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mercoledì 31 marzo 2021

Una società in crisi

L’attuale crisi del ricco mondo occidentale è sotto gli occhi di tutti, così come le svariate iniziative per arginarla e porvi rimedio nel modo meno traumatico possibile. Ma molti si chiedono: Quali sono le vere cause? E se ci sono dei colpevoli, chi sono? Noi credenti abbiamo le idee abbastanza chiare, ma nel mondo ognuno ha le proprie idee e le proprie proposte, ognuno punta il dito contro qualcuno o qualcosa, e le conclusioni sono talmente diverse da rimanere disorientati. Ma anche Dio dice la sua, e Lui non si sbaglia.


La situazione della nostra società attuale non è cosa nuova; ce lo dice la storia e ce lo dice anche la Parola di Dio. Il popolo d’Israele, nei secoli che hanno preceduto la venuta di Cristo, ha vissuto le stesse nostre esperienze; e Dio ha parlato in quei momenti. Tramite il profeta Geremia, ha dovuto dire una frase che dovrebbe toccare le coscienze di tutti: “Il mio popolo ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d’acqua viva e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate che non tengono l’acqua” (Geremia 2:13). Questa è la causa principale dei fallimenti di tutte le società, dei crolli degli imperi e delle ideologie. La fiducia nell’uomo e nelle sue risorse è assurda, e non può che deludere. Le idee degli uomini sono varie e contraddittorie, e fondamentalmente opposte al pensiero di Dio. Solo Lui, che ci ha creati e ci conosce bene, ci può dare nella sua infinita sapienza delle risposte e delle indicazioni giuste; ma pochi, purtroppo, hanno l’umiltà di ascoltarle.

All’epoca del profeta Geremia (circa 600 anni a. C.) c’era una grave crisi nel popolo di Dio, rassomigliante in modo sorprendente alle crisi dei tempi moderni. Egli avrebbe voluto vedere nei governanti onestà, equilibrio, prudenza, moralità, ma ha dovuto concludere: “Hanno rigettato la Parola del Signore; quale saggezza possono avere?” (8:9).

Anche il profeta Isaia si addolorava per la situazione morale della società del suo tempo; e diceva: “Non dicono in cuor loro: Temiamo il Signore, nostro Dio… Fra il mio popolo si trovano degli empi. Le loro case sono piene di frode; perciò diventano grandi e si arricchiscono… oltrepassano ogni limite di male. Non difendono la causa dell’orfano, non fanno giustizia nei processi… Uno inganna l’altro, non dice la verità; esercitano la loro lingua a mentire, si affannano a fare il male…” (5:26, 9:5). Non è forse uno specchio del nostro mondo?


Ma l’allontanamento da Dio e il rifiuto di sottomettersi alle Sue leggi non porta soltanto ad atti di egoismo e di sopraffazione. “Non vi rivolgete agli spiriti – ha ordinato Dio –   né agli indovini; non li consultate per non contaminarvi” (Levitico 19:3). Eppure, milioni di persone, anche nei nostri paesi cristianizzati, si danno a pratiche occulte e consultano maghi e chiromanti. Lo hanno sempre fatto, e lo fanno tuttora, persino i capi di stato di ogni paese del mondo per avere consiglio sulle decisioni da prendere! Libri e riviste di magia si trovano ovunque; i medium si fanno pubblicità con ogni mezzo. E Satana prende sempre più potere. 

“Se vi si dice: Consultate quelli che evocano gli spiriti e gli indovini… rispondete: Un popolo non deve forse consultare Dio? Si rivolgerà forse ai morti in favore dei vivi? Alla Legge! Alla testimonianza! Se il popolo non parla così non vi sarà per lui alcuna aurora! Andrà peregrinando per il paese affranto, affamato; quando avrà fame si irriterà, maledirà il suo re e il suo Dio; volgerà lo sguardo in alto, lo volgerà verso terra, ed ecco, non vedrà che difficoltà, tenebre, oscurità piena d’angoscia” (Isaia 8:19-22). 

E’ esattamente questo il drammatico caso della nostra società che ha perso tutti i punti di riferimento, che vive un presente irto di difficoltà e ha davanti a sé un futuro tenebroso.


La nostra società è sprofondata ancor più nella confusione da quando i princìpi morali che la Parola di Dio insegna sono stati considerati dei tabù ed eliminati dall’insegnamento e dalla vita. Errore fatale! Quella “libertà” tanto proclamata si è dimostrata una schiavitù, specialmente per le nuove generazioni. La crisi della famiglia ne è una prova evidente. Non si accettano i vincoli, ci si ribella alle costrizioni, si viene meno senza pudore ai doveri e agli impegni presi. Si parla tanto di rispetto per la persona umana e non si tiene conto che le separazioni e i divorzi, commessi con disinvoltura e in nome della libertà personale, sono atti di violenza che producono immense sofferenze sia nei bambini e nei ragazzi che negli adulti, e sono causa di depressioni, di suicidi, di omicidi. 

I tradimenti sono atti di viltà, non espressione di libertà. Ma Satana è astuto nel far passare il male per bene, e chi è lontano da Dio lo segue, a volte senza nemmeno rendersene conto. 

“Il Signore è testimone fra te e la moglie della tua giovinezza, verso la quale agisci slealmente, sebbene essa sia la tua compagna, la moglie alla quale sei legato da un patto”; è questo il rimprovero che il profeta Malachia (2:14) faceva da parte di Dio agli adulteri del suo popolo. 


In un’atmosfera di totale mancanza di pudore, le perversioni sessuali sono oggi considerate da molti come normali manifestazioni d’amore. Sembrano per oggi queste parole: “Commettono delle abominazioni; non si vergognano affatto, non sanno che cosa sia arrossire… Quando Io li visiterò saranno abbattuti” (Geremia 8:12). 

I peccati descritti in Levitico 18, e per i quali Dio ha dovuto punire i popoli pagani, sono praticati liberamente e con arroganza, sfidando Dio, come se noi, poveri esseri umani, fossimo più grandi di Lui e potessimo impunemente beffarlo. “Non avrai relazioni carnali con la moglie del tuo prossimo… Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole. Non ti accoppierai con nessuna bestia… E’ una mostruosità. Non vi contaminate con nessuna di queste cose; poiché con tutte queste cose si sono contaminate le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi. Il paese ne è stato contaminato; per questo io punirò la sua iniquità; il paese vomiterà i suoi abitanti”


Stando così le cose, cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Una cosa è certa: Dio punirà questo mondo, come anticamente ha punito Sodomia e Gomorra e più tardi le nazioni pagane; come ha punito anche Israele quando ha commesso i medesimi peccati. 

“Il Signore vi chiama in questo giorno a piangere, a fare lamento… ed ecco che tutto è gioia, tutto è festa… Si mangia carne, si beve vino. ‘Mangiamo e beviamo, poiché domani morremo!’ Ma il Signore me l’ha rivelato chiaramente: No, questa iniquità non la potrete espiare che con la vostra morte” (Isaia 22:12-14). 

La nostra società dei consumi e del piacere sarà dunque giudicata. “Il Signore toglierà via il lusso… degli orecchini, dei braccialetti… dei vasetti di profumo, degli anelli, degli abiti da festa, delle borse, degli specchi, delle camicie finissime… Invece di profumo, si avrà fetore; invece di cintura, una corda; invece di riccioli, calvizie… Un marchio di fuoco invece di bellezza… Cosa farete voi quando verrà la fine?” (Isaia 3:18,5:31). 

Ma noi credenti, a quelli della nostra generazione disorientati e impauriti, abbiamo il privilegio di annunciare la via per scampare ai castighi di Dio e ad una eternità di pene. Possiamo dire loro: “Cercate il Signore mentre lo si può trovare, invocatelo mentre è vicino. Lasci l’empio la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; si converta al Signore che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare” (Isaia 55:6-7). Mentre il Signore dice a noi: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Romani 12:2).


A. Apicella