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mercoledì 24 settembre 2014

Sofferenza e fedeltà di Giuseppe - Genesi 39:1/23

&    Un vero servitore
Quando un credente fedele ama il Signore, gode della Sua preziosa compagnia (2) ed anche il mondo potrà costatarne gli effetti benefici.
Il segreto risiede in una costante comunione con Dio. L’obbedienza che caratterizzava Giuseppe nella casa del padre ora è a servizio del nuovo padrone. Le circostanze cambiano, ma i sentimenti sono sempre gli stessi.
In casa del padre, in casa di Potifar, in carcere, alla corte di Faraone, Giuseppe svolgeva sempre il suo lavoro in virtù dell’obbedienza ad un’autorità superiore: Dio.
La Parola ci invita a seguire questo esempio (Cl 3:23) nella consapevolezza che “chi veglia sul suo padrone ne sarà onorato” (Pr 27:17).

&    Un vero testimone
Il comportamento di Giuseppe fa sì che il nome di Dio sia accreditato presso i pagani (3), cosa che non avrebbe potuto fare se si fosse lamentato del suo destino, o se si fosse vantato di quello che sarebbe stato in futuro. Potifar non poteva avere interesse al passato di uno schiavo e non avrebbe potuto credere al suo glorioso futuro, ma non può rimanere insensibile al presente e constatare l’intervento di Dio nella vita di questo giovane schiavo e di come questo si ripercuota sulla sua casa (5).
Paolo poteva dire di essere contento dello stato in cui si trovava, lo aveva imparato per esperienza (Fl 4:11/13). Questo vale anche per noi?

&    Nella tentazione
Ma la scena cambia, il nemico lavora perché non sopporta la fedeltà di Giuseppe al suo Dio. Per mezzo di una donna perfida la tentazione si fa sentire (7) insistentemente (10), ma Giuseppe resiste perché non vuole fare un torto al suo padrone e, soprattutto, per non commettere un peccato contro Dio (9).
Abbiamo questa sensibilità, questa delicatezza di coscienza? Dobbiamo riconoscere che è sensibilmente diminuita attorno a noi e che, fornicazione ed adulterio, sono pratiche comuni di cui si porta vanto, ma che noi cristiani dobbiamo fuggire ad ogni costo (1 Co 6:12/20).

&    Una ingiusta punizione
Giuseppe, calunniato (14) ed accusato ingiustamente (17), sarà condannato (20). È un’ingiustizia di cui Dio sembra non tenere conto, ma solo perché ha un piano nascosto per Giuseppe. Dio spesso ci guida per vie ignote, ma non dobbiamo dimenticare che alla fine “vuole farci del bene” (De 8:16).
Il mondo potrà essere ingiusto con noi, ma lasciamo a Dio la conduzione della nostra vita nella consapevolezza che: ”tutto coopera al bene di quelli che temono Iddio” (Ro 8:28).


D.C.