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domenica 29 agosto 2021

29 agosto - Non per le nostre opere giuste!

Quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia.

Tito 3: 4-5

 

Non per le nostre opere giuste!

 

Ogni uomo che si riconosce peccatore si rende conto che la morte e il giudizio di Dio sono la giusta conseguenza del suo stato di peccato e dei misfatti commessi (vedi Luca 23:41), e che egli non può, qualunque cosa faccia, cambiare questo destino. Può lavorare e affaticarsi; col “sudore del volto” (Genesi 3:19) procurarsi i mezzi per fare delle offerte; può fare voti e prendere buone risoluzioni, cambiare il suo modo di vivere, riformare il suo carattere; può cercare di essere morale, retto e, secondo il significato umano della parola, religioso; potrebbe anche, pur senza avere fede, pregare, leggere la Bibbia o ascoltare delle belle prediche. Può fare tutto ciò che rientra nel dominio della capacità dell’uomo e, malgrado ciò, non avere davanti a sé che la morte e il giudizio di Dio.

“Che è mai l’uomo per essere puro, il nato di donna per essere giusto?” (Giobbe 15:14).

Quando il peccatore giunge a questo punto, il Vangelo gli presenta la croce di Cristo, gli fa vedere che Dio ha provveduto a tutto quello che era necessario per risolvere il problema della sua colpevolezza. Alla croce, Cristo ha sconfitto, per il vero credente, la morte e il giudizio, e li ha sostituiti con la vita, la giustizia e la gloria. “Cristo Gesù… ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l’immortalità mediante il vangelo” (2 Timoteo 1:10). “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi, è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8-9).