Questo Salmo è una delle pagine
dell’Antico Testamento più conosciute e più citate nel Nuovo tanto è importante
la sua portata.
In alcuni Salmi, che precedono questo,
possiamo trovare le perfezioni del cammino e del servizio di Cristo, le molte
sofferenze, la morte e la risurrezione, ma questo salmo ci presenta il Signore
glorioso e vincitore dopo tante umiliazioni.
Mentre i racconti degli Evangeli ci
mostrano l’aspetto esteriore degli avvenimenti che si sono succeduti nella vita
del Signore, nei Salmi abbiamo, piuttosto, l’aspetto nascosto delle sofferenze
di Cristo (Salmi 22 e 69) e della Sua esaltazione in gloria.
Il Salmo si apre con una scena di
gloria nel quale vediamo Dio stesso che accoglie il vincitore, Colui che ha
compiuto l’opera della redenzione.
v “Siedi …
È la risposta a coloro che attorniando
la croce ingiuriano il Signore: “si è
confidato in Dio: lo liberi ora, se lo gradisce” (Mt 27:43). Si, il Signore
è stato liberato dalla morte, e se l’uomo l’ha rigettato come salvatore, Dio
l’ha fatto sedere alla Sua destra.
v … alla mia destra …
Dio era stato alla destra del
povero nel suo cammino in questo mondo
(Sl 109:31), ora questo povero riceve il posto d’onore nel cielo.
v … finché io abbia fatto …”
Ancora tutti i nemici non sono stati
distrutti (15:26). Il momento in cui tutto questo si realizzerà nella pienezza
è riservato all’autorità del Padre (Mr 13:32), ma in quel momento glorioso i
nemici del Signore saranno ridotti ad essere “lo sgabello dei suoi piedi” (1).
v “l’acqua del torrente” (7)
Prima di essere esaltato così in alto,
nella gloria, il Signore, perfetto servitore, era stato “disprezzato ed abbandonato dagli uomini” (Is 53:3), non era stato
tenuto in nessuna stima, ma, passo dopo passo, era andato avanti nella sua
missione. Sul Suo cammino furono poche le sorgenti d’acqua alle quali ha potuto
abbeverarsi per rianimarsi e che il cuore aveva apprezzato come: la Samaritana al pozzo, la
peccatrice in casa di Simone, la casa di Betania, il malfattore pentito alla
croce. Ora, nella gloria, può dissetarsi completamente e rialzare quella testa
che aveva chinato alla croce (Gv 19:30)
D.C.