Vanità delle vanità… Che profitto ha l’uomo di tutta la
fatica che sostiene sotto il sole?
Ecclesiaste 1:2-3
Gesù gli disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno
viene al Padre se non per mezzo di me”.
Giovanni 14:6
Su che scala state salendo?
Marcello occupa un posto importante tra i dirigenti in
un’impresa multinazionale. Ha cinquant’anni, è rispettato e persino invidiato.
Però in un’intervista riconosce lucidamente: “Sono arrivato alla sommità della
scala, ma l’avevo appoggiata contro il muro sbagliato”! Non nega il suo
successo, ma sente di aver dato troppa importanza alla propria carriera. Per
essa ha abbandonato la famiglia e ha trascurato i valori spirituali. Ha
l’impressione di aver lavorato molto, combattuto molto, ma senza essere
veramente felice. Poi ha qualche problema di salute che l’ha costretto a
riflettere… Forse la sua vita è arrivata a una svolta.
Anche il patriarca Giacobbe, in un momento cruciale della
vita, ha visto in sogno una scala che saliva fino al cielo (Genesi 28:12). Essa
stabiliva un legame di benedizione incondizionata tra il cielo e la terra. Non
si trattava di fare degli sforzi per salirvi, ma doveva ricevere semplicemente
la grazia che il cielo gli comunicava.
Questa scala della grazia, Dio ce la propone ancora
oggi. Non è una scala appoggiata a un muro più o meno solido e di altezza
sempre limitata – come il muro del successo, dello sport o della politica – né
una scala che esiga degli sforzi dall’esito ingannevole. È la via vivente per
la quale Dio è sceso verso i peccatori nel suo Figlio Gesù Cristo, per
condurre a sé tutti quelli che accettano Gesù come loro Salvatore.