Il SIGNORE disse a Noè: “Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ho visto che sei giusto davanti a me, in questa generazione”.
Genesi 7:1
Si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto
in Dio.
Atti 16:34
La famiglia del credente
È volontà di Dio che tutti i famigliari di un credente siano
salvati. Tutta la famiglia di Noè aveva il suo posto nell’arca, perché lui era
“giusto” e obbediva a Dio. Tuttavia, ognuno dei suoi figli ha dovuto credere
che l’arca li avrebbe salvati e accettare l’invito ad entrarvi. Per ordine di
Dio stesso, cercarono rifugio proprio lì, e “furono salvati attraverso l’acqua”
(1 Pietro 3:20), mentre gli abitanti del mondo di quell’epoca subirono il
giudizio a causa della loro condotta malvagia.
Cosa sarebbe successo ai figli di Noè se per disubbidienza,
indifferenza o incredulità fossero rimasti fuori dall’arca che doveva salvarli
dal castigo di Dio? Ancora oggi, Dio vorrebbe che nelle famiglie dei credenti
tutti partecipassero alla benedizione dei genitori.
Secoli dopo Noè, l’apostolo Paolo ha detto al direttore della
prigione di Filippi: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua
famiglia” (Atti 16:31). La Parola del Signore è stata predicata a tutti. Tutti
erano felici di credere in Dio. Ognuno ha compreso e accettato la Sua grazia
che perdona e salva.
Esitare a ricevere il messaggio della grazia che ogni giorno
ci chiama è mettersi in una situazione molto pericolosa che può portare a
rifiutare definitivamente la fede. Avere
dei genitori credenti è un grande favore, ma di per sé non salva. La fede è
personale. Ognuno dovrà rendere conto di se stesso. Non dimentichiamo che un
giorno la porta del cielo, come quella dell’arca di Noè, sarà irrimediabilmente
chiusa.
Cari lettori, fate questo passo oggi stesso. Il Signore vi
chiama. È vostra responsabilità credere.