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domenica 16 marzo 2025

Comandamento vecchio o nuovo?

“Carissimi, non vi scrivo un comandamento nuovo, ma un comandamento vecchio che avevate fin da principio: il comandamento vecchio è la parola che avete udita. E tuttavia è un comandamento nuovo che io vi scrivo, ..Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre” 1 Giovanni 2:7-9.

Qui, Giovanni scrive in relazione a due “comandamenti”, uno definito “vecchio” e l'altro “nuovo”. Nel fare questo non evidenzia subito il soggetto di questi comandamenti perché esso è contenuto nei versetti che seguono, e questo soggetto è l'amore fraterno. Questo comandamento è nuovo o vecchio? E' entrambe le cose. Si può iniziare da Caino e Abele e proseguire per tutta la Scrittura e vedere come il peccato manifesti una tendenza ad accentrarsi su noi stessi e spinge gli uomini a rompere l'armonia con il loro prossimo; non ci rende solo estranei al nostro Creatore, ma anche alle altre creature. Sappiamo per esperienza come una comunità, una scuola, un ospedale, una fabbrica o un ufficio si trasformino facilmente in un vivaio di rivalità e sospetti. E' difficile vivere insieme in armonia.

Lo scopo di Dio è stato quello di togliere per mezzo di Cristo tutte le tristi conseguenze del peccato. Il suo piano non è quindi di richiamare a sé individui indipendenti, senza relazione l'uno con l'altro e isolati l'uno dall'altro, ma di redimere un popolo suo proprio.

Ciò è chiaro fin dai primi capitoli della Genesi. Dio invitò Abramo a uscire dal “suo paese” e gli promise in eredità non solo una terra, ma anche una famiglia numerosa come le stelle del cielo e la sabbia del mare.

“Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno, e uccise il proprio fratello” 1 Giovanni 3:11-12.

Caino era il prototipo del mondo, il quale manifesta oggi le caratteristiche che Caino evidenziò per primo, cioè l'odio.

E' un sollievo passare da ciò che Giovanni dice sull'odio del mondo al suo insegnamento sull'amore, quale dovrebbe manifestarsi nella chiesa.

“Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte” v.14.

Ora Giovanni dà la prova della sua argomentazione: mancanza di amore è evidenza di morte spirituale. I veri cristiani, che “sono passati dalla morte alla vita” hanno “fame” di comunione cristiana. Essi troveranno un bene lo stare insieme e parlare l'un l'altro di argomenti spirituali interessandosi non più di loro stessi ma avendo cura “dell'insieme”.