Pilato condusse fuori Gesù e si mise a sedere in tribunale… Egli disse ai Giudei: “Ecco il vostro re!” Allora essi gridarono: “Toglilo, toglilo di mezzo, crocifiggilo!”
Giovanni 19:13-15
Il processo più iniquo
della storia
Risaliamo col pensiero a un
avvenimento di quasi duemila anni fa a Gerusalemme. Sotto il portico di un
tribunale si svolge un processo assurdo. Il giudice è Pilato, governatore
romano, uomo corrotto e ingiusto, con la coscienza macchiata dei più efferati
delitti. E l’imputato è nientemeno che Dio! Nell’esteriore si presenta come
uomo, ma ha fornito le prove più evidenti e incontestabili della sua natura
divina.
“Che cosa hai fatto?", chiede Pilato
al Signore (Giovanni 18:35). Quello che aveva fatto era evidente a tutti, e
Pilato lo sapeva: aveva guarito i malati, risuscitato i morti, insegnato
l’amore, la giustizia, l’umiltà; era “andato dappertutto facendo del bene”,
come dice Pietro a Cornelio (Atti 10:38). Avrà il coraggio Pilato di
pronunciare una condanna? In quel momento egli aveva il potere di liberarlo o
di crocifiggerlo, di far prevalere la giustizia e l’onestà sui meschini
interessi politici e sui suoi vantaggi personali. Pilato cede al volere della
folla e decide di crocifiggere Gesù! Si lava le mani, è vero, in presenza della
folla, dicendo: “Io sono innocente del sangue di questo giusto” (Matteo 27:24),
ma la sua coscienza non è lavata da quell’acqua!
Anche oggi Cristo è respinto. È come
se fosse ogni giorno crocifisso da milioni e milioni di uomini e donne che lo
rifiutano. L’egoismo e gli interessi terreni prevalgono sull’onestà e sulla
giustizia. Il castigo di Dio è vicino. Rifletti, caro lettore! Oggi Dio ti offre il perdono, ma domani
potrebbe essere tardi.