Anche oggi il mio lamento è una rivolta, per quanto io cerchi di contenere il mio gemito.
Giobbe 23:2
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia,
per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento
opportuno.
Ebrei 4:16
Dal
fondo del dolore
La morte è certamente ciò che provoca più lacrime e dolore. La
perdita di una persona cara è sempre un’immensa prova. “Al dolore della morte
si aggiungono la sofferenza dell’incomprensione e la lontananza delle persone che
consideravamo vicine”. Così si esprimeva una madre dopo il suicidio del proprio
figlio. Rifugiatasi in un monastero, toccò il fondo del proprio dolore: “Piango
e non sento nessuna voce che mi consola, nemmeno qui”.
Eppure Dio è vivente, e desidera consolare quelli che
attraversano il lutto. Ma per essere consolati da qualcuno, bisogna conoscere
quella; la simpatia di un perfetto sconosciuto è una magra consolazione. Coloro
che hanno una relazione vivente e personale con Dio possono testimoniarlo: Egli
è “un aiuto sempre pronto nelle difficoltà” (Salmo 46:1). Guardate come si è
comportato Gesù quando era sulla terra: venuto a sapere che il Suo amico
Lazzaro era malato, si è messo in strada per andare dalla sua famiglia
inquieta; e poi, davanti alla sua tomba, ha pianto (Giovanni 11:35).
Il nostro Dio non è un Dio lontano, indifferente alle nostre
disgrazie. Il Figlio Suo, venuto in terra, ha conosciuto Egli stesso la
solitudine e la sofferenza, e ha detto: “Ho aspettato chi mi confortasse, ma
invano; ho atteso dei consolatori, ma non ne ho trovati” (Salmo 69:20). È per
questo che adesso può condividere il dolore di quelli che piangono e
consolarli.
“Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi” (Giacomo
4:8).