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mercoledì 15 ottobre 2025

Toglilo

“Una gran folla lo seguiva, perché vedeva i miracoli che egli faceva sugli infermi...Gesù disse: Fateli sedere. C'era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini. Gesù, quindi, prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero....La gente dunque, avendo visto il miracolo che Gesù aveva fatto, disse: Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo. Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re” Giov. 6:10-15. 

Le folle hanno seguito il Signore Gesù. Ma, come molti anche oggi nella cristianità, erano attratte più dalla sua potenza che dalla sua grazia. Una fede fondata sui miracoli non è gradita a Dio perché Egli richiede una fede fondata sulla sua Parola. Volevano farlo re e avevano capito che era il Profeta che doveva venire. Certo è una grande cosa seguire qualcuno che ti nutre e ti cura senza chiedere niente in cambio. Chi non desidererebbe essere suddito di un tale re? 

Le folle erano pronte ad apprezzare i benefici materiali gratuiti, ma il Signore era la Parola fatta carne e tutto ciò che insegnava veniva direttamente da Dio. Le sue parole erano state forti e precise ed aveva più volte ripreso gli scribi e i farisei per la loro falsità e insegnato in ugual misura al popolo: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. Poiché io vi dico che se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete affatto nel regno dei cieli. Voi avete udito che fu detto agli antichi: "Non uccidere: chiunque avrà ucciso sarà sottoposto al tribunale"; ma io vi dico: chiunque si adira contro suo fratello sarà sottoposto al tribunale; e chi avrà detto a suo fratello: "Raca" sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto: "Pazzo!" sarà condannato alla geenna del fuoco” Matteo 5:17,20-22.

L'uomo è attratto dalle opere potenti ed è alla ricerca di benefici materiali. Gli piace definirsi “religioso” ma desidera una religione a buon mercato. Una di quelle che li consenta di fare i propri comodi. Il parlare del Signore era duro come anche alcuni suoi discepoli definirono. Avrebbero accettato i suoi insegnamenti?

“Egli (Pilato) disse ai Giudei: Ecco il vostro re! Allora essi gridarono: Toglilo, toglilo di mezzo, crocifiggilo!” Giov. 19:15.

L'uomo ha terminato la sua opera. Si è sbarazzato di quel Gesù che, con la sua santità, metteva in risalto la nostra sozzura e , con il suo amore, Il nostro odio. Ucciderlo sembrava un buon modo per toglierlo di mezzo per continuare a vivere in una religione vuota e falsa. Erano tutti pronti a correre per le sue opere e il cibo altrui, ma altrettanto pronti a sbarazzarsi di Lui per i suoi insegnamenti. Non esiste una via di mezzo o si è pronti a seguire il Signore ubbidendo alla Sua voce o ci ritroveremo fra la folla che gridava: toglilo, toglilo. Dobbiamo fare la nostra scelta. Il Fatto che la Parola stessa sia venuta in questo mondo la impone. O la si accetta o la si rifiuta.

15 ottobre - Giuseppe e i suoi fratelli

 Gesù (sulla croce) diceva: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”.

Luca 23:34

 

Giuseppe e i suoi fratelli

 

Giuseppe è uno dei dodici figli del patriarca Giacobbe. Era talmente poco amato dai suoi fratelli che questi, dopo aver avuto l’intenzione di ucciderlo, lo vendettero come schiavo a una carovana di passaggio. Ma dopo alcuni anni e molte peripezie, Giuseppe da schiavo maltrattato diventa niente meno che il viceré dell’Egitto! I suoi fratelli all’inizio non sanno nulla, ma quando vanno in Egitto a comprare del grano a causa della carestia nel loro paese, Giuseppe si fa riconoscere e sono obbligati a confessare la loro malvagia condotta. Ma Giuseppe li perdona, e dice loro: “Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene… per conservare in vita un popolo numeroso” (Genesi 50:20).

“Voi avevate pensato del male contro di me…”. Così è stato per il Signore Gesù. Egli ha dedicato la vita a fare del bene, a confortare i miseri, a guarire i malati e ad annunciare la Parola di Dio, parola di perdono e di vita. Eppure, hanno complottato contro di Lui e l’hanno condannato a morte con false accuse e un processo iniquo. Una folla ammassata davanti al governatore romano ha gridato: “Crocifiggilo!” e Pilato ha ceduto per non compromettere la propria posizione.

Ebbene, questo grande male “Dio ha pensato di convertirlo in bene”. Gesù è stato crocifisso e gli uomini hanno sfogato contro di Lui tutto il loro odio, ma la Sua morte è stato il sacrificio che ha espiato i peccati di tutti coloro che credono in Lui.

Dalla tragica scena della crocifissione, scaturisce la buona notizia, cioè che io posso essere liberato dalle mie colpe se le riconosco e le confesso a Dio. Egli fa grazia a chiunque si pente, qualunque sia il suo passato.


martedì 14 ottobre 2025

Dio che si rivela

Sul soggetto “Dio” sono state scritte intere biblioteche. I filosofi hanno immaginato e scritto fantasie senza fine su questo essere divino. Inoltre, ciascuno di noi ha tendenza di farsi le sue idee su Dio e a soddisfarsene. Ma in fondo chi può parlare di Dio? Nessuna delle sue creature è capace di rappresentarlo. Lui solo può rivelarci ciò che Egli è veramente.

Non solo Dio è straordinariamente grande, ma è ugualmente grande e incomprensibile il suo disegno nei confronti dell'uomo. Se non fosse Lui a rivelarcelo non lo avremmo mai compreso.

Una fiamma in un cespuglio spinoso. Il cespuglio era tutto ardente di fuoco e non si consumava (Esodo 3:2). Si comprende lo stupore di Mosè che guarda una tale meraviglia. La realtà è ancora più incomprensibile. Il popolo d'Israele meritava il giudizio ma non è stato consumato. Perché? “Io sono l'Iddio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe” cioè : il Dio della fede, il Dio delle promesse, il Dio della grazia. Un Dio che non si può comprendere.

Solo Dio può parlare correttamente di Dio e lo ha fatto per mezzo di Gesù Cristo. La “Parola” stessa si è fatta carne” (Giov.1). La Bibbia non ci autorizza a immaginare Dio secondo i nostri pensieri e i nostri vari desideri. Essa ci invita invece a udire ciò che Egli ha da dire a tutti gli uomini. Parla di peccato mentre l'uomo sembra esserne inconsapevole.

A chi il Signore Gesù rivolge queste parole:“i tuoi peccati ti sono perdonati” (Marco 2:5)? Che cosa ha fatto quell'uomo? Oh il paralitico infermo da trentotto anni di Giov.5?

Nulla, potremmo pensare, erano entrambi troppo malati per fare alcunché. Non potevano ne camminare ne stare in piedi. Eppure la malattia dell'uomo va ben oltre l'apparenza.

“Ma Dio gli disse Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata” Luca 12:20.

A chi si rivolge Dio con un simile appellativo? A un uomo che a prima vista si definirebbe pieno di buon senso pratico. Poiché i suoi campi avevano fruttato molto in quell'anno, egli prevede il posto necessario per riporre il suo bel raccolto. Questo non è forse saper gestire bene i propri affari, dar prova di uno spirito di iniziativa molto apprezzato ai nostri giorni? Ecco una persona ragionevole, penseremo.

Saggezza? Previdenza? Niente a fatto. E' sempre la Sua Parola, cioè la Bibbia a rivelarci che il problema più grande dell'uomo è proprio quello di escludere Dio dalla nostra vita. Eppure è proprio con Lui che ogni uomo si dovrà confrontare al termine della sua esistenza.

Dio parla all'uomo in grazia e dispiega dinanzi a lui un piano meraviglioso, ma attenzione parla anche con altrettanta chiarezza della sua giustizia e della sua avversione verso il peccato. Dobbiamo inchinarci dinanzi al pruno ardente che non si consuma, ci parla del suo piano di amore verso di noi, ma, nel contempo, dobbiamo ben temere quel fuoco che può essere la parte eterna di tutti coloro che non saranno trovati in Cristo.

14 ottobre - Al riparo della roccia

Quell’uomo sarà come un riparo dal vento, come un rifugio contro l’uragano… come l’ombra di una gran roccia in una terra riarsa.

Isaia 32:2

 

Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo.

1 Tessalonicesi 5:9

 

Al riparo della roccia

 

Avevo lasciato la mia famiglia sulla spiaggia per scalare un dirupo a strapiombo sul mare. All’improvviso un grosso blocco di pietra si staccò da sotto i miei piedi e cominciò a rotolare giù dal dirupo. In quel momento apparvero da dietro a una roccia le teste delle mie due bambine, proprio sulla traiettoria del masso. Ebbi appena il tempo di gridare: “Mettetevi giù!”. Ancora un’ultima rotazione e la pietra urtò quella roccia frantumandosi e spargendo detriti in ogni direzione. Corsi giù dal pendio e trovai le mie due piccole sane e salve, accucciate ai piedi di quella roccia. Profondamente commossi, abbiamo ringraziato Dio, nostro Padre, per la Sua protezione.

Salvi al riparo della roccia! Non è forse la situazione di coloro che hanno ricevuto Gesù Cristo come loro personale Salvatore? La Bibbia parla dell’ira divina, pronta ad abbattersi su tutti gli uomini che non credono al Figlio di Dio (Giovanni 3:36). Dio ci parla di giudizio e di castigo non per minacciarci, ma per avvertirci del pericolo che incombe su di noi per la nostra disubbidienza e i nostri peccati. Infatti, Egli ci offre la salvezza e il perdono per mezzo di Gesù Cristo, la vera roccia che ci offre un sicuro riparo. Alla crocifissione, la collera di Dio si è riversata su di Lui affinché tutti quelli che accettano la Sua grazia siano risparmiati e messi al riparo dal giudizio. Il credente può fare proprie le parole del salmista Davide: “Il SIGNORE è la mia rocca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio… il mio alto rifugio” (2 Samuele 22:2-3).

lunedì 13 ottobre 2025

Cercasi dei Filippo

“Il giorno seguente, Gesù... trovò Filippo, e gli disse: Seguimi...Filippo trovò Natanaele e gli disse: Abbiamo trovato...Gesù...Vieni a vedere” Giov. 1:43-46.

In questi pochi versetti è riassunto un principio semplicemente straordinario. Filippo non ha avuto bisogno di leggere chissà quante pagine della Bibbia prima di testimoniare in maniera così semplice ed efficace del Signore. Avete mai desiderato cercare dei Natanaele? Qualcuno al quale possiate dire: “Ho trovato Gesù, il Salvatore. Vieni a vedere”. Non c'è bisogno di presentare l'evangelo di fronte ad una folla numerosa. Dei Natanaele ce ne sono anche vicino a voi: un parente, un amico, un vicino, un collega di lavoro. Se ogni credente fosse un Filippo, quanti Natanaele sarebbero condotti al Signore?

“Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo, perciò parliamo” 2 Cor. 4:13.

13 ottobre - Diagnosi e guarigione

“O SIGNORE, abbi pietà di me; guarisci l’anima mia, perché ho peccato contro di Te”.

Salmo 41:4

 

Gesù… è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo.

Atti 10:38

 

Diagnosi e guarigione

 

Giacomo ha dei dolori e la febbre non scende. È stato fatto visitare da un medico il quale, dopo gli opportuni accertamenti, ha proposto un trattamento farmacologico adeguato. Non sarà la sua diagnosi a guarirlo; per tornare in buona salute sarà necessario che il malato assuma i farmaci prescritti.

Per prima cosa, Giacomo ha dovuto riconoscere di essere veramente malato, poi è dovuto andare da un medico competente, accettare la sua diagnosi e seguire le indicazioni della prescrizione.

Sul piano morale, tutti gli uomini sono affetti dalla “malattia” del peccato, cioè da quella volontà di vivere senza Dio, insita nel più profondo di noi stessi. Per esserne guariti dobbiamo seguire lo stesso percorso di Giacomo.

Prendiamo dunque coscienza che non stiamo bene e che la nostra anima ha bisogno di cure. Non esitiamo a parlarne a Dio, l’unico medico competente per la cura della nostra anima. Egli si presenta come il sommo Medico: “Io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce” (Esodo 15:26).

Accettiamo la Sua diagnosi: “Tutti hanno peccato”, e la Sua prognosi: “Il salario del peccato è la morte” (Romani 3:23; 6:23); poi seguiamo la Sua prescrizione: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato” (Atti 16:31). “Chiunque crede in Lui riceve il perdono dei peccati” (Atti 10:43).

“Cristo ha sofferto per voi… Egli ha portato i nostri peccati nel Suo corpo, sul legno della croce” e “mediante le Sue lividure siete stati guariti” (1 Pietro 2:21, 24; Isaia 53:5).

domenica 12 ottobre 2025

Il valore delle prove

Un missionario scriveva: Troppe chiese assomigliano più ad un recinto per bambini che ad un luogo di persone adulte. I bambini corrono a destra e a sinistra, sono gli ultimi ad arrivare, i primi a scappare e non si può fare affidamento su di loro. Questo è il risultato della loro immaturità”. (W.W. Wiersbe).

Questo è uno dei  motivi per il quale possiamo passare per delle prove.

“...sapendo che la prova della vostra fede produce costanza e la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti ” Giacomo 1:3-4. 

Parlare di prove non è una cosa facile. L'essere umano in generale di fronte ad esse si rivolta. Anche per i credenti costituiscono un problema. Finché tutto va bene non ci si preoccupa, ma quando ci troviamo in mezzo ad esse, tutto è diverso, ma “le prove delle fede” hanno la capacità di sviluppare una virtù essenziale per il cristiano: la costanza. Ossia la pazienza, la capacità di perseverare e di rafforzarci in Colui che ci custodisce.

“ai chiamati che sono amati in Dio Padre e custoditi da Gesù Cristo” Giuda 1:1. 

Nel passato siamo stati chiamati a vivere una nuova vita. Nel presente siamo amati, non perché eravamo amabili ma perché, ora, siamo in Cristo. Nel futuro siamo custoditi. Il Signore ci accompagnerà tenendoci per mano durante il nostro cammino.

Quindi siamo “chiamati, amati e custoditi”, questo è stato scritto per la nostra consolazione perché durante il nostro cammino incontreremo sicuramente delle difficoltà, ma se le affronteremo in compagnia del Signore, esse, rafforzeranno la nostra fede rendendoci più saldi.

12 ottobre - Testimonianza di uno scienziato

Sì, Dio è grande e noi non possiamo conoscerlo; incalcolabile è il numero dei suoi anni.

Giobbe 36:26

 

Quanto sono numerose le tue opere, SIGNORE! Tu le hai fatte tutte con sapienza; la terra è piena delle tue ricchezze.

Salmo 104:24

 

Testimonianza di uno scienziato

 

Il naturalista Jean-Henri Fabre (1823-1915), che Victor Hugo definiva “l’uomo degli insetti”, celebrava in un piccolo villaggio della Francia il sessantesimo anno di attività. Uno dei suoi ospiti gli fece questa domanda: “Voi, credete in Dio?” Ed ecco la sua risposta: “Non solo credo in Dio, ma lo vedo! Senza di Lui, non capirei nulla; senza di Lui, tutto è oscuro. Questa convinzione, che ho sempre avuto, si è rafforzata nel tempo. Ogni epoca ha le sue fantasie; io considero l’ateismo una fantasia, la malattia del tempo attuale, una fantasia dalle conseguenze tragiche. Mi farei strappare la pelle piuttosto che smettere di credere al Creatore”. Osservando da vicino la vita degli insetti, quell’uomo sapiente ha scoperto la saggezza infinita di Colui che li ha creati.

“Porgi l'orecchio a questo, Giobbe; fermati e considera le meraviglie di Dio… Conosci tu l’equilibrio delle nuvole, le meraviglie di colui la cui scienza è perfetta?” (Giobbe 37:14, 16); “Va', pigro, alla formica; considera il suo fare e diventa saggio! Essa non ha né capo, né sorvegliante, né padrone; prepara il suo nutrimento nell’estate e immagazzina il suo cibo al tempo della mietitura” (Proverbi 6:6-8).

“Le Sue (di Dio) qualità invisibili, la Sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere Sue; perciò essi sono inescusabili” (Romani 1:20).

Ma ancor più che attraverso la Sua meravigliosa creazione, Dio si è rivelato nella persona di Gesù, Suo Figlio, il Salvatore del mondo.

sabato 11 ottobre 2025

Paura o ubbidienza?

“La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» E, detto questo, mostrò loro le mani e il costato. I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono. Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi».” Giovanni 20:19-21.


La porta era chiusa a chiave. Assolutamente chiusa. Dietro siedono dieci pellegrini con le ginocchia tremanti che si muovono su una sottile linea, sospesa fra fede e paura.

Se li osservate bene in quella stanza, non li prendereste certo per un gruppo che sta per  mettere al massimo la caldaia della storia.

Confusi. Impauriti. Sconsolati.

Niente soldi. Nessun leader. Vaga capacità di comando. Nessun piano.

No!

Guardando questo gruppo eterogeneo non scommettereste molto denaro sul loro futuro.

Ma qualcosa sta per accadere. Qualcosa che è più forte della febbre dell'oro e più tenace della passione.

Tutto iniziò con dieci uomini farfuglianti e balbettanti. Nonostante la porta fosse chiusa a chiave, Egli apparve in mezzo a loro e disse: “Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi”.

E Gesù gli mandò. Città. Paesi. Sinagoghe. Navi. Prigioni. Palazzi. Andarono ovunque.

Il loro messaggio sul Cristo morto e risorto per la salvezza degli uomini, attraversò il mondo civile.

Essi divennero come un onda di piena, un vento impetuoso. Non si fecero fermare. 

Gente senza istruzione, popolani una volta tremanti, scossero il mondo.

Ma non sarebbe meraviglioso ce ciò accadesse ancora?

Molti dicono che è impossibile. Il mondo è troppo duro. Troppo secolarizzato. Ci sono ormai troppe religioni. Troppa confusione e indifferenza. “Questa è l'era della comunicazione digitale, non dell'evangelizzazione verbale”.

Così sigillano le porte per paura del mondo.

Preferiscono rimanere all'interno della loro “stanza”.

E come risultato il mondo resta nelle tenebre che si fanno sempre più fitte giorno dopo giorno. Più della metà del mondo deve ancora ascoltare l'Evangelo di Dio, meno ancora lo studia.

Che cosa potrebbe riaccendere il fuoco? In qualche modo i compagni dell'alto solaio lo fecero. Lo fecero senza trascinare i piedi o avanzare scuse. Si limitarono a obbedire al loro Signore.

E lo fecero. Ubbidirono. Nessuno disse che aveva bisogno di più tempo o che voleva riascoltare il messaggio. 

Andarono. “Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi”. E voi?

11 ottobre - Trasparenza o luce?

Allora gli domandarono: “Chi sei tu?” Gesù rispose loro: “Sono per l’appunto quel che vi dico”.

Giovanni 8:25

 

Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.

Giovanni 8:12

 

Trasparenza o luce?

 

In occasione del “festival della parola” organizzato in una località francese, uno dei due termini scelti come parola dell’anno è stato “trasparenza”. Commentando questa scelta, il presidente della giuria diceva: “La trasparenza richiede che sia reso visibile ciò che si sospetta essere nascosto. Ma un materiale perfettamente trasparente come il vetro non ci permette di vedere quando è buio. Così, pretendere la trasparenza non ha nessun senso se si trascura di portare la luce”.

Quando Gesù è venuto nel mondo ha portato la luce, quella luce spirituale che rischiara le nostre riflessioni più profonde. Egli era “la luce del mondo”, ma gli uomini sono stati talmente infastiditi da quella luce che hanno preferito restare nelle tenebre. “La luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie” (Giovanni 3:19). Chi avrebbe piacere che tutti i nostri pensieri della settimana appena trascorsa fossero stati registrati e siano proiettati in pubblico, o anche solo ai propri famigliari?

Cerchiamo di essere trasparenti alla luce di Dio, desideriamola, lasciamola penetrare nel nostro cuore e nel profondo della nostra anima. Non abbiamo paura di farlo! Questa luce ci spingerà a confessare le nostre colpe e ci permetterà di ottenere il perdono di Dio.

E se siamo già credenti, impegniamoci a comportarci “come figli di luce”, mettendo in evidenza, con le nostre parole e la nostra condotta, “tutto ciò che è bontà, giustizia e verità” (Efesini 5:8-9).

venerdì 10 ottobre 2025

Le acque fuggirono spaventate

“Nel settimo mese, il diciassettesimo giorno del mese, l'arca si fermò sulle montagne dell'Ararat. Le acque andarono diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo mese, il primo giorno del mese, apparvero le vette dei monti” Genesi 8:4-5. 

Questo versetto è molto importante per due ragioni:

1) Il verbo reso con fermò, nell'ebraico significa “riposare”. Nel carattere figurativo dell'arca che è Cristo ed è importante ricordare che il Signore nel presentare se stesso al Padre può dire “è compiuto” (Giovanni 10:30). Come l'arca, anche Lui ha portato a termine il suo compito proteggendoci dal giudizio che avrebbe dovuto colpirci.

2) Inoltre il prosciugarsi delle acque non è avvenuto per cause naturali ma per il volere di Dio. Per un preciso Suo intervento, dimostrando in questo il Suo pieno compiacimento per l'opera compiuta.

“Tu l'avevi coperta dell'oceano come d'una veste, le acque si erano fermate sui monti. Alla tua minaccia esse si ritirarono, al fragore del tuo tuono fuggirono spaventate, scavalcarono i monti, discesero per le vallate fino al luogo che tu avevi fissato per loro. Tu hai posto alle acque un limite che non oltrepasseranno; esse non torneranno a coprire la terra” Salmo 104:6-9.

L'opera è compiuta.  Le acque si erano fermate...esse si ritirarono...fuggirono spaventate.

Coloro che sono in Cristo Gesù non possono più essere raggiunti “dalle acque” del giudizio. L'arca le ha attraversate subendo lei tutto il peso del loro furore.

Ora: “Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù” Romani 8:1.

10 ottobre - “Scannerizzare” i nostri pensieri

Tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.

Filippesi 4:8

 

“Scannerizzare” i nostri pensieri

 

L’argomento dei nostri pensieri occupa un posto importante nella Bibbia. È menzionato più di trecento volte. Perché i nostri pensieri sono così importanti? Perché sono all’origine delle nostre parole, delle nostre azioni e delle nostre scelte. C’è un’interazione costante tra i nostri pensieri e la direzione che diamo alla nostra vita.

Vegliamo sui nostri pensieri. Non crediamo di essere liberi di pensare a tutto ciò che ci piace. Nessuno ha mai ceduto a una tentazione senza averci prima pensato. Allora, di cosa nutriamo il nostro spirito? Gli atti descritti in certe letture o ostentati in certi film risvegliano in noi dei desideri malsani, mentre delle buone letture, delle frequentazioni di persone rette e morali, ci spingono verso il bene, ci avvicinano a Dio e ci predispongono ad accogliere i Suoi insegnamenti.

Quando prendiamo un aereo, i nostri bagagli vengono passati sotto lo scanner per verificare che non contengano oggetti proibiti. Non sarebbe forse una buona idea usare uno “scanner spirituale” per i nostri pensieri? Ebbene, uno scanner c’è, ed è il versetto citato all’inizio di questo foglietto: “Tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure…”

E se dei cattivi pensieri ci assillano? Chiediamo aiuto al Signore! Possiamo anche parlarne con un amico e pregare con lui a questo riguardo. Il Signore vuole darci la vittoria sul male e farci sperimentare il Suo amore, più grande e più potente di tutto ciò che cerca di asservirci.

La grandezza della Sua opera verso coloro che ha riscattato si comprende in questa esortazione: “Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù” (Filippesi 2:5).

giovedì 9 ottobre 2025

L'erba sulla strada

“Non abbandoniamo la nostra comune adunanza” Ebrei 10:25.

In un piccolo villaggio dell'Africa era stata costruita una capanna in posizione centrale rispetto a tutte le altre abitazioni. L'Evangelo aveva fatto presa su tutti i componenti del piccolo villaggio e da ogni abitazione partiva un sentiero che portava a quel luogo di ritrovo. Lì, tutti si potevano recare per pregare o per udire la Parola di Dio.

Un giorno un giovane convertito andò a bussare alla porta del vicino: Fratello, gli disse, l'erba cresce sul tuo sentiero.

Forse meritiamo anche noi lo stesso rimprovero. La sciamo crescere l'erba sulla strada che conduce al luogo in cui ci si raduna per la preghiera, la lettura della Parola di Dio?

Il Signore ha promesso la sua presenza in mezzo ai duo o tre che si radunano nel suo nome (Matteo 18:20), e questo incontro è insostituibile.

Facciamo attenzione, l'erba cresce in fretta sul sentiero, così in fretta che presto non lo distingueremo più. Non vedremo più il sentiero.

09 ottobre - Tutti uguali

Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio.

Romani 3:23

 

Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.

Romani 10:13

 

Io ho fatto sparire le tue trasgressioni come una densa nube, e i tuoi peccati, come una nuvola.

Isaia 44:22

 

Tutti uguali

 

Nei paesi civili tutti gli uomini sono uguali, almeno di fronte alla legge. Però, nella società emergono evidenti differenze. Alcuni vivono nel lusso mentre altri nella precarietà, fino alla povertà estrema; alcuni occupano diverse cariche, altri sono senza lavoro; alcuni godono di ottima salute, altri sono malati… La lista di tutte le disuguaglianze potrebbe essere lunga.

E agli occhi di Dio, come siamo? Di fronte alla Sua legge siamo tutti perfettamente uguali, tutti peccatori, perché tutti gli abbiamo disobbedito. Certo, non siamo tutti dei criminali, o ladri o bestemmiatori, ma siamo comunque peccatori. Nessun uomo e nessuna donna, malgrado i propri sforzi, può cambiare questo stato: “Anche se ti lavassi con il nitro – scrive il profeta Geremia – e usassi molto sapone, la tua iniquità lascerebbe una macchia davanti a me, dice il Signore, DIO” (Geremia 2:22). Stando così le cose, si potrebbe pensare che per l’uomo non ci sia nessuna speranza, invece non è così. Per Dio siamo tutti uguali anche nel senso che possiamo essere tutti graziati, tutti perdonati! Questo perché Dio ci ama tutti con lo stesso amore e ha donato per noi un Salvatore, Gesù Cristo. “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). L’offerta dell’amore divino è vasta quanto lo è l’umanità. Per appropriarsene, e ottenere il perdono dei peccati e la vita eterna, bisogna credere nel Signore! Ed ecco allora che emerge una differenza fra gli uomini: chi crede ed è salvato, e chi rifiuta di credere e sarà perduto.


mercoledì 8 ottobre 2025

Liberati

“Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi” Giovanni 8:36.

L’uomo è vissuto in una specie di simbiosi con il peccato e sembra non poterne fare a meno è perciò che è così restio a essere libero. Preferisce ubbidire a delle norme a delle prescrizioni possibilmente “elastiche” e poi le regole sono così “pratiche” ed è probabile che questo sentimento gli provenga dalla sua insicurezza.

Ti ci ritrovi? Tu non hai nulla da offrire a Dio esattamente come uno schiavo non ha nulla da offrire al suo liberatore. Chi è vissuto così a lungo nelle tenebre morali non ha niente da offrire al Dio di luce. Se ti identifichi in tale descrizione leggi la storia di quella donna che consapevole della sua malattia che perdurava da anni fece una cosa straordinaria: “avendo udito parlare di Gesù, venne dietro tra la folla e gli toccò la veste, perché diceva: Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva. In quell'istante la sua emorragia ristagnò; ed ella sentì nel suo corpo di essere guarita da quella malattia” Marco 5:27-29.

Non è forse questo il senso della fede? Una convinzione che Dio può e una speranza che lo farà. Non è complicato vero? La fede è credere che Dio è reale. Che vuole intervenire nella tua vita e liberarti. La fede non è un'esperienza mistica, una visione notturna o una voce nella foresta è la scelta di credere che Colui che ha fatto tutto non vuole lasciare senza speranza la sua creatura, così gli passa vicino portando salvezza, guarigione e aspetta solo che tu allunghi la mano verso di Lui. Non lasciarti ingannare da tante dichiarazioni, la fede non è credere che Dio farà quello che vuoi. La fede è credere che Dio farà ciò che è giusto. 

E una volta liberati? Allora è necessario stare attenti. “Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù” Galati 5:1. 

Questa affermazione è forte: Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi. E’ come se avesse dato un taglio con il passato, con tutte le nostre insicurezze, incertezze, paure e avesse gettato un fondamento unico straordinario fatto di sicurezze e di verità.

Ora siamo chiamati a vivere questa liberazione. Non è più il tempo dei dubbi delle insicurezze, del camminare incerto. Non è positivo lo spettacolo dei credenti che continuano a vivere la loro vita come “bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina” Efesi 4:14, oppure si accontentano soltanto di conoscere i primi elementi Ebrei 5:12.

08 ottobre - L’abbassamento di Gesù

(Gesù Cristo) svuotò (o annullò) Se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò Se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.

Filippesi 2:7-8

L’abbassamento di Gesù

 

Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Egli è Dio nella Sua essenza, è eterno, ed è sempre stato Dio anche quando è venuto sulla terra come uomo.

Non possiamo valutare ciò che ha provato quando si è fatto uomo, sottomettendosi a tutte le limitazione della vita terrena. Come potremmo capire cos’ha rappresentato per Lui, il Creatore, un simile abbassamento?

Egli ha provato i bisogni della vita umana, ha avuto fame e sete, ha provato la stanchezza… Anche se era senza peccato, ha condiviso le sofferenze che il peccato ha generato nella vita degli uomini; ma non ha mai utilizzato i Suoi poteri divini per liberarsi dalle difficoltà della condizione umana.

Gesù Cristo si è posto volontariamente nella posizione di servo, servo di Dio e degli uomini (Luca 22:27). Egli si è sottomesso a Dio e ha fatto solo del bene attorno a Sé. Ogni giorno, per mezzo della preghiera, ricercava la volontà di Dio e la compiva perfettamente (Salmo 5:3; 109:4).

Il Suo cammino perfetto è terminato quando è stato crocifisso tra due malfattori. La Sua morte sulla croce è stata la prova suprema della Sua ubbidienza; lì ha magnificato la gloria di Dio Suo Padre. “Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio… e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:9-11).

martedì 7 ottobre 2025

Attenzione

In questi giorni ho avuto la notizia della morte di una giovane donna che aveva lavorato nella mia stessa azienda. Aveva trentun anni ed è morta di infarto. Non aveva mai manifestato dell'opposizione nei confronti delle nostre convinzioni cristiane, era troppo educata per farlo, ma si dimostrava totalmente indifferente. In diverse occasioni ho parlato dell'Evangelo ad altri, lei era presente e sono sempre rimasto stupito della sua neutralità, freddezza, apatia, riguardo alla vita eterna. Il suo sguardo era vuoto, distante e privo di interesse. Adesso è morta e una nuova condizione, devastante e definitiva si è aperta dinanzi a lei. Tutte le cose udite e rifiutate, ora, sono diventate realtà. 

“Se non credete... morirete nei vostri peccati” Giov. 8:24.

Oggi, è ancora un giorno di grazia per tutti coloro che sono alla ricerca della pace. Oggi è ancora il tempo nel quale Dio riceve il peccatore che si pente e si avvicina a Lui con la fede. E' il giorno in cui chiunque crede nel Signore Gesù morto sulla croce per i nostri peccati ha la vita eterna. Ma questo tempo avrà termine. Attenti. Non sbagliatevi di giorno.

“Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori” Ebrei 3:15.

Oggi, Dio vuole salvarvi. Se rifiutate il suo amore, avrete a che fare con la sua giustizia.

Attenti a non sbagliare giorno.

07 ottobre - Piccoli errori, grandi danni

Comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo.

Filippesi 1:27

 

(Gesù disse:) “State in guardia, vegliate”.

Marco 13:33

 

Piccoli errori, grandi danni

 

Il villaggio di Winterthur, in Svizzera, nel 1978 fu teatro di una sorta di vandalismo inspiegabile: sotto i cofani delle automobili parcheggiate, qualcuno, di notte, tagliava i fili elettrici. Furono messe delle squadre a sorvegliare i parcheggi e finalmente si scoprirono i colpevoli. Erano delle faine, che entravano nel vano motore delle auto e rosicchiavano le guaine in plastica all’interno delle quali passano i fili!

Questo fatto ci fa pensare a un versetto della Bibbia: “Prendeteci le volpi, le volpicine che guastano le vigne, poiché le nostre vigne sono in fiore” (Cantico dei Cantici 2:15). Delle creature all’apparenza inoffensive, come delle piccole volpi, possono causare danni irrimediabili, compromettendo sia la fioritura che il raccolto. La vigna, nell’insegnamento biblico, è generalmente l’immagine di un gruppo di persone, di credenti, per esempio. La linfa che dà vita ai tralci e li fa fruttare rappresenta la forza spirituale del credente che deve produrre del frutto alla gloria di Dio e per il bene degli altri. Questo versetto è dunque un’esortazione alla vigilanza, perché molte parole o atteggiamenti all’apparenza innocui possono compromettere lo sviluppo della nostra vita spirituale, interrompendo la comunione con Dio. Tutte le nostre attività che non tengono conto di Dio saranno senza frutti per Lui e per noi.

Stiamo attenti: certi scivolamenti appena percettibili che a volte permettiamo che avvengano, certi piccoli compromessi o aggiustamenti, altereranno inevitabilmente la nostra relazione con Dio. Siamo vigilanti e preghiamo per scacciare quelle dannose “volpicine”!

lunedì 6 ottobre 2025

La vergogna: un sentimento da imparare (4/4)

Dunque, la Parola di Dio ci segnala che anche nell’ambito familiare possono esserci dei motivi di cui vergognarci. Spesso non ci rendiamo conto come il nostro comportamento faccia vergognare il nostro coniuge o, come figli, facciamo vergogna ai nostri genitori. Abbiamo tutti da specchiarci nella Parola per trovare quelle cose che non vanno nei nostri rapporti familiari ed alla sua luce rivedere i nostri comportamenti gli uni verso gli altri. Se avremo di che vergognarci nelle nostre famiglie cosa potremo portare in assemblea? E quale sarà la nostra testimonianza davanti al mondo se nelle nostre case ci saranno azioni che disonorano il Signore? Rivediamo la nostra vita familiare, rivediamo i rapporti fra marito e moglie e fra genitori e figli e togliamo, con l’aiuto del Signore e della Sua Parola, tutto quello che potrebbe essere un motivo di vergogna.

Nel Nuovo Testamento la prima menzione di questo sentimento è in rapporto alla nostra testimonianza: “Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli” (Marco 8:38) mentre quella perfetta del Signore produceva vergogna nei Suoi avversari: “Mentre diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, e la moltitudine si rallegrava di tutte le opere gloriose da lui compiute” (Luca 13:17). Luca usa questo termine per descrivere ciò che avrebbe caratterizzato colui che, invitato ad una cena, avesse preso un posto che non gli spettava e poi aveva dovuto spostarsi per lasciare il posto ad un altro su richiesta di colui che lo aveva invitato (Luca 14:9) e ancora nella parabola del fattore infedele che considerava il mendicare, una vergogna (16:3). 

È nelle epistole, però, che troviamo una serie di motivi per cui il credente non si deve o si deve vergognare.

La prima menzione è in rapporto all’evangelo: “Non mi vergogno del vangelo” (Romani 1:16). Questo versetto è uno dei più conosciuti della Bibbia, ma possiamo dire che sia anche il più realizzato? Veramente, nella nostra vita, non c’è stato mai un’occasione in cui ci siamo tirati indietro dall’annunciare la buona novella a qualcuno? Paolo, ai Filippesi, dopo aver detto che non gli importava niente se qualcuno predicava Cristo per invidia o rivalità nei suoi confronti aggiungeva: “secondo la mia viva attesa e la mia speranza di non aver da vergognarmi di nulla; ma che con ogni franchezza, ora come sempre, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia con la vita, sia con la morte” (Filippesi 1:20). Timoteo era esortato a: “Non aver dunque vergogna della testimonianza del nostro Signore, né di me, suo carcerato; ma soffri anche tu per il vangelo, sorretto dalla potenza di Dio” (2 Timoteo 1:8). Forse ci si può vergognare se veniamo incarcerati come malfattori ma Paolo poteva affermare che per lui non era un motivo di vergogna essere incarcerato per la testimonianza di Cristo: “È anche per questo motivo che soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto” (2 Timoteo 2:12) ed elogia Onesiforo “perché egli mi ha molte volte confortato e non si è vergognato della mia catena” (2 Timoteo 1:16).

06 ottobre - La spada dello Spirito

Prendete… la spada dello Spirito, che è la parola di Dio.

Efesini 6:17

 

La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio… essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.

Ebrei 4:12

 

La spada dello Spirito

 

Che immagine sorprendente! Una spada è un oggetto materiale, di duro metallo, mentre lo Spirito è invisibile, immateriale, imponderabile… Eppure, nel combattimento della fede, il credente deve prendere questa spada, definita “la spada dello Spirito”, un’arma spirituale, vivente e penetrante. Cos’è questa spada? È la Parola di Dio, è il messaggio della Bibbia. Grazie ai suoi insegnamenti, noi possiamo lottare contro gli attacchi spirituali e i ragionamenti menzogneri, e difenderci da “tutti i dardi infuocati del maligno” (Efesini :13-18).

Per ben maneggiare quest’arma, è necessario averne sperimentata la potenza su se stessi; potremmo quasi dire “contro” se stessi. Dev’essere penetrata nel nostro cuore, nel nostro spirito, deve averci convinti che il male è dentro di noi stessi e che l’amore di Dio è per noi.

La Parola di Dio rivela la perfezione morale della vita di Gesù. Per contro, essa mette in luce “i sentimenti e i pensieri” de nostri cuori: non soltanto i peccati evidenti, ma anche i desideri, i pensieri corrotti, i moventi opposti a quelli che aveva Gesù. Egli andava “dappertutto facendo del bene” (Atti 10:38), senza alcuna traccia di egoismo, mentre noi viviamo così spesso per noi stessi!

La Bibbia ci mostra tutto ciò che, nei nostri cuori, proviene dalla nostra natura peccatrice che è chiamata la “carne”. Ogni volta che la volontà della carne e le sue concupiscenze sono in azione, la Parola di Dio agisce come un bisturi per togliere il male, e allo stesso tempo essa ci dà fiducia e speranza nel Signore. La Parola smaschera il male e trasmette la grazia di Dio. E’ la sola arma “offensiva” che il credente possiede.


domenica 5 ottobre 2025

La vergogna: un sentimento da imparare (3/4)

Quello che iniziò con un semplice “buon proposito” di alcuni uomini finì per essere il lavoro della maggior parte del popolo perché “il popolo aveva preso a cuore il lavoro” (Neemia 4:6). Cinquantadue giorni bastarono a ricostruire le mura di Gerusalemme (6:15) ed a togliere la vergogna. Cinquantadue giorni passati a far “rivivere delle pietre sepolte sotto mucchi di polvere e consumate dal fuoco” (4:2) suscitando l’indignazione dei nemici che cercarono, fin da subito e con ogni mezzo, di ostacolare il lavoro di Neemia. Guardiamoci intorno e se non vediamo mura distrutte intorno a noi vuol dire che abbiamo veramente poco a cuore gli interessi delle nostre assemblee. Il nemico ha lavorato per far danni e ci è riuscito benissimo procurando gravi danni e, fin troppo spesso, non abbiamo realizzato che “per la pigrizia sprofonda il soffitto; per la rilassatezza delle mani piove in casa!” (Ecclesiaste 10:18). Questa pigrizia e questa rilassatezza ci dovrebbero far vergognare esattamente quanto lo stato stesso delle cose. Possibile che non vi sia un Neemia in mezzo a noi? Veramente non c’è nessuno che con qualche buon proposito sappia incitare altri a mettere mano a tutti quei servizi che ci toglierebbero dalla vergogna? 

Nei Salmi e nei profeti la vergogna è, generalmente, messa in evidenza come il sentimento che caratterizza sia lo stato del popolo davanti a Dio dopo aver preso coscienza del proprio peccato sia quello che sarà lo stato dei nemici quando Israele sarà ritornato a Dio. Nel Salmo 44 i figli di Core esprimono la consapevolezza che Dio salverà Israele dai suoi nemici: “sei Tu che ci salvi dai nostri nemici e copri di vergogna quelli che ci odiano” (8) ma subito dopo esprimono la consapevolezza che, allo stato attuale, sono loro che sono “respinti e coperti di vergogna” (9) ed esprimendo il sentimento del popolo affermano: “il mio disonore mi sta sempre davanti, la vergogna mi copre la faccia” (15). Quanto ci dice questo Salmo deve farci riflettere. In realtà dovrebbero essere i nostri nemici, gli uomini di questo mondo, che dovrebbero provare vergogna del loro comportamento ma questo non è possibile se i credenti, a causa della loro condotta, sono i primi ad essere “coperti di vergogna”. Quand’è che il fedele non ha niente di cui vergognarsi? “Non dovrò vergognarmi quando considererò tutti i tuoi comandamenti”, quando “parlerò delle tue testimonianze davanti ai re e non avrò da vergognarmi” (Salmo 119:6, 46). Israele conoscerà questo stato di vergogna a causa del suo peccato: “Noi abbiamo la nostra vergogna come giaciglio … poiché abbiamo peccato contro il SIGNORE, … non abbiamo dato ascolto alla voce del SIGNORE, il nostro Dio” (Geremia 3:25). Ma arriverà il momento, in cui ritornati al loro Dio mangeranno a sazietà, loderanno il nome dell’Eterno, conosceranno che Dio è in mezzo a loro e potranno dire: “il mio popolo non sarà mai più coperto di vergogna” (Gioele 2:26/27). Se da un lato abbiamo di che vergognarci davanti al mondo per il nostro stato di allontanamento da Dio, dall’altro questi passi ci mostrano che se riconosciamo la nostra condizione, Dio interverrà e saremo messi in grado di trovare nutrimento ed argomenti di lode, e la comunione con Dio sarà ristabilita.

Nel libro dei Proverbi la vergogna è spesso messa in relazione con il rapporto familiare. Di chi commette adulterio è detto che “la sua vergogna non sarà mai cancellata” (Proverbi 6:32/33). Una moglie virtuosa, che dovrebbe essere “la corona del marito” può essere, al contrario, una che fa vergogna ed essergli così “un tarlo nelle ossa” (12:24). “Il figlio che fa vergogna” porta disonore all’intera famiglia perché “rovina suo padre e scaccia sia madre” (19:26). Nel rapporto con i figli l’accento è messo sulla correzione che deve essere esercitata su di loro. I figli non devono essere lasciati a sé stessi perché attraverso la “la verga e la riprensione” troveranno la saggezza e non faranno “vergogna a sua madre” (29:15). I figli possono rifiutare questa correzione e troveranno nel loro cammino “miseria e vergogna”, ma quello che “dà retta alla riprensione è onorato” (13:18).


(segue)


05 ottobre - Lasciare entrare la luce

(Gesù disse:) “Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre”.

Giovanni 12:46

 

Comportatevi come figli di luce.

Efesini 5:8

 

Lasciare entrare la luce

 

Il giovane Mario va in chiesa con sua madre per la prima volta nella sua vita. Organo, vetrate, canti, è tutto nuovo per lui. Non riesce a distogliere lo sguardo dalle grandi finestre ornate di personaggi e di figure dai colori stupendi, resi brillanti dalla luce che li attraversa. Con ammirazione chiede: “Mamma, chi sono quelle persone sulle finestre?” Sua madre, non volendo che altri sentano, mormora: “Sono dei cristiani; ma adesso fa’ silenzio!”

Qualche tempo dopo, a scuola, la maestra interroga: “Chi saprebbe dirmi chi è un cristiano?” Mario alza la mano e dice: “È qualcuno attraverso il quale la luce brilla”!

Senza saperlo, Mario ha dato la risposta esatta. Un  cristiano dev’essere veramente così. La “luce del mondo” è Gesù Cristo, com’Egli stesso ha detto. Egli, venendo sulla terra, ha messo in luce il misero stato del cuore umano, ma anche la grandezza dell’amore di Dio. E adesso vuole che ogni cristiano brilli della Sua luce, che sia una realtà per ogni credente ciò che ha detto ai discepoli: “Voi siete la luce del mondo… Non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente” (Matteo 5:14)!

Una vetrata sporca perde di luminosità; manteniamo la nostra ben pulita! Parlando ai credenti di Efeso, Paolo scrive: “In passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce… esaminando che cosa sia gradito al Signore” (Efesini 5:8-10).

sabato 4 ottobre 2025

La vergogna: un sentimento da imparare (2/4)

Ora che la questione eterna è risolta rimane però la vita cristiana nella quale, la condizione ottimale, è quella di essere obbedienti a ciò che Dio dice nella Sua Parola se non vogliamo imbatterci in quella che è la disciplina del Padre verso i figli che disobbediscono. È la condizione stessa di figli che ci impone l’obbedienza perché, se fossimo esclusi da quella condizione allora saremmo “bastardi e non figli” (Ebrei 12:8). Anche nel servizio cristiano dobbiamo presentare noi stessi davanti “a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi” (2 Timoteo 2:15). Il nostro servizio deve essere compiuto facendo in ogni cosa la volontà del Signore affinché, come dice Giovanni: “quand'Egli apparirà, possiamo aver fiducia e alla Sua venuta non siamo costretti a ritirarci da lui, coperti di vergogna” (1 Giovanni 2:28).

L’epistola agli Ebrei ci dice due cose meravigliose. La prima è che il Signore non si vergogna di chiamarci fratelli (2:11) l’altra è che Dio non si vergogna di essere chiamato il nostro Dio (11:16). Questo dovrebbe spingerci, come cristiani, a non vergognarci di esserlo anche se questo potrà portare a delle sofferenze a causa della testimonianza che rendiamo in questo mondo (1 Pietro 4:6).

Uno degli scopi di Satana è quello di coprire di vergogna coloro che sono dalla parte di Dio, il suo popolo. Nell’Antico Testamento potremmo citare l’esempio di Goliath (1 Samuele 17) dove a più riprese ci viene detto che l’atteggiamento di sfida era quello di “coprire di vergogna” Israele (25/26, 36). La paura di affrontare il gigante e la poca fede nell’Eterno di Saul e del suo esercito, erano tutti atteggiamenti che avrebbero dovuto fare vergogna a Israele. Davide però ha le idee chiare. Non è più tollerabile che il nemico si comporti così. Con la certezza della vittoria che solo Dio gli può dare affronta il nemico riportando la sua vittoria personale ma che coinvolge tutto il popolo. Il nemico non è cambiato, ci sfida ogni giorno e, molto spesso, preferiamo rimanere inerti che affrontare con fede i nostri giganti. Questo è un comportamento che dovrebbe farci vergognare. Possibile che in mezzo ai Suoi non ci sia un Davide? Possibile che non si riesca a fare come lui? Fuggire in battaglia è, per un soldato, un atteggiamento vergognoso (cfr. 2 Samuele 19:3) che non dovrebbe mai caratterizzarci.

Anche la rovina della città di Dio, Gerusalemme, era per Neemia una vergogna e questo generò in lui un desiderio di cambiare la situazione e restituire a quella città se non lo splendore dei giorni del re Salomone almeno quello che era giusto per riscattarla da quella misera condizione. “Allora dissi loro: "Voi vedete in che misera condizione ci troviamo; Gerusalemme è distrutta e le sue porte sono consumate dal fuoco! Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme, e non saremo più nella vergogna!”. La risposta fu immediata: “Quelli risposero: “Sbrighiamoci e mettiamoci a costruire!” E si fecero coraggio con questo buon proposito” (Neemia 2:17/18). Quello che Neemia forse non sapeva era che c’erano in mezzo al popolo tanti altri come lui che non sopportavano più di vedere Gerusalemme distrutta e che, come lui, vedevano la “misera condizione” in cui essa era. Forse nessuno di loro trovava l’ardire di muovere il primo passo ma bastarono poche parole per prendere coraggio.


04 ottobre - L’alfabeto delle promesse di Dio (3)

Benedetto l’uomo che confida nel SIGNORE, e la cui fiducia è il SIGNORE! Egli è come un albero piantato vicino all'acqua… il suo fogliame rimane verde; nell’anno della siccità non è in affanno e non cessa di portare frutto.

Geremia 17:7-8

 

L’alfabeto delle promesse di Dio (3)

 

L: Liberati dal peccato, avete… per fine la vita eterna. (Romani 6:22)

M: Manderà dal cielo a salvarmi… Dio manderà la Sua grazia e la Sua fedeltà. (Salmo 57:3)

N: Non temere, perché io sono con te… io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia. (Isaia 41:10)

O: “Oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:43)

P: “Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre”. (Matteo 11:29)

Q: Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei alcun male, perché Tu sei con me. (Salmo 23:4)

R: Resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. (Giacomo 4:7)

S: Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. (1 Giovanni 1:9)

T: Tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio. (Romani 8:28)

U: Ubbidisci diligentemente alla voce del SIGNORE tuo Dio… Il SIGNORE tuo Dio ti benedirà, come ti ha promesso. (Deuteronomio 15:5-6)

V: Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. (Matteo 11:28)

Impariamo queste promesse a memoria! Ci saranno di grande aiuto nei momenti difficili della vita.

venerdì 3 ottobre 2025

La vergogna: un sentimento da imparare (1/4)

Se cerchiamo la definizione della parola vergogna sul dizionario troveremo che questo termine definisce “il profondo turbamento che ci assale quando ci rendiamo conto di aver agito o parlato in maniera riprovevole o disonorevole”. Troveremo anche che “la vergogna è un’emozione che accompagna l’autovalutazione di un fallimento totale in rapporto alle regole, scopi o modelli di condotta condivisi con gli altri. È il rendersi conto di aver fatto qualcosa per cui possiamo essere considerati dagli altri in maniera totalmente opposta rispetto a quello che avremmo desiderato”. 

A volte si prova anche dell’imbarazzo, ma questo, a differenza della vergogna, “lo si sperimenta esclusivamente in presenza degli altri mentre possiamo provare vergogna quando siamo soli e anche per un lungo periodo. Inoltre, l’imbarazzo può manifestarsi quando si infrangono delle regole che non necessariamente sono condivise da altri mentre la vergogna è il segnale della rottura di regole di condotta alle quali si aderisce”.

Affrontiamo questo sentimento così come ci viene descritto nella Parola per scoprire quello di cui dovremmo veramente vergognarci non solo davanti agli uomini ma, soprattutto, davanti a Dio.

Quando Adamo ed Eva ebbero preso e mangiato del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male “s’accorsero che erano nudi”, si fecero delle cinture con delle foglie di fico e “si nascosero dalla presenza di Dio” (Genesi 3:6/8). Fu questa la prima reazione nel prendere coscienza di cosa era avvenuto in loro a causa della disobbedienza alla parola di Dio. Fu un sentimento che non avevano mai provato: la vergogna di scoprire come realmente erano (cfr. 2:25) e che la loro coscienza, che aveva preso ad agire in loro, gli faceva provare per la prima volta. Non solo scoprirono come erano realmente vergognandosene, ma ebbero anche paura delle conseguenze: “ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto” (10). 

Tutto ciò che il primo uomo ha saputo fare nel provare la vergogna di stare davanti a Dio è stato cercare prima un rimedio umano e poi evitare lo sguardo di Dio su di Lui. Queste cose però non sono servite a niente e la voce di Dio che si fa udire provoca nell’uomo la consapevolezza dell’inadeguatezza dei propri mezzi per sfuggire alla realtà. È così di ogni uomo. Se non prova vergogna del proprio stato e la paura dell’inevitabile giudizio divino non potrà sperimentare l’amore di Dio che risponde ai suoi bisogni e che è manifestato nel provvedere il rimedio: il sacrificio di Cristo, qui tipificato nelle “nelle tuniche di pelle” (21). Questa prima volta in cui l’uomo prova vergogna mette in evidenza il motivo principale per il quale dovremmo provare questo sentimento: il peccato. Questo sentimento è stato provato e riconosciuto da tutti i veri credenti. Si sono sentiti mancanti davanti a Dio e provando vergogna per quello che erano, hanno accettato quello che Dio offriva come rimedio alla loro condizione. 


(segue)


03 ottobre - L’alfabeto delle promesse di Dio (2)

Fedele è colui (Dio) che ha fatto le promesse.

Ebrei 10:23

 

Ci sono state elargite le Sue preziose e grandissime promesse.

2 Pietro 1:4

 

L’alfabeto delle promesse di Dio (2)

 

Ieri abbiamo visto come sia importante per un credente contare sulle promesse di Dio per superare il dubbio, la paura e lo scoraggiamento. Bisogna allora conoscere queste promesse e memorizzarle! Per questo è necessario familiarizzarsi con la Bibbia. Potremmo elencare l’inizio di alcuni versetti che contengono queste promesse seguendo l’ordine alfabetico. Questo elenco, ovviamente, può essere completato poiché le promesse di Dio si contano a centinaia, e la lettura della Bibbia ce ne farà scoprire sempre di nuove.

A: Avvicinatevi a Dio, ed Egli si avvicinerà a voi. (Giacomo 4:8)

B: Beati quelli che trovano in Te la loro forza. (Salmo 84:5)

C: Chi mi ascolta starà al sicuro, vivrà tranquillo, senza paura di nessun male. (Proverbi 1:33)

D: Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà. (Salmo 46:1)

E: Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; Egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare. (Salmo 62:6)

F: Fino alla vostra vecchiaia Io sono, fino alla vostra canizie Io vi porterò; Io vi ho fatti, e Io vi sosterrò; sì, vi porterò e vi salverò. (Isaia 46:4)

G: Grande pace hanno quelli che amano la Tua legge e non c'è nulla che possa farli cadere. (Salmo 119:165)

H: Ho dormito, poi mi sono risvegliato, perché il SIGNORE mi sostiene. (Salmo 3:5)

I: Invocami nel giorno della sventura; io Ti salverò, e Tu mi glorificherai. (Salmo 50:15)

(segue e si conclude domani)


giovedì 2 ottobre 2025

La diga

“All'angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: Queste cose dice il Santo, il Veritiero” Apocalisse 3:7.

Santo (d’Israele) cioè l’immutabile. Veritiero non solo è portatore di verità ma ne è l’essenza.

Nel giorno del giudizio città come Corazin, Betsaida e Capernaum saranno trattate più duramente di Tiro, Sidone e Sodoma (Matteo 11:20,24) perché hanno avuto il privilegio di toccare con mano la verità e l’hanno respinta.

Ho visto di recente un breve filmato dell'inondazione di un fiume. Le autorità erano già all'erta, erano state avvisate che l'onda di piena sarebbe arrivata. Le acque fangose iniziarono a salire prima con una breve onda scura, poi man mano continuarono costantemente a crescere vorticando sempre di più e trascinandosi dietro una quantità impressionante di detriti. Sul loro tragitto vi era una diga imponente, ben strutturata e il commentatore, preoccupato, diceva: “Speriamo che rimanga salda, perché se inizia a cedere anche in un solo punto, le acque infette inizieranno a filtrare con forza, la pressione sulla restante parte della diga crescerà e piano piano inizierà a sgretolarsi. E questo avvenne. La quasi totalità della diga cedette e un onda spaventosamente grande di acqua fangosa e malsana si sparse ovunque. Rimase in piedi solo una piccola parte di muro che era rimasto ben ancorato alla roccia della montagna vicina”. E' vero! Ed è proprio questo che sta avvenendo nella chiesa. La corruzione, il mondo, con le sue acque fangose si è infranto sulla diga ma questa non ha retto e il fango, ora, sta dilagando.

“...pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola” ver. 9.Il Signore ci invita a non guardare alla forza spaventosa delle acque che cercano di penetrare né di considerare la nostra poca forza ma di riguardare a Lui ponendo la nostra fiducia nella Roccia eterna che è Cristo.

“Io vengo presto; tieni fermamente quello che hai, perché nessuno ti tolga la tua corona” ver. 11.  Nei giorni attuali, questa esortazione si impone ad ognuno di quelli che conoscono il valore di ciò che ci è stato affidato. I nostri predecessori hanno combattuto per mantenere e rendersi ancora più saldi riguardo alle verità contenute nella Parola di Dio.

Il nemico lavora con costanza per abbattere ogni singolo mattone che compone questa diga. Se riesce ad introdursi attraverso uno di questi riuscirà a portarne via altri e così via. Non ci rendiamo conto di quanto sia importante la resistenza di ogni singolo  perché siamo noi col nostro stato morale e spirituale che, uniti agli altri, dobbiamo “contrastare” questa onda. La chiesa è stata lasciata per questo. Essa è in aperto contrasto con la corruzione che dilaga in questo mondo. E' un argine, una diga, le acque non devono penetrare ma rimanere esterne.

Ricordiamoci dell'esortazione che l'apostolo Paolo fece a Timoteo.

“Ti affido questo incarico, Timoteo, figlio mio, in armonia con le profezie che sono state in precedenza fatte a tuo riguardo, perché tu combatta in virtù di esse la buona battaglia, conservando la fede e una buona coscienza; alla quale alcuni hanno rinunciato, e così, hanno fatto naufragio quanto alla fede” 1 Tim. 1:18-19.