Verso la
mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio, e i carcerati li
ascoltavano.
Atti 16:25
Io loderò il
SIGNORE finché vivrò, salmeggerò al mio Dio, finché esisterò.
Salmo 146:2
Testimoniare col canto
Fa bel tempo in questa prima mattina d’estate.
Nell’orto, approfitto del fresco per lavorare con calma. Ma ecco che due operai
arrivano dal vicino di casa per pulire e restaurare il tetto. Il loro buon
umore si fa sentire; in piedi sul tetto, incominciano a cantare. Purtroppo le
parole dei loro canti mi imbarazzano…
All’improvviso, un pensiero mi colpisce: anch’io
avrei potuto cantare. Conosco molti canti che esprimono la fiducia in Dio e la tranquillità che sto provando questa mattina! Se
i due uomini, quando sono arrivati, mi avessero sentito cantare con quelle
belle parole forse avrebbero riflettuto e l’atmosfera sarebbe stata diversa.
I canti manifestano lo stato del cuore e i pensieri
che occupano la nostra mente. Sono anche un mezzo di comunicazione universale
molto apprezzato poiché i CD e gli MP3 venduti ogni anno sono milioni. Ma che
messaggio portano? E poi, ascoltare chi canta non è come cantare.
Noi cristiani cantiamo dei canti per testimoniare
l’amore di Dio e gli effetti che esso ha prodotto nella nostra vita. Ma non
limitiamo i momenti di canto alle riunioni della chiesa o alle feste in
famiglia! Cerchiamo di essere più spontanei, cantiamo le lodi del nostro Dio come facevano l’apostolo Paolo e il
suo compagno Sila quando erano rinchiusi nella cella di una prigione e gli
altri carcerati li ascoltavano. Dio potrà servirsi del nostro messaggio per
incoraggiare o consolare qualcuno, o condurre qualcuno alla salvezza e alla vita
eterna.