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giovedì 27 maggio 2021

27 maggio - “Quanto a me… E tu?”

Quanto a me, io volgerò lo sguardo verso il SIGNORE, spererò nel Dio della mia salvezza; il mio Dio mi ascolterà.

Michea 7:7

Ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio.

Romani 14:12

 

“Quanto a me… E tu?”

 

Si parla a volte di nazioni cristiane o di famiglie cristiane, ma la fede è una realtà individuale. Forse sei vissuto in un ambiente o in una famiglia dove hai ricevuto un insegnamento cristiano, o forse, nel comportamento di qualche credente, hai visto ciò che l’Evangelo produce nella vita di chi ama il Signore; ma tutto ciò non fa di te un cristiano!

Nella prima parte della Bibbia, Israele è presentato come un popolo scelto da Dio; tutti coloro che ne facevano parte beneficiavano dei vantaggi legati a questa condizione. Ma all’interno di quel popolo alcuni avevano la fede, altri no; alcuni cercavano Dio, altri no. È un’illusione e un grave errore considerare come figli di Dio tutti coloro che, esteriormente, fanno parte della cristianità perché sono stati battezzati. La Parola di Dio dice che soltanto a coloro che hanno accettato Cristo nella loro vita è “dato il diritto di diventare figli di Dio” (Giovanni 1:12).

Viene il momento in cui bisogna dire: “Quanto a me…” A prescindere dall’ambiente in cui vivi, dal fatto che le persone siano generalmente indifferenti al Vangelo o contrarie ai credenti, tu devi porti davanti a Dio, ricevere il Suo messaggio e credergli personalmente. Poi dovrai andare avanti… ma non “con le gambe degli altri”, lasciandoti trasportare dalla corrente o dalla tradizione, ma con una fede personale nutrita dalla Parola di Dio. La fede dei tuoi genitori o dei tuoi amici non può sostituire la tua. “Ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio”. Ed è a ognuno personalmente che Gesù Cristo dice: “Tu, seguimi” (Giovanni 21:22).