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sabato 8 maggio 2021

La porta delle Pecore

“«Eliasib, sommo sacerdote, si mise al lavoro con i suoi fratelli sacerdoti e insieme costruirono la porta delle Pecore; la consacrarono e vi misero i battenti; continuarono a costruire fino alla torre di Mea, che consacrarono, e fino alla torre di Cananeel. Accanto a Eliasib lavorarono gli uomini di Gerico, e accanto a loro lavorò Zaccur, figlio d'Imri” Neemia 3:1-2.


Il cap. 3 è dedicato ai dettagli riguardanti la ricostruzione delle mura e sono interessanti da considerare. Le mura hanno una duplice azione: Primo, costituiscono un principio di separazioni da quelli di fuori e secondo, sono una difesa contro gli attacchi del nemico. Tuttavia, il nostro lavoro non è soltanto quello di occuparci delle mura, ma anche quello di occuparci delle porte. Esse hanno un'importanza capitale e andavano chiuse di notte. Nella “nuova Gerusalemme” (Apocalisse 22:2) invece, le sue porte non saranno mai chiuse, perché la notte non ci sarà più.

Cerchiamo di capire ora quale lezione vuole darci lo Spirito di Dio con questo passo.

In primo luogo troviamo la porta delle Pecore, fu costruita e consacrata. Questa porta aveva due torri ed era provvista di battenti, però mancavano le serrature e le sbarre.

Perché?

La porta delle Pecore rappresenta la porta dell'Evangelo, è una porta “aperta” e nessuno deve porre alcuna “serratura” a tale ingresso. Non ci sono limiti o gravità di peccato tali da precluderne l'ingesso. Le due torri suggeriscono l'attenzione e la vigilanza che si deve avere nei riguardi di questa porta, la premura nell'avvistare chiunque mostri interesse per “entrare nella città Santa” e l'attenzione che ci deve essere per salvaguardare questa porta e coloro che vi entrano.

“Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato” Giovanni 10:9.

“colui che viene a me, non lo caccerò fuori” Giovanni 6:37.