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domenica 14 giugno 2015

14 Giugno

Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno.
Ebrei 13:8

Egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.
2 Corinzi 5:15

L’ora del bilancio

Quanti insegnamenti possiamo trarre dal racconto dettagliato della vita di due credenti come Giacobbe e Davide, vissuti più di tremila anni fa! Quanto a Giacobbe, siamo sorpresi che, all’età di 130 anni, dica: “I miei anni sono stati pochi e travagliati” (Genesi 47:9).
Era un modo per dire che il tempo passa in fretta? Forse, ma il contesto fa pensare piuttosto a una confessione: Giacobbe aveva preso coscienza che la sua vita, anche se era stata molto piena e lunga, conteneva poche cose che avevano valore per Dio.
La nostra vita, come un tempo quella di Giacobbe, scorre. All’ora del bilancio, cosa resterà del nostro passaggio sulla terra? Non avranno importanza la nostra posizione sociale o il nostro modo di vita; ciò che conterà, allora, sarà l’apprezzamento di Dio sulla nostra esistenza. Se siamo vissuti nell’indifferenza, lontani da Lui, la nostra vita è una vita persa, persa per sempre.
Che differenza con la vita di Davide! La sua è stata molto utile a Dio. Davide ha “eseguito il volere di Dio nella sua generazione” (Atti 13:36).
La durata della nostra vita è un regalo del nostro Creatore, un tempo prefissato che Egli mette a nostra disposizione e nel quale è impegnata la nostra responsabilità. Questo tempo sarà un tempo di felicità se lo trascorriamo in relazione con Lui che ce lo ha dato. È proprio per metterci in relazione con Dio Suo Padre che Gesù è venuto sulla terra.

Solo se abbiamo fede in Lui e ci impegniamo a piacergli, la nostra vita ha un senso.