Se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato, se ne va, e subito dimentica com’era.
Mettete in pratica la Parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi.
Giacomo 1:23-24, 22
3. Lo specchio della Scrittura
Sono sorprendenti queste parole dell’apostolo Giacomo. Mettono in evidenza il pericolo di dimenticare il messaggio della Parola di Dio. Il pericolo qui non è di sospendere la lettura della Bibbia, ma di leggerla senza però metterla in pratica.
Cominciamo col leggerla. Allora, come suggerisce la similitudine dello specchio, il primo effetto è che essa manifesta quello che io sono, e questo dà alla lettura tutto il suo peso, la sua serietà. Senza lo specchio della Parola, non potrei conoscermi, neppure con la più attenta introspezione. Essa mi fa prendere coscienza del mio peccato, senza tuttavia spingermi alla disperazione, perché sono posto in una luce che è la luce di Dio, del Dio che mi ama, e che vuol essere il mio Salvatore, in grado di trasformare il mio essere, di dare un senso alla mia vita presente e futura.
Mettere in pratica la Parola è la tappa successiva. È il lavoro della grazia di Dio in me. Le mie azioni, allora, frutto dell’ascolto di questa Parola, ne diventano un’illustrazione concreta, pratica, visibile a tutti. Questo è dunque il percorso: io ascolto la Parola di Dio, la comprendo bene, non la dimentico, e il suo messaggio s’incarna nella mia esistenza con atti, pensieri, parole che sono in armonia con il suo contenuto.
(segue)