Capitolo 3: I Suoi piedi, il Suo cammino
I Suoi piedi sulla terra
Nella sua visione, Isaia
profetizza con ammirazione: “Quanto son belli, sui monti, i piedi del
messaggero di buone notizie, che annunzia la pace, che è araldo di notizie
liete, che annunzia la salvezza!” (Isaia 52:7). E Romani 10:15, considerando
tutti quelli che saranno mandati seguendo le orme di Cristo, cita quel passo di
Isaia: “Quanto sono belli i piedi di quelli che annunziano buone notizie!“. Il
Signore aveva detto: “Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, sarà anche
il mio servitore” (Giovanni 12:26).
Alla fine del vangelo, Giovanni
fa vedere Pietro e se stesso che si alzano e seguono il Signore, rispondendo al
“tu, seguimi” (Giovanni 21:19-22).
In Filippesi 3:13-17, Paolo
riprende l’argomento e scrive: “Dimenticando le cose che stanno dietro, e
protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la meta… Sia questo
dunque il sentimento di quanti siamo maturi… Soltanto, dal punto al quale siamo
arrivati, continuiamo a camminare per la stessa via… Siate miei imitatori,
fratelli, e guardate a quelli che camminano secondo l’esempio che avete in
noi“.
Riconosciamo umilmente che troppe
volte il Signore ci ha dovuto lavare i piedi con la Sua Parola, perché avessimo
“una parte con Lui” (Giovanni 13:8) e potessimo seguirLo coerentemente e dando
una buona testimonianza.
Cancellando se stesso, Giovanni
Battista ripete (lo leggiamo in Atti 13:25 come in ogni vangelo): “Dopo di me
viene uno, al quale io non sono degno di slacciare i calzari“. Il giorno
successivo al battesimo, guardando il Signore che camminava, aveva detto con
emozione: “Ecco l’Agnello di Dio!“. Nel corso di tutti i vangeli possiamo
considerare, con adorazione, questo sublime cammino.
Ai Suoi piedi
Ognuno può cercare facilmente nei
vangeli quali persone si sono messe ai piedi di Gesù.
In Matteo 15:29, Egli sta presso
il mar di Galilea; per avere un po’ di tranquillità sale su un monte e si
siede. Ma lo raggiunge una grande folla, portando malati di ogni genere e
ponendoli ai Suoi piedi. Che cosa fa? Non fa notare la Sua stanchezza, o il Suo
desiderio di tranquillità, ma “li guarisce” tutti, di modo che la folla rende
gloria a Dio.
In Marco 7:25-30, viene a Gesù
una donna sirofenicia. Egli era entrato in una casa e non voleva che nessuno lo
sapesse. La riceverà? Ella si getta ai Suoi piedi. Gesù le dice: “Non è bene
prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini” (così consideravano i
Giudei tutti quelli che non erano del loro popolo). Nella sua fede molto
semplice, la donna risponde: “Sì, Signore; ma i cagnolini, sotto la tavola,
mangiano le briciole dei figli“. Il Signore la rassicura: “Per questa parola
va’; il demonio è uscito da tua figlia“. La donna, tornata a casa, trova la
figlia guarita, coricata sul letto; il demonio era uscito da lei!
In Luca 7:37-50, “una donna… una
peccatrice” ha il coraggio di entrare nella casa di un fariseo che ha invitato
il Signore per cenare con lui. Consapevole di quanto il suo comportamento sia
sconveniente, ella sta dietro, ai Suoi piedi, e li bagna di lacrime e li
asciuga coi suoi capelli, coprendoli di baci e ungendoli con del profumo. Il
fariseo è scandalizzato; con una breve parabola Gesù lo riprende, ricordandogli
come egli lo abbia accolto male, senza il rispetto dovuto: “Tu non mi hai dato
dell’acqua per i piedi… Tu non mi hai dato un bacio… Tu non mi hai versato
l’olio sul capo“. A questa donna può essere perdonato molto, perché ha “amato
molto“; ma “colui a cui poco è perdonato, poco ama“. Tutti si stupiscono; ma il
Signore dice alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace“.
In Marco 5:15-17, la gente della
città, spaventata e scontenta di Gesù, viene a Lui e trova ai Suoi piedi,
“vestito e sano di mente“, l’uomo dal quale erano usciti i demoni.
L’indemoniato guarito ha un solo desiderio: che il Signore gli permetta di
stare con Lui. Ma il Salvatore non glielo permette, dicendogli: “Va’ a casa tua
dai tuoi, e racconta loro le grandi cose che il Signore ti ha fatto“. E l’uomo
va a rendere la sua testimonianza in tutta la regione. Prima andava urlando
“fra i sepolcri e su per i monti” (15:5); ora, liberato dalla potenza
diabolica, va a “proclamare le grandi cose che Gesù aveva fatto per lui”
(15:20).
In Luca 17:12-19, dieci lebbrosi
gridano da lontano: “Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!“. Essi danno poi prova
di fede andando, su ordine del Signore, a farsi vedere ai sacerdoti; e per
strada sono guariti! Uno solo di loro, un Samaritano, ritorna sui suoi passi,
glorifica Dio ad alta voce e si getta ai piedi di Gesù con la faccia a terra,
ringraziandoLo. Il Signore attristato risponde: “I dieci non sono stati tutti
purificati? Dove sono gli altri nove?“. Questo è il solo caso, citato nei
vangeli, in cui un uomo guarito ritorna per ringraziare!
E noi, abbiamo a cuore di farlo
ogni giorno, e specialmente la domenica mattina quando, riuniti intorno a Lui,
ci ricordiamo di Lui col memoriale che ha istituito? RingraziamoLo e adoriamoLo
per tutto quello che ha fatto per la gloria di Dio e per la nostra salvezza!
Per tre volte, nei vangeli, è
riportato il ricordo di Maria (Luca 10; Giovanni 11 e 12). Nella casa di
Betania, seduta ai piedi del Signore, aveva ascoltato la Sua parola. Dopo la
morte di Lazzaro non era andata al sepolcro per piangere, come pensavano i
Giudei venuti a consolare le due sorelle, ma era andata dove c’era Gesù e
quando Lo aveva visto si era gettata ai Suoi piedi, piangendo. Fu allora che
“Gesù pianse“.
Dopo la risurrezione di Lazzaro,
il Signore ritorna a Betania, sei giorni prima della Pasqua, e partecipa alla
cena che gli preparano (Giovanni 12:1-12). Maria, allora, prende una libbra di
profumo di nardo puro di gran prezzo e unge i piedi del Figlio di Dio che sta
per essere condannato a morte, e li asciuga coi suoi capelli. In risposta
all’obiezione di Giuda, Gesù dice: “Lasciala stare; ella lo ha conservato per
il giorno della mia sepoltura“. Lui sapeva cosa Lo aspettava, lei lo
presentiva; e con tutto il suo cuore sparge il profumo dell’adorazione e della
riconoscenza, dando prova del valore che il Signore aveva per lei.
Il suo cammino
Discutendo coi Giudei, Giovanni
Battista aveva risposto alle loro domande e confessato chiaramente: “Io non
sono il Cristo, né Elia, né il profeta”; ma essi insistono: “Chi sei?“. Egli
risponde semplicemente: “Io sono la voce di uno che grida nel deserto”
(Giovanni 1:23). “Il giorno seguente, Giovanni vede Gesù che viene verso di
lui, e dice: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Questi è
colui del quale dicevo: “Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto, perché
era prima di me“. Poi aggiunge un’altra testimonianza: “Ho visto lo Spirito
scendere dal cielo come una colomba, e fermarsi su di lui… E io ho veduto e ho
attestato che questi è il Figlio di Dio” (1:32, 34).
Che privilegio per noi vedere,
nei vangeli, il cammino del Signore! Pietro, che ha accompagnato Gesù in tutto
il Suo ministero, dice in casa di Cornelio: “E’ andato dappertutto facendo del
bene” (Atti 10:38).
Molte volte ha camminato lungo il
mare, soprattutto per chiamare alcuni discepoli: Simone e Andrea (Matteo 4:18;
Marco 1:16), poi Giacomo e Giovanni (Marco 1:19) ed altri.
Salito “sul monte a pregare”
(Matteo 14:23-33 – Marco 6:46-51), venuta la sera, Lui, tutto solo a terra,
vede i discepoli affaticarsi a remare con un vento contrario. Andrà subito a
soccorrerli? No. Solo alla quarta vigilia della notte va verso di loro, camminando
sul mare. I discepoli dicono: “E’ un fantasma” e dalla paura gridano. Ma subito
Gesù parla loro e dice: “Coraggio, sono io; non abbiate paura!“. Pietro
risponde: “Se sei tu, comandami di venire da te sull’acqua!” ed il Signore gli
dice: “Vieni!“. Così Pietro cammina sul mare agitato per andare da Gesù! Poi,
però, vede che il vento è forte, ha paura e comincia ad affondare. E grida:
“Signore, salvami!“. Gesù gli dice forse: “Sei stato presuntuoso, perché hai
voluto camminare sul mare”? No. Gli dice: “Uomo di poca fede, perché hai
dubitato?“. Il Salvatore non aspetta; subito tende la mano e lo afferra. E
tutti e due salgono sulla barca. Il vento s’acqueta, e i discepoli, pieni di
ammirazione, gli rendono omaggio: “Veramente tu sei Figlio di Dio!“.
Nelle tempeste della vita, anche
i credenti possono “vedere il Signore” che viene incontro a loro, e sentirLo
dire: “Sono io, non temete!” (Giovanni 6:20).
In Luca 9:51, Gesù “si mise
risolutamente in cammino per andare a Gerusalemme“, compiendo le parole di
Isaia 50:7. Tutto il seguito del vangelo è contrassegnato da questo itinerario.
In Luca 13:32-33, è ancora scritto: “Il terzo giorno avrò terminato. Ma bisogna
che io cammini oggi e domani e dopodomani“.
Alla fine, entra in Gerusalemme,
nel tempio. Lo accoglieranno? Marco 11:11 dice che “dopo aver osservato ogni
cosa intorno, essendo già l’ora tarda, uscì per andare a Betania con i dodici”.
Il ministero di grazia sta per
terminare. Il giorno seguente, mentre esce da Betania, ha fame; vede un fico
che ha delle foglie; forse vi troverà qualche frutto. Purtroppo, avvicinatosi,
vi trova “niente altro che foglie; perché non era la stagione dei fichi“. La
mattina seguente, ripercorrendo quella stessa strada, vedono il fico “seccato
fin dalle radici” (Marco 11:13, 20).
Quest’episodio è una figura del
popolo d’Israele che non aveva portato alcun frutto per il suo Messia e
Salvatore; così Gerusalemme fu distrutta sotto il giudizio di Dio circa
quarant’anni dopo, per opera di Tito (come testimonia il suo arco di trionfo nel
Foro a Roma ancora visibile oggi).
In Marco, a partire dal capitolo 14:53, non è più parlato del Suo cammino; il Signore si lascia “condurre“, compiendo la profezia di Isaia 53:7: “Come l’agnello condotto allo scannatoio, come la pecora muta, dinanzi a chi la tosa” (Marco 15:1, 16, 20, 22). Aveva detto, istituendo la cena: “Il Figlio dell’uomo… se ne va“(Luca 22:22). Questo richiama alla mente Matteo 13:44-46: “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e per la gioia che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo“. E, qualche versetto dopo: “Se n’è andato, ha venduto tutto quello che aveva“, e ha comprato la perla “di gran valore“.
Alla fine, i soldati romani,
inchiodando i piedi che avevano camminato tanto sulle strade di quel paese,
hanno posto fine alla carriera meravigliosa e incomparabile del nostro
Salvatore.
(segue)