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mercoledì 13 agosto 2014

Frutti e non solo foglie – Matteo 21:18/22

Il Signore sta tornando a Gerusalemme e mentre cammina per strada ha fame.
Davanti a Lui c’è un fico dal folto fogliame (19) e dove, a logica, avrebbe dovuto trovarsi abbondanza di frutto. Il Signore si avvicina, guarda, cerca, ma non  trova nessun frutto, non trova ciò che cerca, non trova quello che Gli serve.
A questa mancanza il Signore reagisce con il solo miracolo in giudizio che gli evangelisti ci riportano.

&  Il fico secca all’istante.
A cosa può servire un albero che non porta frutto e che ha solo foglie che mostrano una bella apparenza? A niente ed il giudizio che segue è, dunque, inevitabile.
È stato così del popolo terrestre di Dio che aveva l’apparenza di servirLo, ma ne rinnegava la misericordia e che Dio “secca” togliendogli anche quell’apparenza com’è così dell’uomo naturale, che si ammanta di perbenismo e di religiosità, ma che non può produrre nessun frutto per Dio.
Anche il credente che non porta frutto è solo un ramo secco, inutile per la testimonianza e soggetto alla disciplina del vignaiolo (Gv 15:6).

I discepoli sono testimoni della potenza divina del Signore, lo stesso che poco prima, come uomo, aveva avuto fame (18) e che approfitta dell’accaduto per rinnovare l’insegnamento sulla fede (Mt 17:20).

&  La montagna
rappresenta una grande difficoltà da superare, una potenza che si oppone ergendosi in mezzo al cammino. I credenti spesso si trovano di fronte a queste difficoltà, ma la loro fede, aggiunta all’amore per Cristo, potrà trionfare (1 Co 13:2) su tutto e su tutti. A tutto ciò che domina ed opprime questo mondo il credente oppone la sua fede; prega con sicurezza e piena fiducia in Dio che è il solo che può salvare e liberare; crede e riceve tutto con fede.

Fede da spostare i monti, frutti alla gloria di Dio per un cammino di vittoria e di buona testimonianza.

D.C.