Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.
Romani
8:1
(L’apostolo
Paolo scrive:) Corro
verso la meta per ottenere il premio della celeste vocazione in Cristo Gesù.
Filippesi
3:14
La
meta del cristiano
L’apostolo Paolo, nella città di
Atene, davanti a un gruppo di filosofi greci ha detto: “Dio… ora comanda agli
uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno, nel
quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo ch’egli ha
stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti” (Atti
17:30, 31).
Verrà un giorno in cui tutti
dovranno rendere conto della loro vita terrena a Gesù, il sovrano Giudice. Come
potremo presentarci di fronte alla Sua signoria? Non con i nostri meriti,
certo, perché non ne abbiamo, né con la nostra sapienza e neppure con le nostre
buone opere.
Poiché siamo tutti peccatori per
natura, in vista di quel giorno ci vuole prima di tutto il pentimento, e poi
bisogna accettare l’opera di salvezza
compiuta da Gesù alla croce. Questo ci mette al riparo dal giudizio,
questo è l’unico modo che Dio ci insegna per evitare la Sua condanna.
È la buona notizia che il Vangelo
proclama: per mezzo della fede in Gesù Cristo ci è offerta la vita eterna.
Possiamo vivere eternamente con Lui, nella gioia e nella pace della Sua
presenza. Per il credente, tutta la sua vita, fatta d’esperienze belle ma a
volte anche penose, ha una meta sicura: il cielo. E come Gesù è stato
risuscitato e si trova in cielo, così quelli che credono in Lui saranno là un
giorno. Accontentarsi di vivere con la sola prospettiva del giudizio è una cosa
terribile. Niente al mondo può essere paragonato all’eternità con Gesù. Questa
è la meta sicura di ogni vero cristiano.