Se cerchiamo la definizione della parola vergogna sul dizionario troveremo che questo termine definisce “il profondo turbamento che ci assale quando ci rendiamo conto di aver agito o parlato in maniera riprovevole o disonorevole”. Troveremo anche che “la vergogna è un’emozione che accompagna l’autovalutazione di un fallimento totale in rapporto alle regole, scopi o modelli di condotta condivisi con gli altri. È il rendersi conto di aver fatto qualcosa per cui possiamo essere considerati dagli altri in maniera totalmente opposta rispetto a quello che avremmo desiderato”.
A volte si prova anche dell’imbarazzo, ma questo, a differenza della vergogna, “lo si sperimenta esclusivamente in presenza degli altri mentre possiamo provare vergogna quando siamo soli e anche per un lungo periodo. Inoltre, l’imbarazzo può manifestarsi quando si infrangono delle regole che non necessariamente sono condivise da altri mentre la vergogna è il segnale della rottura di regole di condotta alle quali si aderisce”.
Affrontiamo questo sentimento così come ci viene descritto nella Parola per scoprire quello di cui dovremmo veramente vergognarci non solo davanti agli uomini ma, soprattutto, davanti a Dio.
Quando Adamo ed Eva ebbero preso e mangiato del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male “s’accorsero che erano nudi”, si fecero delle cinture con delle foglie di fico e “si nascosero dalla presenza di Dio” (Genesi 3:6/8). Fu questa la prima reazione nel prendere coscienza di cosa era avvenuto in loro a causa della disobbedienza alla parola di Dio. Fu un sentimento che non avevano mai provato: la vergogna di scoprire come realmente erano (cfr. 2:25) e che la loro coscienza, che aveva preso ad agire in loro, gli faceva provare per la prima volta. Non solo scoprirono come erano realmente vergognandosene, ma ebbero anche paura delle conseguenze: “ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto” (10).
Tutto ciò che il primo uomo ha saputo fare nel provare la vergogna di stare davanti a Dio è stato cercare prima un rimedio umano e poi evitare lo sguardo di Dio su di Lui. Queste cose però non sono servite a niente e la voce di Dio che si fa udire provoca nell’uomo la consapevolezza dell’inadeguatezza dei propri mezzi per sfuggire alla realtà. È così di ogni uomo. Se non prova vergogna del proprio stato e la paura dell’inevitabile giudizio divino non potrà sperimentare l’amore di Dio che risponde ai suoi bisogni e che è manifestato nel provvedere il rimedio: il sacrificio di Cristo, qui tipificato nelle “nelle tuniche di pelle” (21). Questa prima volta in cui l’uomo prova vergogna mette in evidenza il motivo principale per il quale dovremmo provare questo sentimento: il peccato. Questo sentimento è stato provato e riconosciuto da tutti i veri credenti. Si sono sentiti mancanti davanti a Dio e provando vergogna per quello che erano, hanno accettato quello che Dio offriva come rimedio alla loro condizione.
(segue)
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