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lunedì 29 giugno 2015

29 Giugno

Noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo.
1 Giovanni 4:14

Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore.
1 Giovanni 5:9

Testimoni loro malgrado

Simone di Cirene torna dai campi. Fuori di Gerusalemme incontra un folto gruppo di persone con in testa dei soldati: tre condannati salgono il pendio con le loro croci sulle spalle. Due di loro sono briganti, ma chi è il terzo? È Gesù, condannato ingiustamente, ma anche vittima volontaria in ubbidienza al suo Dio e per amore per noi.
Un uomo, Simone, stava rientrando tranquillamente a casa, ed ecco che i soldati lo afferrano e lo obbligano a portare la croce del Signore. Egli segue quindi questo corteo e ascolta le parole che Gesù rivolge alle donne che lo accompagnano piangendo (Luca 23:26, 27). Arrivato a casa come avrà raccontato quello che gli è accaduto? I suoi figli, Alessandro e Rufo, saranno rimasti senz’altro colpiti. Il fatto che i loro nomi, citati in Marco 15:21, ricompaiano nella Lettera di Paolo ai Romani (16:13), ci fa pensare che siano diventati credenti.
Un ufficiale dell’esercito romano si trova al Calvario per sorvegliare l’ignobile compito dei suoi soldati. La folla insulta Gesù e l’ufficiale si chiede chi sarà mai quel condannato per attirarsi simili ingiurie! Una scritta posta in cima alla croce lo designa come il “re dei Giudei”. Le parole che Egli pronuncia dall’alto della croce, l’improvvisa oscurità, il grido emesso da Gesù: “Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio”, e poi il terremoto lo impressionano fortemente, tanto che dice: “Veramente, quest’uomo era Figlio di Dio!”

Questa convinzione è anche la vostra?