Il Signore disse a Caino: “… Perché sei irritato? Se agisci bene, non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo!”... Caino si avventò contro Abele, suo fratello, e l’uccise.
Genesi 4:6-8
2. La triste storia di
Caino
Caino è accecato dalla gelosia,
dall’invidia, dall’odio. Non può amare suo fratello perché non ama Dio e non
osserva i Suoi comandamenti (1 Giovanni 5:2); non può avere pace perché non è
in pace con Dio. Aspetta solo il momento propizio per tendere un tranello ad
Abele e ucciderlo. E il giorno arriva. Caino uccide Abele. Ora, il sangue di
Abele “grida” a Dio dalla terra sulla quale è stato versato. Quel Dio a cui
Caino si è rifiutato di sottomettersi, ma al quale deve, volente o nolente,
rendere conto, gli si fa incontro e gli pone due domande: “Dov’è Abele, tuo
fratello?” e “Che hai fatto?” (Genesi 4:9,10). Alla prima risponde “Non lo so”,
alla seconda non risponde nemmeno, perché si avvede che Dio è al corrente di
tutto.
Così, il Dio santo e un uomo
peccatore, il Dio che dà la vita e un uomo che l’ha violentemente tolta, sono
lì, uno di fronte all'altro. E il Giudice di tutta la terra pronuncia la
condanna: “Ora tu sarai maledetto, scacciato lontano dalla terra che ha aperto
la sua bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano”.
Quanti “Caino” nel
nostro mondo di oggi! E quale giudizio li attende! Ma ogni peccato commesso, anche il più grave, può essere, oggi ancora, cancellato dal sangue del Signore Gesù, che “ci purifica da ogni peccato” (1
Giovanni 5:7).