Che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua?
Marco 8:36
Ne vale la pena?
Era
l’anno 1859. Un’imbarcazione sovraccarica di passeggeri stava navigando lungo
il fiume Mississippi. Molti erano minatori di ritorno dai giacimenti d’oro del
nord-ovest. All’improvviso la barca urtò un grosso tronco semisommerso e
incominciò ad affondare. I passeggeri afferrarono i salvagente e salirono sulle
scialuppe di salvataggio. Qualcuno si gettò in acqua per mettersi in salvo a
nuoto. Ma uno degli uomini che si era tuffato affondò come un sasso e annegò.
Quando il suo corpo fu ricuperato, si scoprì che tutte le sue tasche erano
piene di quell’oro che i minatori avevano abbandonato per mettersi in salvo. In
un momento, prima di gettarsi in acqua, quell’uomo si era impossessato di tutta
la ricchezza che poteva afferrare, ma ciò gli costò la vita. La domanda sorge
spontanea: Ne valeva la pena?
Il
comportamento di quell’uomo può essere paragonato a quello di tante persone che
impiegano tutte le loro energie per arricchire e trascurano i bisogni
spirituali della loro anima. Il desiderio di riempire la vita di piaceri li
tiene lontani da Dio e impedisce loro di
afferrare la vita eterna. Ne vale la pena?
È bene sottolineare che il male non
sta nel possedere delle ricchezze, ma nel porre in esse il cuore, senza curarsi
di conoscere il dono di Dio che è la vita eterna in Cristo Gesù (Romani 6:23);
questa è la vera ricchezza. Che ognuno rifletta sulle parole scritte nel libro
dei Proverbi: “Non ti affannare per
diventar ricco… Vuoi fissare lo sguardo su ciò che scompare? Poiché la
ricchezza si fa delle ali” (23:4, 5), e sull’insegnamento di Gesù: “Non fatevi
tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri
scassinano e rubano; ma fatevi tesori in
cielo… Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore” (Matteo
6:19, 20, 21).