Io so i pensieri che medito per voi, dice il SIGNORE, pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza.
Geremia 29:11
Io
abiterò nella casa del SIGNORE per lunghi giorni.
Salmo 23:6
“Come immagina il suo avvenire?”
Questa
era la domanda ricorrente, sempre la stessa, scrutatrice e severa che lo
psichiatra poneva al suo paziente in un periodo di profonda depressione. Il
medico voleva certamente conoscere l’evoluzione delle condizioni del malato e
adeguare la cura in funzione del suo stato mentale.
Se
ci venisse posta la stessa domanda, cosa risponderemmo? Risponderemmo in base
alla nostra situazione economica più o meno facile del momento? Oppure con la
fiducia di Davide che scriveva nel Salmo 23:1: “Il Signore è il mio pastore:
nulla mi manca”? Davide aveva sperimentato l’ingiustizia, la solitudine, il
lutto, e molte circostanze dolorose nel corso della sua vita. Ma aveva
sperimentato anche il soccorso di Dio che non lo aveva mai abbandonato.
Se
non conosciamo il Signore, possiamo rispondere avendo in vista soltanto la vita terrena; ma se lo conosciamo, possiamo
ripetere le parole dell’apostolo Paolo al termine della sua vita: “Il tempo
della mia partenza è giunto. Ho
combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.
Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice
mi assegnerà” (2 Timoteo 4:6-8).
Come
immagini il tuo avvenire? Il futuro del credente è sicuro: Gesù Cristo è
risuscitato ed è in cielo; Lui ne è il garante. Da secoli, i credenti ne sono
testimoni, anche in mezzo a dure sofferenze: “Io so che il mio Redentore vive e
che alla fine si alzerà sulla polvere… Senza la mia carne vedrò Dio” (Giobbe
19:25, 26). “Oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:43), disse Gesù al
malfattore pentito che gli era crocifisso accanto.