Abraamo… fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto Egli ha promesso, è anche in grado di compierlo. Perciò gli fu messo in conto come giustizia.
Romani 4:20-22
Dio è fedele
Era scesa la notte sul paese di
Canaan. Abraamo stava nella sua tenda. A cosa pensava? Quasi certamente alla
promessa che Dio gli aveva fatta, che gli sarebbe stata concessa una progenie
numerosa. Ma non aveva figli e passavano gli anni. In quel momento aveva circa
ottant’anni e anche sua moglie Sara era anziana. Dio l’aveva dunque
dimenticato? No, Dio è fedele (1 Corinzi 10:3) ed interviene apparendo al
patriarca in una visione. “Non temere!”, gli dice. Poi lo fa uscire dalla
tenda: “Guarda il cielo e conta le stelle se le puoi contare… Tale sarà la tua
discendenza” (Genesi 15:1-5).
Abraamo
ha creduto al SIGNORE. Questa fiducia nella fedeltà divina è stata alla base di
una preziosa relazione con il suo Dio, tanto che è stato chiamato “amico di
Dio” (Giacomo 2:23) e ha ricevuto la pazienza per aspettare ancora a lungo
l’adempimento della Sua promessa. E un giorno, all’età di cent’anni, eccolo
tenere in braccio un figlio, Isacco!
Che
incoraggiamento anche per noi credenti, che viviamo quaranta secoli dopo!
Talvolta le difficoltà che si trovano sulla nostra strada ci sembrano
incomprensibili, insormontabili. Preghiamo e non otteniamo risposte positive.
Ma, nella Sua fedeltà, Dio è presente. La Sua promessa rimane: “Io non ti
lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5). Il Suo orologio non è sempre come
il nostro. Dio agisce quando vuole e
sempre al momento giusto.
Egli “è
un Dio fedele”, ricorda Mosè al termine della sua lunga vita (Deuteronomio
32:4).