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giovedì 14 agosto 2014

14 Agosto

(Gesù disse:) "Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro porta molto frutto.In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto".
Giovanni 15:1,5,18


“Io sono la vera vite”

In che modo Dio si è fatto conoscere? Storicamente, il popolo d’Israele ha ricevuto per primo, per mezzo dei profeti, la rivelazione del vero Dio, il Dio unico, il Dio vivente. Ma finora, questo popolo non ha portato a compimento la sua vocazione.
La Bibbia lo paragona ad una vigna che Dio aveva piantato, ma che ha prodotto uva selvatica (Isaia 5:1-7). Più tardi Dio ha mandato suo Figlio, il Signore Gesù. Che contrasto con il suo popolo! Lui era la vera vite il cui frutto ha rallegrato il cuore di Dio, perché ha compiuto la sua volontà, parlando in modo perfetto della sua giustizia e del suo amore.
Gesù è la vera vite, e i credenti sono come tralci attaccati a lui e possono a loro volta portare frutto per Dio. Questo avverrà a condizione che lascino passare la linfa comunicata loro dalla vite. Devono assolutamente “dimorare nel Signore”, ossia in una continua comunicazione con Lui per mezzo della preghiera, della lettura della sua Parola e di un serio impegno nel suo servizio.

Separati dal Signore, indipendenti da lui, non possiamo piacere a Dio, né essergli utili. Quando la vita del ceppo passa nei tralci, questi portano lo stesso tipo di frutto del Signore. Se siamo uniti a lui nei nostri pensieri, in realtà è lui che porta frutto attraverso noi, spesso senza che ce ne rendiamo conto. Così gli assomigliamo e riproduciamo un po', a nostra insaputa, i suoi caratteri nel mondo: dedizione, pazienza, umiltà, ubbidienza a Dio. Non è questo il desiderio di ogni vero cristiano?