Il Signore sta tornando a Gerusalemme e
mentre cammina per strada ha fame.
Davanti a Lui c’è un fico dal folto
fogliame (19) e dove, a logica, avrebbe dovuto trovarsi abbondanza di frutto.
Il Signore si avvicina, guarda, cerca, ma non trova nessun frutto, non trova ciò che cerca,
non trova quello che Gli serve.
A questa mancanza il Signore reagisce
con il solo miracolo in giudizio che gli evangelisti ci riportano.
& Il fico secca all’istante.
A cosa può servire un albero che non
porta frutto e che ha solo foglie che mostrano una bella apparenza? A niente ed
il giudizio che segue è, dunque, inevitabile.
È stato così del popolo terrestre di
Dio che aveva l’apparenza di servirLo, ma ne rinnegava la misericordia e che Dio
“secca” togliendogli anche quell’apparenza com’è così dell’uomo naturale, che
si ammanta di perbenismo e di religiosità, ma che non può produrre nessun
frutto per Dio.
Anche il credente che non porta frutto
è solo un ramo secco, inutile per la testimonianza e soggetto alla disciplina
del vignaiolo (Gv 15:6).
I discepoli sono testimoni della
potenza divina del Signore, lo stesso che poco prima, come uomo, aveva avuto
fame (18) e che approfitta dell’accaduto per rinnovare l’insegnamento sulla
fede (Mt 17:20).
& La montagna
rappresenta una grande difficoltà da
superare, una potenza che si oppone ergendosi in mezzo al cammino. I credenti
spesso si trovano di fronte a queste difficoltà, ma la loro fede, aggiunta
all’amore per Cristo, potrà trionfare (1 Co 13:2) su tutto e su tutti. A tutto
ciò che domina ed opprime questo mondo il credente oppone la sua fede; prega
con sicurezza e piena fiducia in Dio che è il solo che può salvare e liberare;
crede e riceve tutto con fede.
Fede
da spostare i monti, frutti alla gloria di Dio per un cammino di vittoria e di
buona testimonianza.
D.C.