Il mistero
Con un linguaggio un po’ velato, Salomone, in Proverbi
8:22-31, aveva parlato della “sapienza” posseduta dall’Eterno. La sapienza
dice: “Il SIGNORE (l’Eterno) mi ebbe con sé al principio dei suoi atti, … Fui
stabilita fin dall’eternità, dal principio, prima che la terra fosse”. Poi
aggiunge: “Quando egli disponeva i cieli io ero là … ero presso di lui come un
artefice”. E’ chiaro che questi passi si riferiscono al Figlio di Dio, il
Signore Gesù.
Se in Proverbi 8 il Signore è indicato come “la sapienza“,
Giovanni l ce lo presenta come “la Parola“: “Nel principio (tanto indietro nel
tempo quanto possiamo immaginare) era la Parola (eterna nella Sua esistenza),
la Parola era con Dio (distinta da Lui nella Sua Persona), e la Parola era Dio
(divina nella Sua essenza). Essa era nel principio con Dio (non un’emanazione
divina ad un dato momento, ma sempre presso di Lui)”.
Ecco ora un altro mistero che non possiamo investigare: “E
la Parola è diventata carne ed ha abitato per un tempo tra di noi, piena di
grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria (gloria morale),
gloria come di Unigenito dal Padre (o di un Figlio unico dalla parte del
Padre)”. Uomo nato da una donna, ma divinamente concepito dallo Spirito Santo.
Filippesi 2:6-8 è ancora più preciso: “Gesù Cristo, il
quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio
qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso (cioè si spogliò
della propria gloria), prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini;
trovato esteriormente (in greco “schema”, apparenza esteriore) come un uomo,
umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.
1 Timoteo 3:16 completa: “Grande è il mistero della pietà:
Colui che è stato manifestato (rivelato, reso visibile) in carne… è stato
elevato in gloria“.
Il Signore Gesù è così veramente Dio e veramente Uomo; Dio e
Uomo in una sola Persona: “Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo”
(2 Corinzi 5:19). Nella Scrittura, Dio ha voluto rivelarci il Suo Figlio,
“l’unigenito Dio (o: Figlio di Dio), che è nel seno del Padre (espressione di
relazione), è quello che l’ha fatto conoscere (Giovanni 1:18). Eppure, Egli
stesso dichiara: “Nessuno conosce il Figlio se non il Padre; e nessuno conosce
il Padre se non il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo” (Matteo
11: 27).
Ci vuole grande riverenza di fronte a un simile mistero.
L’arca del tabernacolo era una figura di Cristo. Doveva essere fatta con legno
d’acacia, interamente ricoperta d’oro, all’interno e all’esterno. Ma nessuno
doveva toccarla, né guardarle dentro (1 Samuele 6:19; 2 Samuele 6:6-7).
Nel giorno della Sua apparizione in gloria (Apocalisse
19:11-16) porta parecchi nomi: Fedele, Veritiero, Giudice, Parola di Dio, Re
dei re e Signore dei signori. Eppure, al versetto 12, “portava scritto un nome
che nessuno conosce fuorché lui“!
Non dobbiamo voler a tutti i costi pretendere di capire
quello che la Parola non ci rivela; ma, secondo le parole di Pietro, possiamo
crescere “nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù
Cristo” (2 Pietro 3:18).
È specialmente nei Vangeli che, guidati dal Suo Spirito,
possiamo vedere “l’Uomo Cristo Gesù” come è stato quaggiù, per imparare a
conoscerLo meglio, ad amarLo di più, a seguirLo e a servirLo.
(segue)
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