuore dell’uomo che ha abbandonato Dio e disprezzato le istituzioni divine; di conseguenza, per moltitudini di persone non c’è più né bene né male, e ognuno è libero di farsi la propria scala di valori. Questa attitudine mostra l’orgoglio e la presunzione del cuore umano, che hanno inizio al momento in cui il peccato è entrato nel mondo (Romani 5:12). Se le tenebre morali si sviluppano nella nostra società, il ruolo del cristiano rimane sempre quello di brillare come una lampada, vivendo in questo mondo come la Parola di Dio gli insegna (vedi versetto del giorno). Anche se Satana, il dio di questo mondo, cerca di accecare i nostri pensieri, l’Evangelo della grazia di Dio invita ancora tutti gli uomini a andare a Gesù il Salvatore.


 

domenica 28 settembre 2025

28 settembre - Il Creatore di tutto quello che esiste

Il SIGNORE è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; Egli non si affatica e non si stanca; la Sua intelligenza è imperscrutabile.

Isaia 40:28

 

Egli (Dio) fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.

Matteo 5:45

 

Il Creatore di tutto quello che esiste

 

Dio non è la natura. Dio non è il destino. Dio non è la provvidenza.

Dio è il Creatore di tutte le cose; ogni cosa Gli obbedisce, Lo serve (Salmo 119:91); decide di ogni cosa. Noi dobbiamo accettare anche di non capire perché siamo delle creature limitate; Dio, invece, è infinito e eterno. Egli regna sull’universo intero dirigendo ogni cosa secondo la Sua perfetta volontà. Dio sarebbe allora responsabile di tutte le ingiustizie e le catastrofi di questo mondo? No, queste ingiustizie provengono dal fatto che non obbediamo ai saggi comandamenti che Dio ci ha dato con la Sua Parola, la Bibbia; per esempio, “amerai il prossimo tuo come te stesso” (Levitico 19:18), “amate i vostri nemici… pregate per quelli che vi maltrattano e vi perseguitano” (Matteo 5:44). Il mondo non sarebbe ingiusto se l’uomo obbedisse alle istruzioni divine, ma l’uomo non ci riesce!

Quanto alle catastrofi naturali, di cui abbiamo notizia molto spesso, possiamo considerarle come degli avvertimenti. Il Signore dice: “Quei diciotto sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, pensate che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, perirete tutti come loro” (Luca 13:4-5).

Dio è Onnipotente, Sovrano, ma è anche Amore. Allora non accusiamo Dio ma, piuttosto, inchiniamoci davanti a Lui e riceviamo il Suo messaggio: ”Venite a Me” (Matteo 11:28).

Avviciniamoci a Gesù che ha incontrato e alleviato tante sofferenze.

sabato 27 settembre 2025

27 settembre - Conoscere Gesù

“Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna”.

Giovanni 6:68

 

Conoscere Cristo, la potenza della Sua risurrezione, la comunione delle Sue sofferenze.

Filippesi 3:10

 

Conoscere Gesù

 

Quando ero ragazzo, ho incontrato un responsabile di chiesa che conosceva bene la Bibbia ma, per lui, era soltanto un libro di cultura e niente più. Quando gli si ponevano domande su Gesù, poteva spiegare che Gesù era nato a Nazaret, che era morto a Gerusalemme, ma non conosceva veramente Gesù e neppure le implicazioni di una vita consacrata al Signore. Ci sono molti uomini e donne religiosi che continuano ad approfondire le loro conoscenze sulla Bibbia, ma si allontanano sempre più dalla fede.

Conoscere Gesù va molto al di là di conoscere la Bibbia. Conoscere Gesù è prima di ogni altra cosa credere in Lui, riconoscere che è Dio, il Figlio di Dio divenuto uomo; è credere che è morto al nostro posto, ma che ora è vivente presso Dio. Questa fede iniziale ci permetterà di essere in relazione con Lui.

Come ogni relazione, quella che abbiamo con il Signore deve essere coltivata, il che significa passare del tempo con Lui in preghiera e leggendo la Bibbia, non come un oggetto di studio intellettuale, ma come una parola vivente data da Dio stesso. La Bibbia ci aiuta a conoscere e amare meglio il nostro Salvatore. Dio ci chiama a vivere in comunione con il Suo Figlio, il nostro Signore Gesù Cristo (1 Corinzi 1:9). Vivere in comunione con Lui significa credere nel Suo amore e desiderare di “piacergli in ogni cosa” (Colossesi 1:10); è cercare di conoscerlo sempre meglio come un Salvatore vivente.

venerdì 26 settembre 2025

26 settembre - Grazia e responsabilità

Se confessiamo i nostri peccati, Egli (Dio) è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.

1 Giovanni 1:9

 

Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà.

Galati 6:7

 

Grazia e responsabilità

 

Roberto viveva in una fattoria, in campagna; suo padre, cristiano convinto, amava molto il figlio e poiché Roberto non credeva nel Signore, si augurava profondamente che potesse aprire il suo cuore a Lui. Aveva preso l’abitudine di piantare un chiodo nella porta del granaio ogni volta che suo figlio, molte volte ribelle, gli disobbediva.

– Cosa fai? chiese un giorno Roberto incuriosito dai colpi di martello.

– Pianto un chiodo ogni volta che mi disobbedisci, rispose il padre.

Toccato nella sua coscienza, il giovane confessò i suoi peccati al Signore e lo accettò come proprio Salvatore. Felice di avere ottenuto il perdono di Dio, raccontò al padre la sua conversione il quale si mise subito a togliere ad uno ad uno tutti i chiodi dalla porta del granaio. Ma i fori dei chiodi, rimasti ben visibili infastidivano Roberto perché gli ricordavano i suoi peccati passati.

– Come possiamo fare per chiudere questi buchi? chiese al padre.

– Vedi, rispose, questi buchi sono le conseguenze delle tue disobbedienze. Sì! Dio ha perdonato interamente i peccati del re Davide quando li ha confessati, qualche volta cancellando completamente le conseguenze (1 Samuele 30:19), altre volte no (Salmo 51). Per noi è lo stesso, ma il Signore che ci ha perdonati è fedele. Egli può toglierle, oppure aiutarci a sopportarle e anche servirsene per farci del bene.


giovedì 25 settembre 2025

E’ ora di cambiare

Tutti sperano in un cambiamento. I politici dicono: “Ora dobbiamo cambiare”; cambiare le persone ai vertici, cambiare modo di fare politica, cambiare i rapporti fra i diversi partiti… Gli economisti sperano che cambino le regole, per una finanza più sicura e con maggiori e più efficaci controlli… E noi, gente comune, non ci aspettiamo forse dei cambiamenti? Vorremmo più occasioni di lavoro per i nostri giovani, una migliore gestione del denaro pubblico, una più equa distribuzione delle risorse…  Il desiderio di cambiamento è antico quanto l’uomo, sia perché problemi e difficoltà non sono mai mancati, sia perché, anche quando tutto andasse bene, l’essere umano non sarebbe ugualmente contento e anelerebbe sempre a qualcosa di migliore.

Anche Dio spera in un cambiamento, anzi, lo esige. Un cambiamento di ognuno di noi, interiore, profondo, che investa le nostre anime e le nostre coscienze. Vuole che cambi la nostra visione di noi stessi e del mondo, e che acquistiamo una piena consapevolezza della Sua esistenza e dei diritti ch’Egli ha su di noi.

Tu credi che Dio non esista? Eppure, “i cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani” (Salmo 19:1). Credi di essere una persona onesta e giusta? Ma Dio dice: “Non c’è nessun giusto, neppure uno” (Romani 3:10). Pensi forse di non dover rendere conto a nessuno delle tue azioni e del modo con cui conduci la tua vita? “Cammina pure nelle vie dove ti conduce il cuore e seguendo gli sguardi dei tuoi occhi; ma sappi che, per tutte queste cose, Dio ti chiamerà in giudizio” (Ecclesiaste 12:1). Come vedi, quando ci rapportiamo con Dio, c’è molto da cambiare nei nostri pensieri e nei nostri comportamenti.

Ma un’altra cosa importante dobbiamo dire. Né tu né io possiamo cambiarci; Dio solo ha il potere di farlo, di darci un cuore nuovo e dei nuovi pensieri. Anzi, fa molto di più: ci perdona, ci lava dai nostri peccati, ci assicura la vita eterna, se solo accettiamo per fede il sacrificio in croce del suo Figlio Gesù. “Voi che eravate morti nei peccati… Dio ha vivificati con Lui, perdonandoci tutti i nostri peccati” (Colossesi 2:13). Non c’è amore più grande di quello di Dio che ha dato il proprio Figlio per noi peccatori; e non c’è amore più grande di quello di Gesù che ha accettato di pagare a Dio, con la propria vita, il debito dei nostri peccati. 

Non cambierà mai nulla nella nostra società se non ci sarà un cambiamento radicale di ogni singola persona. Questa sarebbe la vera soluzione dei problemi del mondo! 

Ma non guardiamo agli altri, pensiamo adesso a noi. Da un momento all’altro potremmo lasciare questo mondo e dovremo presentarci davanti a Dio. Solo se purificati dal sangue del suo Figlio Gesù Cristo, Dio ci potrà accogliere. 

“Chi crede nel Figlio ha vita eterna” Giovanni 3:36.

25 settembre - “È il Signore”

Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura. Noi amiamo perché Egli (Dio) ci ha amati per primo.

1 Giovanni 4:18-19

 

Ciò che rende caro l’uomo è la bontà,

Proverbi 19:22

 

“È il Signore”

Leggere Luca 5:1-11 e Giovanni 21:3-14

 

Simone (che più tardi il Signore chiamerà Pietro) ha pescato tutta la notte con i suoi compagni senza prendere niente. Il Signore li invita a gettare le loro reti in pieno giorno; essi obbediscono… e le loro reti si riempiono fino al punto di rompersi! Spaventato da quell’Uomo a cui persino i pesci obbediscono, Simone si getta ai Suoi piedi dicendo: “Signore, allontanati da me perché sono un peccatore!” Invece di allontanarsi Gesù lo rassicura, e Simone lascia tutto e Lo segue.

Sono passati alcuni anni, il Signore è stato crocifisso ed è risuscitato. I discepoli sono tornati a pescare e lo hanno fatto per tutta la notte senza risultato. Al mattino, al rientro, sulla riva del lago c’è uno sconosciuto, al quale confessano l’insuccesso dei loro sforzi, che li invita a gettare le reti lì, dove si trovano, vicino alla riva dove nessuno lo avrebbe fatto. Subito la rete si riempie tanto che non possono tirarla a bordo. Giovanni comprende allora che questo sconosciuto non può essere altri che il Signore! Pietro si getta in acqua per raggiungere più velocemente la riva.

L’atteggiamento di Pietro in queste due occasioni ci offre un sorprendente contrasto: esso dipende dal fatto che nel frattempo, Pietro ha imparato a conoscere la grazia del suo Maestro. Ed ecco che si precipita davanti a Lui, esempio vivente di questa parola: “l’amore perfetto caccia via la paura”.

Anche noi, non temiamo ad avvicinarci al Signore così come siamo. Egli non respinge nessuno, anzi attira a Sé con la Sua bontà quelli che lo conoscono.

mercoledì 24 settembre 2025

L'inizio di un grande speranza

“Questi comprò un lenzuolo e, tratto Gesù giù dalla croce, lo avvolse nel panno, lo pose in una tomba scavata nella roccia; poi rotolò una pietra contro l'apertura del sepolcro.” Marco 15:46


Rechiamoci al sepolcro, poiché Gesù giace nel sepolcro.

Immobile. Freddo. Rigido. Il suo corpo è senza vita come la lastra di pietra sulla quale è adagiato, nessuna sensazione percorre i suoi arti. Non c'è aria nei polmoni. Il sangue non scorre più nelle sue vene.

C'è un morto in quel sepolcro.

I carnefici se ne sono assicurati. Alla notizia che Gesù era morto, Pilato chiese ai soldati se ne avessero la certezza. 

L'avevano.

La stoccata di una lancia aveva dissipato ogni dubbio.

I soldati romani sapevano fare il loro lavoro. E il lavoro era stato ultimato.

Eppure aveva detto ai suoi “Tornerò” lo aveva promesso.

“Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” Giovanni 14:3. 

E per dimostrare che diceva sul serio la pietra era rotolata e il suo corpo non c'era più, erano rimaste solo le fasce.  La morte non aveva potuto trattenerlo.

Sappiamo che anche noi moriremo. Sappiamo che anche noi finiremo nella tomba. I nostri polmoni come i Suoi si svuoteranno. Le nostre mani come le Sue, diventeranno rigide. Ma la risurrezione del Suo corpo fa nascere una grande fiducia.

“Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua” Romani 6:5.

La risurrezione di Gesù è dimostrazione e anticipazione della nostra.

Pensavo ai credenti di Tessalonica ai quali l'apostolo Paolo scriveva: “Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati.” 1 Tessalonicesi 4:13-14.

Questi credenti avevano sicuramente seppellito delle persone (in Cristo) a loro care e l'apostolo non voleva che fossero turbati riguardo a loro. Così anche noi abbiamo sicuramente presenziato a funerali di persone che amavamo, che ci erano care. E come Dio parlò ai credenti di Tessalonica così parla ancora a noi. 

“Non siate tristi come coloro che non hanno speranza”.

24 settembre - Tre stati, tre persone

Conoscerete … che io sono il SIGNORE, vostro Dio, e non ce n’è nessun altro.

Gioele 2:27

 

Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo.

1 Timoteo 2:5

 

Tre stati, tre persone

 

A degli adolescenti che avevano difficoltà a concepire un Dio unico in tre persone, si faceva l’esempio dei tre stati dell’acqua. La pioggia è acqua; quando gela diventa ghiaccio ma è sempre acqua sotto un’altra forma. Quando evapora, sotto forma di vapore per formare delle nubi, è ancora dell’acqua. Come non stupirsi che forme così diverse, un liquido, il ghiaccio o il vapore siano sempre acqua?

Questo è un esempio molto limitato. La Bibbia dichiara che Dio è unico; non ce n’è un altro fuori di Lui, ogni altro dio è solo un’invenzione umana, un idolo. Dio rivela che Egli è perfettamente uno, in tre persone distinte:

Dio Padre. Padre del nostro Signore Gesù Cristo (“il Padre ama il Figlio” - Giovanni 3:35); è anche il Padre dei credenti, che ama come dei figli. È la sorgente di ogni bene e di ogni vita.

Dio Spirito Santo. Lavora per far conoscere Dio ad ogni uomo per mezzo di Gesù Cristo. Abita nei credenti e agisce in questo mondo.

Gesù Cristo, “che è Dio sopra tutte le cose benedetto in eterno” (Romani 9:5). È venuto sulla terra prendendo un corpo, nell’esteriore, simile ad un uomo per far conoscere Dio come Padre. Ha dato la Sua vita per il perdono dei peccati.

Dio è rivelato in tre persone distinte; questo rimane un mistero inscrutabile per i nostri spiriti limitati. Poiché Dio è vero, se riceviamo questa rivelazione con fede, cioè credendo, arriviamo a conoscere Lui e ciò che Egli dona, gratuitamente.

martedì 23 settembre 2025

Decisione finale

“Gesù, gridando a gran voce, disse: Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio. Detto questo, spirò” Luca 23:46.


Nessuno degli evangeli riporta che il Signore Gesù “morì”; sembra che vogliano deliberatamente evitare quella parola, non vogliono dare l'impressione che alla fine la morte lo abbia vinto e che lui abbia dovuto cedere alla sua autorità. La morte non lo ottenne come una vittima, ma fu lui ad attraversarla come vincitore.

Per questo, gli evangeli usano tre espressioni diverse, ciascuna delle quali evidenzia che l'iniziativa della morte rimase fermamente nelle mani del Signore Gesù. Marco e Matteo dicono che Egli “rese lo spirito” (Mat. 27:50, Mar. 15:37), mentre Luca riporta le parole del Signore citate dal nostro versetto. Ma l'espressione di Giovanni è la più impressionante: “Chinato il capo, rese lo spirito” (Gio. 19:30). Si noti l'ordine invertito dei fatti, non è che prima sia morto e poi per una legge fisica il capo gli si sia chinato sul petto ma al contrario:  piegare il capo fu l'ultimo atto di resa alla volontà del Padre; così con le parole e i fatti, il Signore indicò che la sua morte era un atto volontario.

Egli avrebbe potuto sfuggire alla morte anche all'ultimo istante ed essa non avrebbe potuto prendere la sua vita senza la sua approvazione. Come aveva detto nell'orto, avrebbe potuto chiamare più di dodici legioni di angeli, ma non lo fece. Di sua volontà e per sua libera scelta dette se stesso alla morte. Fu Lui a determinare il tempo e il luogo della sua morte, essa non avrebbe potuto prenderlo se Lui non lo avesse deciso.

Dobbiamo andare alla croce con umiltà, noi che non meritiamo che il giudizio, senza chiedere altro se non che misericordia, e Cristo ci libererà sia dalla colpa del peccato sia dal terrore della morte.

23 settembre - Che cosa guardiamo?

Non mi proporrò nessuna cosa malvagia… non mi lascerò contagiare.

Salmo 101:3

 

Mi hai concesso vita e grazia, la tua provvidenza ha vegliato sul mio spirito.

Giobbe 10:12

 

Che cosa guardiamo?

 

“Certi film sono più che dei semplici divertimenti… insinuano una idea, un dubbio, un’angoscia, e anche una paura del tutto nuova nello spettatore. Questa forma di contaminazione ne fa la loro forza ed è sovente questo che gli permette di non essere dimenticati”.

Questa osservazione fatta da un critico del cinema dovrebbe spingerci a fare molta attenzione al nostro ambiente morale. La nostra salute può essere compromessa, oppure migliorata, dall’aria che respiriamo; nello stesso modo il nostro spirito è sensibile a ciò che leggiamo, udiamo e vediamo. La sorgente dei nostri pensieri può essere inquinata: “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita”, dice la Parola di Dio (Proverbi 4:23). Molti spettacoli, libri e persino dei programmi di insegnamento presentano delle scene dove il peccato serve come centro di interesse, perfino di piacere equivoco. Chi è l’istigatore di tutto questo? “Ecco, il malvagio è in doglie per produrre iniquità. Egli ha concepito malizia e partorisce menzogna” (Salmo 7:14).

Cristiani, seguiamo questo consiglio: “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo” (1 Giovanni 2:15).

Come respirare aria pura? “Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra” (Colossesi 3:1-2). Meditando regolarmente la Bibbia, rigenerandosi nella comunione con Dio per mezzo della preghiera, il credente può rimanere in buona salute spirituale.

Prendiamo cura del nostro spirito, non esponiamolo alla contaminazione.

lunedì 22 settembre 2025

Dove dimora Dio?

Una tenda eretta nel deserto, poi un tempio magnifico costruito a Gerusalemme; tali erano le dimore in cui Dio abitava in mezzo al suo popolo.

Ma quella non era la sua “casa”. 

L’apostolo Paolo dirà che egli “abita una luce inaccessibile” 1 Timoteo 6:16. 

Per designarla, Gesù usa un’altra espressione: la “casa del Padre mio” Giovanni 14:2. Egli la conosce molto bene, perché è la sua dimora da sempre. Là egli faceva le delizie di suo Padre ed era eternamente nella gioia davanti a lui; e si rallegrava “nella parte abitabile della sua terra” Proverbi 8:30-31. Vedeva già la terra abitata da uomini peccatori e perduti, ma che Egli avrebbe salvato e messo in grado di abitare nella casa di suo Padre. Ai suoi discepoli aveva detto: “Nella casa del Padre mio… io vado a prepararvi un luogo”.

Che disegno meraviglioso! Esso va ben oltre a ciò che esprimeva un tempo Anna, madre del profeta Samuele: “L’Eterno… alza i miseri dalla polvere… per farli eredi di un trono di gloria” 1 Samuele 2:8. È la casa del Dio beato, in cui tutte le sue caratteristiche di pace, amore, santità verranno gustate. Il Padre ama il Figlio che, da parte sua, l’ha perfettamente glorificato; il Figlio ama il Padre, e i riscattati sono amati dal Padre e dal Figlio e cantano un cantico nuovo a loro lode.

Nella casa del Padre c’è un posto riservato a te. Accetterai di occuparlo?

22 settembre - L’affinatura

Tu ci hai messi alla prova, o Dio, ci hai passati al crogiuolo come l’argento.

Salmo 66:10

 

La vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro.

1 Pietro 1:7

 

L’affinatura

 

I metalli preziosi più sono puri, più grande è il loro valore. In natura si trovano per la maggior parte, in forma composta, o associati a materiali meno nobili; per questo, in modo particolare l’oro e l’argento, sono sottoposti all’ “affinatura”, cioè fusi ad alte temperature. Questa operazione permette di separare i differenti elementi: quelli preziosi da quelli comuni.

La Bibbia utilizza a più riprese questa immagine. Dio può sottometterci ad una prova per mettere in evidenza, in noi, quello che è a Suo onore e quello che non lo è. Queste prove possono essere dolorose, ma saranno utili nella misura in cui noi comprenderemo che Dio ci vuole avvicinare a Lui e togliere dalle nostre vite tutto quello che non è in accordo con le esigenze della Sua Santità.

L’immagine dell’affinatura è impiegata anche in rapporto con la Parola di Dio; le parole del Signore sono pure e perfette. Quando sono comparate all’argento, si tratta di “un argento raffinato in un crogiuolo di terra, purificato sette volte” (Salmo 12:6)

Il Signore Gesù stesso, divenuto Uomo sulla terra, era perfettamente puro e santo; Egli poteva dire indirizzandosi a Dio, secondo la profezia del Salmo: “Tu hai scrutato il mio cuore, l’hai visitato nella notte; mi hai provato e non hai trovato nulla; la mia bocca non va oltre il mio pensiero”. (Salmo 17:3). Tutte le sofferenze a cui il Signore Gesù è stato assoggettato non hanno fatto che confermare la Sua perfetta purezza.

Dio sia benedetto per averci donato un tale Salvatore.

domenica 21 settembre 2025

Il principio della scienza

“...ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è Ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti” Romani 1:21-22. 


Siamo sovrastati da un'assenza di valori morali e dalla decadenza di quelli spirituali, ciò diviene evidente ad ogni pagina di quotidiano che voltiamo. Viviamo in un epoca in cui i vecchi valori vengono respinti e dalla vita di molti è scomparso proprio il senso stesso del valore. I soli obiettivi del mondo occidentale sembrano il successo, la posizione, la sicurezza, la compiacenza di sé stessi, il piacere e gli agi. 

A giudicare i nostri tempi dai dipinti di molti artisti moderni, non vediamo altro che chiazze confuse di colore senza alcun modello né disegno riconoscibili. Un bambino che scaglia del colore su tela potrebbe fare altrettanto. Infatti ad una mostra artistica il primo premio fu assegnato al dipinto di uno scimpanzé. I suoi dipinti andavano a ruba ed erano messi in vendita alla Mayor Gallery di Londra al prezzo record di 220mila euro.   L'incomprensibile mescolanza di colore denota la condizione di confusione delle menti e dei valori nei nostri giorni. Il cinema, la televisione o i libri che leggiamo ci propinano tutti dosi di mescolanze di valori o il loro sovvertimento.

Le parole “si sono dati” suggeriscono deterioramento e rovina. In una società decadente, la volontà di credere, di resistere, di lottare, non esiste più. A loro posto è subentrato il desiderio di lasciarsi andare per seguire le nuove correnti. Ultimante ho sentito più volte ripetere, da vari illustri personaggi: “io credo nell'uomo”.

Quale ironia nel fatto che una civiltà che ha prodotto le migliori automobili, i più efficienti frigoriferi, i più tecnologici apparecchi televisivi stia nello stesso tempo producendo alcuni dei peggiori esseri umani. Che prospettiva possono avere? Non dimentichiamo ciò che dice la Scrittura: “il salario del peccato è la morte” Romani 4:23.

Come nazione siamo senza alcuna scusa perché abbiamo barattato il nostro diritto di primogenitura per un piatto di delizie immorali.

“Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti”. Due sono le caratteristiche che contraddistinguono quanti rigettano la conoscenza di Dio: un'insopportabile presunzione e una profonda ignoranza e si dimentica che : “il timore di Dio è il principio della scienza” Proverbi 1:7.

21 settembre - Chi ha ragione, io oppure Dio?

Chi crede nel Figlio (di Dio) ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

Giovanni 3:36

 

Chi ha ragione, io oppure Dio?

 

Se le nostre caratteristiche personali potessero permetterci l’accesso al cielo, Dio non avrebbe detto: “Non c'è nessun giusto, neppure uno. Non c’è nessuno che capisca … Non c’è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno” (Romani 3:10-12).

Se si potesse acquistare la salvezza eterna con le nostre buone opere, Dio non avrebbe detto: “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede;… non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8-9).

Se si potesse essere salvati rispettando i dieci comandamenti, Dio non avrebbe detto: “Mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a Lui” (Romani 3:20).

È impossibile acquistare la salvezza della propria anima. Dio ci dice: “Siete stati riscattati… non con argento o con oro… ma con il prezioso sangue di Cristo” (1 Pietro 1:18-19).

Se potessimo sperare di migliorarci con i nostri sforzi, Dio non avrebbe detto: “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno” (Geremia 17:9)

Se la nostra salvezza dipendesse da noi stessi, il Signore Gesù, quando i Suoi discepoli chiedono: “Chi può essere salvato?” non avrebbe risposto: “Agli uomini è impossibile, ma non a Dio; perché ogni cosa è possibile a Dio” (Marco 10:26-27).

Tutti quelli che hanno messo la loro fiducia nel Signore Gesù sono “giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù” (Romani 3:24).

È Dio che ha ragione! Come potremmo non essere d’accordo con Lui?


 

sabato 20 settembre 2025

Troppo semplice

“In quella stessa ora, Gesù, mosso dallo Spirito Santo, esultò e disse: Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli! Sì, Padre, perché così ti è piaciuto!” Luca 10:21.


Lettori avete trovato l'Evangelo troppo semplice? E' questo il modo che Sig. G. ha usato per definire il grande messaggio di grazia contenuto nell'Evangelo. Forse avrebbe voluto che Dio facesse una differenza fra noi occidentali che abbiamo un'istruzione, una cultura e un popolo del centro Africa! 

Il fatto che lo stesso Evangelo sia indirizzato a noi e a loro ci sembra umiliante? Ebbene, questa stessa semplicità prova l'universalità dell'Evangelo che non fa distinzioni. Se fosse necessaria una lunga iniziazione per conoscere tutti i segreti, come in talune religioni orientali, Dio non sarebbe giusto. Delle moltitudini senza alcun mezzo sarebbero escluse dalla felicità celeste perché non fanno parte di una “élite” che ha beneficiato di alcuni privilegi umani.

Il Signore, in questo passo, usa il termine “piccoli” come termine di paragone per indicare coloro che il mondo ritiene insignificanti.

Il messaggio della salvezza è un messaggio semplice. Un bambino può capirlo e crederlo. Non è il ragionamento, l'istruzione, l'intelligenza che ci faranno appropriare della salvezza ma la fede.

Nessuno sarà mai condannato perché non è stato in grado di capire l'Evangelo, ma per non averlo accettato.

Attenzione a pensare di essere “grandi” perché se lo siamo è solo riguardo al numero dei nostri peccati. Abbiamo assolutamente bisogno dell'intervento di Dio che si dichiara disposto a fare grazia a tutti gli uomini. Come?  Solo per mezzo della fede in Cristo Gesù.

20 settembre - Camminare sulle acque

Pietro, sceso dalla barca, camminò sull’acqua e andò verso Gesù. Ma, vedendo il vento, ebbe paura e, gridò: «Signore, salvami!» Subito Gesù, stesa la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?»

Matteo 14:29-31

 

Camminare sulle acque

 

I discepoli di Gesù sono soli nella loro barca sul lago in tempesta senza speranza di soccorso. Il Signore si avvicina a loro camminando sulle acque ma sembra che non lo riconoscano!

Tuttavia il Signore si avvicina e Pietro, esitante, gli dice: “Se sei Tu, comandami di venire da Te sull’acqua”: “Vieni!” risponde il Signore. Pietro gli dà fiducia: malgrado il pericolo, lascia la barca e comincia a camminare sulle acque.

Dal momento, però, in cui distoglie il suo sguardo dal Signore, inizia ad affondare e allora fa ricorso al Signore, come Dio ci incoraggia di fare: “Invocami nel giorno della sventura” (Salmo 50:15).

Pietro fa qui l’esperienza dell’onnipotenza del Signore che viene in nostro aiuto malgrado i nostri dubbi. Il Signore risponde subito al suo grido di disperazione, anche se, affettuosamente, rimprovera la sua debole fede.

La nostra vita con il Signore è simile a quella di Pietro. Molto sovente una fede ardita lascia il posto al dubbio, ma il Signore non cambia; non scoraggiamoci, ma impariamo nella Sua presenza a contare umilmente su Lui. L’esperienza delle liberazioni del Signore ci renderà più tranquilli. Mettiamo la nostra fiducia in Dio solo senza dubitare della Sua potenza.

In Cristo chi confida,

pur nel dolore, udrà

la voce conosciuta

d’amore che non muta

e che provvederà.

venerdì 19 settembre 2025

L’uomo Cristo Gesù (12/12)

L’Uomo glorificato

Nei primi vangeli, è scritto che Maria Gli versò il profumo sul capo, il capo del Messia (Matteo 26:7), e del Servitore e Profeta (Marco 14:3), ma Giovanni 12:3 dice che glieLo versò sui piedi, i piedi del Figlio di Dio che sta per morire. Ebrei 1:9 dichiara: “Il tuo Dio, ti ha unto con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni“.

Al momento della trasfigurazione, sul monte, “La sua faccia risplendette come il sole” (Matteo 17:2). Quando appare a Giovanni, a Patmo, “il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana candida” (Apocalisse 1:14). Quando, sotto l’aspetto di “angelo potente“, scende dal cielo, “sopra il suo capo vi era l’arcobaleno; la sua faccia era come il sole” (Apocalisse 10:1)

Quando sta per  eseguire i giudizi sulla terra (Apocalisse 14:14), appare su una nuvola, seduto, simile ad un Figlio d’uomo, che ha sul capo una corona d’oro, come l’aveva annunziato il Salmo 21:3.

E nella Sua gloriosa apparizione di Apocalisse 19:11-16, “sul suo capo vi erano molti diademi“. Qui Gli sono dati molti nomi: Fedele, Veritiero, Giudice, “la Parola di Dio“, “Re dei re e Signore dei signori“. Al di sopra di tutto porta “un nome che nessuno conosce fuorché lui“. Profondità ininvestigabile della Sua Persona che, “essendo in forma di Dio“, aveva annichilito se stesso, “prendendo forma di servo“, poi ha ricevuto “il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:6:11).

 

Vedere la Sua faccia

Sul monte Sinai, in un intrattenimento intimo con l’Eterno, Mosè aveva chiesto: “Ti prego, fammi conoscere le tue vie“. L’Eterno aveva promesso: “La mia presenza andrà con te e io ti darò riposo“. Mosè fece poi un’altra domanda: “Ti prego, fammi vedere la tua gloria“. L’Eterno aveva risposto: “Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà“, ma aveva anche aggiunto: “Tu non puoi vedere il mio volto, perché l’uomo non può vedermi e vivere“. Poi completa: “Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso; mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato; poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere” (Esodo 33:13-23).

Bisogna arrivare al Nuovo Testamento, perché Giovanni possa dire: “Noi abbiamo contemplato la sua gloria (morale), gloria come di unigenito dal Padre”; e “Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Dio (o: Figlio di Dio), che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere (Giovanni 1:14, 18).

Sul monte della trasfigurazione ci è detto che i discepoli: “Videro la sua gloria” (Luca 9:32) (quella del Messia, poi del Figlio diletto del Padre).

Prima di lasciarli, Gesù incoraggia i Suoi discepoli: “Voi siete ora nel dolore; ma io vi vedrò di nuovo (alla risurrezione) e il vostro cuore si rallegrerà, e nessuno vi toglierà la vostra gioia” (Giovanni 16:22).

Ora, nei vangeli, con la guida dello Spirito, possiamo in un certo modo “vedere Gesù”; vederLo che va di luogo in luogo, arriva al Calvario e compie l’opera della croce (cfr. 2 Corinzi 3:18). Niente può maggiormente rallegrare i nostri cuori che lo scoprire questa Persona meravigliosa attraverso tutte le pagine della Parola. Quando apriva le Scritture ai discepoli di Emmaus il loro cuore “ardeva” mentre Egli parlava loro per via (Luca 24:32).

Ma il giorno verrà in cui non vedremo più come adesso, “come in uno specchio, in modo oscuro”; “allora vedremo faccia a faccia” e conosceremo “pienamente” come anche siamo stati perfettamente conosciuti (1 Corinzi 13:12).

Apocalisse 22:3-4 ci dice: “i suoi servi lo serviranno, vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte”. Il Salmo 17:15 l’aveva già annunciato: “Mi sazierò, al mio risveglio, della tua presenza“.