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giovedì 28 agosto 2014

28 Agsoto

Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono”.
Esodo 3:14


Io sono

Questo strano nome: “Io sono colui che sono”, Dio stesso lo manifestò a Mosè, e ci fa riflettere molto. Dio non è costretto a giustificare se stesso davanti a nessuno, neppure al critico più astuto, né per affermare che esiste, né per dire a che cosa è simile. Per Dio non è neppure necessario adattarsi alle opinioni umane, alle domande o ai vari avvenimenti come si sono susseguiti attraverso i secoli. Lui non deve cambiare per piacere all’umanità o per chiedere il suo favore. Dio è quello che è: l’Eterno Dio, che è, che era e che sarà. Giacomo scrive di lui. “Presso lui non c’è variazione né ombra di mutamento” (1:7). Se non fosse così, non sarebbe Dio.
Solo quando abbiamo Dio al centro dei nostri pensieri, ci rendiamo conto di quanto sia grande! È troppo grande per essere contenuto nella piccola dimensione della concezione umana. Ma ogni credente può chiamarlo Padre per mezzo di Gesù Cristo. I figli di Dio hanno piena fiducia in lui, non solo ogni giorno, ma ogni ora. È grande in bontà e in potenza, immutabile in tutte le sue vie.
Un carattere del Figlio, mandato da Dio come nostro Salvatore e Signore, è la costanza. Le Sacre Scritture rendono testimonianza del Figlio di Dio con questi versetti: “Tu rimani… tu rimani lo stesso e i tuoi anni non avranno mai fine” (Ebrei 11:12)
“Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebrei 13;8).

Che consolazione e forza possiamo trovare in colui che non cambia mai!